Informazioni personali

domenica 16 agosto 2015

L' ABUSO DI BEVANDE ALCOLICHE


www.campagnaeducativacontroladroga.blogspot.com 

FAI DEL BENE

faidelbene37.blogspot.com/


 NON  DOBBIAMO  MAI  DIMENTICARE  CHE                                   
IL  MALE  PROSPERA  CON  LA  RINUNCIA  DEI  BUONI  A  CONTRASTARLO.


   
FA'   ANCHE  TU  QUALCOSA   ,  AL  FINE  DI SOSTENERE  UNA  FORTE  E  DIFFUSA  "  CAMPAGNA  EDUCATIVA "  CONTRO  L' USO  DELLA  DROGA  ,  CONTRO  L'ABUSO  DI  BEVANDE  ALCOLICHE ,  CONTRO  IL  VIZIO  DEL  GIOCO  D'AZZARDO ;   RICORDIAMOCI  CHE QUASI  SEMPRE  AD  ESSI  SI ACCOMPAGNANO   VIOLENZA  E  DEGENERAZIONE  UMANA.. 

www.campagnaeducativacontroladroga.blogspot.com 

           L' ABUSO   DI  BEVANDE   ALCOLICHE

L’abuso di alcolici uccide in Italia 20mila persone all’anno ed è causa di oltre 60 malattie. È come la droga e miete molte vittime fra i giovani, dagli 11 anni in poi
RAP
A
L’abuso di alcolici uccide in Italia 20mila persone all’anno ed è causa di oltre 60 malattie. È come la droga e miete molte vittime fra i giovani, dagli- Sono circa ventimila i morti provocati ogni anno in Italia dall’alcol, più di quelli causati da droga (quasi mille decessi l’anno) e incidenti stradali (5mila circa). E il consumo eccessivo di alcolici va oggi considerato un importante e molto diffuso fattore di rischio per la salute: è legato a ben 60 malattie diverse, incluso il cancro; è una delle principali cause di cirrosi epatica e il secondo responsabile di morte prematura e causa di malattia in Europa. Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto superiore di sanità lancia l’allarme in occasione dell'Alcohol Prevention Day: «Sono oltre 8 milioni gli italiani che consumano alcolici a rischio e oltre 4 milioni i binge drinkers, quelli che almeno una volta nel corso dell’ultimo anno hanno consumato più di 6 bevande alcoliche in un’unica occasione» dice, sottolineando le pessime abitudini che sempre più dilagano specie fra giovani e giovanissimi.

SOS PER OLTRE UN MILIONE DI 11-25ENNI - I dati diffusi giovedì a Roma in occasione della giornata analizzano il dettaglio della cultura del bere a rischio e dimostrano che, tra gli 11 e i 25 anni, andare ai concerti, in discoteca, agli eventi sportivi, al cinema, nelle associazioni culturali aumenta la probabilità di consumi a rischio. Anche incontrarsi sui social network, la dimensione virtuale della socialità delle giovani generazioni, è un ulteriore fattore che incrementa la probabilità di orientare verso un consumo alcolico a rischio. La pubblicità non manca, come dimostrato da 65 milioni di euro annui di investimenti in promozione sul web e nei social network delle bevande alcoliche attraverso i cosiddetti pop-up, subìti e inevitabili, e la mancanza di qualunque filtro comunicativo espone all’acquisizione di standard comportamentali spesso non salutari specie per i giovanissimi.

MIX LETALE: FUMO, ALCOL E ANORESSIA - Sono numerose e consolidate le evidenze di una crescente cultura del bere sino all’intossicazione, da parte di un numero rilevante di giovani, di minori al di sotto e sopra l’età legale in Italia. Tra gli 11 e i 25 anni oltre 1 milione e 300mila, ragazzi e di ragazze, bevono in maniera sporadica, occasionale o quotidiana secondo modalità a rischio per la salute e la sicurezza e che richiedono iniziative di intercettazione precoce del rischio e interventi mirati. Quel che è peggio, molti giovanissimi associano fumo e alcol, abusando di entrambi. «Anche il peso è una variabile da tenere in considerazione, e non per il sovrappeso ma per il rischio contrario: il sottopeso - continua Scafato -. Emerge dai dati, la tendenza da parte delle ragazze sottopeso a bere prevalentemente secondo modalità a rischio. Il rischio è quello della cosiddetta drunkoressia, condizione in via di diffusione tra le teenager che acquisiscono le calorie di cui hanno necessità esclusivamente dall’alcol sommando così una doppia condizione patologica: l’anoressia e l’alcol-dipendenza».

L’ALCOL COME UNA DROGA - Gli effetti dell’alcol, ha spiegato l’esperto, sono assimilabili a quelli delle altre droghe: induce alla dipendenza fisica e psichica, provoca assuefazione e disturbi comportamentali. È inoltre causa di circa 60 tipi diversi di malattie e responsabile di danni alla salute, tra cui lesioni, disordine psichico e comportamentale, tumori, patologie gastrointestinali, malattie cardiovascolari, immunologiche, dell’apparato scheletrico, infertilità e problemi prenatali. Tutto ciò con costi pesanti per il Servizio sanitario: nel nostro Paese, precisa Scafato, «la collettività paga ogni anno oltre 11mila milioni di euro per gli effetti sulla salute e sulla sicurezza, costi riferibili anche ai 4 milioni di ubriachi e binge drinker». Nell’anno 2010, il 78,9 per cento degli uomini italiani e il 53,4 per cento delle donne di età superiore ad 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica. Oltre la metà dei connazionali ha bevuto vino (il 67,2 per cento dei maschi, il 40,4 delle femmine) e quasi altrettanti (60,6 e 32,3 per cento) hanno bevuto birra, mentre circa un terzo (29,8 per cento) ha partecipato ad aperitivi alcolici. L’Italia, insieme alla Norvegia, ha comunque un consumo pro capite di alcol puro inferiore agli altri paesi europei, presenta con la Francia un elevato consumo di vino, ma vedo meno diffuso l’uso di superalcolici (0,4 litri pro capite) e di birra rispetto al resto dell’Europa. Va comunque sottolineato che il consumo di alcol nelle regioni europee è il più elevato del mondo.

                         I giovani e l'alcol

I giovani usano spesso l'alcol come una sostanza che dà piacere e che aiuta a trascorrere una serata con gli altri eliminando le inibizioni e le resistenze psicologiche alla propria espressione fisica e verbale.

I giovani, d'altra parte, riconoscono che l'alcol ha, per gli effetti descritti, le proprietà di una droga.Fino all'età di 20 anni circa, nel corpo umano non sono ancora presenti gli enzimi destinati alla metabolilzzazione dell'alcol.Le bevande alcoliche, quinidi, per i giovani risultano molto più nocive rispetto ad un adulto, perchè l'etanolo non può essere scomposto in sostanze più tollerabili.

Di fronte ad un insuccesso scolastico, ad una lite familiare, per fare qualcosa di diverso in gruppo, per assomigliare agli adulti o per mille altri motivi, molti giovani ricorrono alle bevande alcoliche.

Essi acquisiscono così delle abitudini che possono portarli prima o poi a sviluppare una dipendenza alcolica o una dipendenza mista (alcol, fumo, psicofarmaci, droghe) ancora più pericolosa.


Sono più a rischio soprattutto coloro che assumono alcol per i suoi effetti piacevoli, in quanto nel tempo dovranno bere sempre di più per poterli avvertire con l'intensità cui sono abituati.

Quando di una persona si dice che "regge l'alcol" significa che quella persona, continuando ad assumere bevande alcoliche in quantità e con frequenza sempre maggiore, ha sviluppato una tolleranza nei confronti dell'alcol.
Ma questo non significa che per lui l'alcol sia meno dannoso, anzi, proprio perchè lui avverte i sintomi dell'intossicazione acuta tardivamente, è portato ad assumere alcol in quantità elevate, sovraccaricando il fegato ed esponendo quindi il suo organismo agli effetti tossici di questa sostanza.

 
Inoltre può instaurarsi nel tempo anche un legame di dipendenza fisica e psicologica, con la comparsa di sintomi di astinenza qualora si riduca o si interrompa bruscamente la sua assunzione.


La legge n° 214 del 1 agosto 2003, che converte in legge il decreto legge 27 giugno 2003 n° 151, recante modifiche e integrazioni al Codice della Strada, ha introdotto l'articolo 6-bis che prevede il divieto di somministrazione di bevande superalcoliche (superiori a 21°) negli esercizi commerciali con accesso sulle autostrade.
Gran parte delle norme vietano solo la somministrazione diretta delle bevande alcoliche, ma non esiste finora nessuna disposizione che regolamenti la vendita. Questo significa, ad esempio, che ad un minore di 16 anni per legge non può essere servito un bicchiere di vino, ma può liberamente acquistarne una bottiglia intera in un supermercato.

         Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante se si considera che l’OMS raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol al di sotto dei 16 anni di età e i risultati della ricerca scientifica ci dicono che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni.

I comportamenti di consumo diffusi tra i giovani richiedono una particolare attenzione e adeguati interventi, per la possibilità di gravi implicazioni di ambito non solo sanitario ma anche psico-sociale, data la facilità di associazione con altri comportamenti a rischio, assenze scolastiche, riduzione delle prestazioni scolastiche, aggressività e violenza, oltre alle possibili influenze negative sulle abilità sociali e sullo sviluppo cognitivo ed emotivo. Essi possono inoltre portare a condizioni patologiche estreme come l’intossicazione acuta alcolica o l’alcoldipendenza.

Altri problemi nascono dalla diffusione di un uso dell’alcol simile a quello delle altre sostanze psicoattive, con finalità di sballo e ricerca dell’ubriachezza, uso che rischia tra l’altro di fungere da ponte verso le sostanze psicoattive illegali. La diffusione di un policonsumo di sostanze psicoattive legali e illegali viene confermata da varie fonti ivi compresa la rilevazione del Ministero della Salute sui comportamenti di consumo degli utenti dei servizi alcologici.

Il “binge drinking”, modalità di consumo alcolico che comporta l’assunzione in un’unica occasione e in un ristretto arco di tempo di quantità di alcol molto elevate, è diffuso maggiormente tra i giovani di 18-24 anni, rappresentando la quasi totalità del consumo a rischio in questa fascia di età. I giovani lo praticano soprattutto nei contesti della socializzazione e del divertimento collettivo, spesso bevendo volontariamente fino ad arrivare all’ubriachezza e all’intossicazione alcolica. Nel 2012 il 14,8% dei giovani fra i 18 e i 24 anni ha dichiarato comportamenti binge drinking, il 20,1% tra i maschi e il 9,1% tra le femmine (dati ISTAT).

L’ISTAT ha rilevato che tra i giovani di 14-17 anni i consumi fuori pasto presentano un trend tendenzialmente in crescita fino al 2011, mentre tra il 2011 e il 2012 si registra un notevole calo, che riporta i valori del 2012 a un livello pressoché analogo a quello rilevato all’inizio del decennio (15,1%). E’ implicito che per quest’ultima fascia di età occorrerà impegnarsi molto ed in molti ambiti, soprattutto nel far rispettare la nuova legge 189/2012 che prevede il divieto di somministrazione e di vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, in modo da portare il valore a zero.

Il fenomeno della diffusione dell’abuso giovanile è ben rappresentato dall’analisi dell’utenza in carico presso i servizi per l’alcoldipendenza, nell’ambito della quale i giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 9,1%. Si tratta di una percentuale consistente, anche se in lieve calo rispetto al dato del 2011, che era pari al 9,8%. Diversa è invece la tendenza registrata per i nuovi utenti al di sotto dei 30 anni che è in lieve aumento rispetto al 2011 (13,7% nel 2012, 13,5% nel 2011).

In Italia si è inteso tutelare ulteriormente i giovani dai rischi connessi all’alcol, in considerazione degli effetti sull’organismo di questi in ragione della giovane età.
La Legge n. 189 dell’8 novembre 2012 stabilisce, infatti, il divieto di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 18 e l’obbligo di richiedere il documento di identità per accertare l’età dell’acquirente.

                         Alcol e sesso


L'alcool è una sostanza che si è conquistata nel tempo la fama di afrodisiaco. In realtà il suo effetto sulle strutture cerebrali è soprattutto di tipo inibitorio. L'effetto deprimente a livello neurologico è di tipo progressivo proporzionalmente alle concentrazioni che raggiunge nel sangue. A basse dosi, un bicchiere di vino o una lattina di birra per intenderci, l'alcool inibisce i centri del cervello che governano la paura con una conseguente riduzione dello stato d'ansia. Tale effetto provoca spesso un temporaneo incremento della libido in persone solitamente inibite. Con l'aumento della concentrazione ematica, l'effetto inibitorio si estende, deprimendo rapidamente il comportamento del soggetto in generale, reazione sessuale inclusa. Ovvero l'alcool è in grado di facilitare l'espressione del desiderio sessuale, ma nello stesso tempo può interferire con la risposta sessuale compromettendo la funzione erettile ed eiaculatoria. Quanto finora detto fa riferimento ad assunzioni occasionali o in quantità medio-bassa di alcolici; il loro consumo abitudinario in alte dosi compromette infatti in grado severo tutto il circuito della sessualità, dal desiderio all'orgasmo, provocando danni talvolta irreversibili. Un abuso reiterato o in quantità smodate può ostacolare anche pesantemente il fisiologico circuito del piacere e del benessere.

Nella nostra cultura spesso si associa l'uso di alcol e la capacità di "reggerne" forti quantitativi (tolleranza) ad una immagine di virilità. Nella realtà, i maschi che usano alcol in dosi elevate possono andare incontro a problemi di sterilità, impotenza e perdita dei caratteri sessuali maschili secondari (peli, tessuto muscolare) con comparsa invece di quelli femminili (ginecomastia, ossia aumento delle mammelle nel maschio). Nelle donne invece possono verificarsi sterilità e problemi mestruali.

                                I danni dell'alcol sul cervello

Difficoltà motorie, di eloquio, tempi di reazione rallentati, compromissione della memoria: sono tutti evidenti effetti dell’alcol sul cervello.

Alcuni di questi deficit sono già rilevabili dopo uno o due bicchieri, e si risolvono rapidamente non appena si interrompe l’uso di alcol. Tuttavia, in alcuni soggetti che bevono molto e per lungo tempo, tali deficit possono permanere anche una volta raggiunta la sobrietà.

In che modo influisca esattamente l’alcol sul cervello, e se sia  possibille annullare gli effetti derivanti dell’uso, sono argomenti sui quali la ricerca odierna si sta concentrando.

Ciò che sappiamo oggi con certezza è che l'uso di alcol può avere effetti di ampia portata sul cervello, che vanno dal semplice vuoto di memoria a una condizione permanente di debilitazione, che richiede un trattamento di custodia permanente, come dimostrano i numerosi studi sull’impatto dell’alcol sulla guida.

Diversi sono i fattori che influenzano l'impatto dell'alcol sul cervello, tra questi:

§  la quantità e le modalità di assunzione di alcol;

§  l'età di inizio e la durata di assunzione;

§  l'età, il livello di scolarità, il sesso, l'assetto genetico o l'eventuale storia familiare di alcolismo di un  individuo;

§  l'eventuale presenza di esposizione prenatale all'alcol;

§  la condizione di salute generale.


Di seguito vengono risportati i più comuni disturbi associati ai danni cerebrali alcol-correlati e gli individui a maggior rischio.

Perdita di coscienza e vuoti di memoria


L'alcol può determinare deficit di memoria rilevabili dopo soli pochi bicchieri e il grado di deficit aumenta in modo direttamente proporzionale alla quantità di alcol assunta.

Grandi quantità di alcol, specie se consumate rapidamente e a stomaco vuoto, possono provocare perdita di coscienza o incapacità di ricordare dettagli di eventi, o addirittura eventi interi, intercorsi in un determinato lasso di tempo.

La perdita di coscienza è molto più comune tra i cosiddetti “bevitori sociali” e dovrebbe essere considerata come una potenziale conseguenza di intossicazione acuta, a prescindere dall’età e dall’eventuale dipendenza clinica dall’alcol del consumatore.
La sperimentano sia uomini che donne, nonostante i primi assumano quantità molto più significative di alcol rispetto alle donne. Ciò indica che, a dispetto della quantità di alcol assunta, gli individui di sesso femminile risultano a maggior rischio dei soggetti di sesso maschile, per le differenti modalità di metabolizzazione della sostanza. Le femmine inoltre, potrebbero essere più sensibili dei maschi a forme più lievi di deficit di memoria alcol-indotti, pur  assumono le stesse quantità di alcol dei maschi.

Le donne sono più vulnerabili agli effetti dell'alcol sul cervello?


Le donne sono più vulnerabili degli uomini alle numerose conseguenze mediche dell'uso di alcol, quali ad es. la cirrosi, la cardiomiopatia (danno al muscolo cardiaco), la neuropatia periferica (danno al sistema nervoso).
Due studi, condotti con tecniche di visualizzazione attraverso tomografia computerizzata, hanno messo a confronto  il rimpicciolimento del cervello, comune indicatore del danno cerebrale, di uomini e donne ed hanno riportato in entrambi i sessi un significativo ridimensionamento cerebrale rispetto ai soggetti del gruppo di controllo, con problemi di apprendimento e di memoria simili in entrambi i sessi. L'unica differenza riscontrata è stata che le donne alcoliste hanno riferito di aver bevuto fortemente per un periodo di tempo equivalente a circa la metà di quello degli uomini.Ciò significa che il cervello delle donne, al pari degli altri organi, è più vulnerabile, rispetto agli uomini, ai danni causati dall'alcol. Altri studi a riguardo invece, non sono giunti a conclusioni definitive. Sono necessari quindi maggiori studi sull'argomento ma, secondo numerose evidenze scientifiche, pare che le donbne siano particolarmente vulnerabili agli effetti dell'alcol su numerosi organi principali.

Altre cause dei danni cerebrali


Coloro che bevono grandi quantità di alcol da lungo tempo corrono il rischio di sviluppare gravi e permanenti cambiamenti cerebrali. I danni possono essere il risultato degli effetti diretti dell'alcol sul cervello o del risultato indiretto di un cattivo stato di salute generale o da una grave patologia al fegato.

Una deficienza di tiamina per esempio, si verifica comunemente in soggetti affetti da alcolismo e deriva da una cattiva alimentazione generale. La tiamina, nota anche come vit. B1, e presente in alimenti quali la carne, i cereli, le noci, i legumi  e la soia, è un elemento essenziale necessario a tutti i tessuti, cervello compreso. Fino all'80% degli alcolisti presenta una deficienza di tiamina e alcune di queste persone svilupperanno gravi disturbi mentali quali la sindrome di Wernicke-Korsakoff (WKS). Si tratta di una patologia costituita da due diverse sindromi, una grave condizione chiamata encefalopatia di Wernicke ed una condizione debilitante nota come psicosi di Korsakoff. I sintomi dell'encefalopatia di Wernicke comprendono: confusone, paralisi dei nervi oculari e difficoltà di coordinazione dei muscoli. I pazienti con encefalopatia di wernicke potrebbero avere difficoltà a traovare la via d'uscita all'interno di una stanza o essere addirittura incapaci di deambulare. Circa l'80-90% dei soggetti alcolisti con encefalopatia di Wernicke sviluppano anche psicosi di Korsakoffm, una sindrome cronica e debilitante caratterizzata da persistenti problemi di apprendimento e di memoria. I pazienti affetti da questa sindrome sono smemorati e ed hanno difficoltà a deambulare e a coordinare i movimenti. Oltre a  non riuscire  a ricordare vecchie informazioni, hanno difficotà anche ad acquisirne di nuove.

Patologie al fegato


L'assunzione di alcol in forti quantità e per lunghi periodi di tempo può danneggiare il fegato, l'organo principalmente responsabile della metabolizzazione dell'alcol. Molte persone tuttavia, potrebbero non essere al corrente della loro disfunzione al fegato, di avere ad es. la cirrosi derivante dall'abuso di alcol, e ciò potrebbe causare danni al cervello con un conseguente disturbo cerebrale potenzialmente mortale noto come encefalopatia epatica.
L'encefalopatia epatica può causare cambiamenti del sonno, dell'umore e della personalità, condizioni psichiatriche quali l'ansia e la depressione, gravi effetti a livello cognitivo quale ad es. una minore capacità attentiva; nei casi più gravi può portare a coma potenzialmente mortale.
Nuove e sofisticate tecniche di visualizzazione hanno consentito ai ricercatori di studiare specifiche aree cerebrali di pazienti con patologie al fegato derivanti da uso alcolico importante, fornendo loro una più chiara comprensione di come si sviluppa l'encefalopatia epatica. Questi studi hanno confermato che almeno due sostanze tossiche, l'ammoniaca e il manganese, giocherebbero un ruolo cruciale nello sviluppo di questa patolgia. Le cellule del fegato danneggiate dall'alcol fanno sì che eccessive quantità di queste sostanze dannose entrino nell'organismo, danneggiando così le cellule cerebrali.

La valutazione dei danni cerebrali attraverso strumenti altamente sofisticati


I ricercatori che studiano gli effetti dell'uso di alcol sul cervello si avvalgono del supporto di  tecnologie avanzate quali la visualizzazione attraverso risonanza magnetica (MRI), la visualizzazione del tensore di diffusione (DTI), la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la mappatura elettrofisiologica del cervello. Questi strumenti forniscono preziose informazioni sugli effetti dell'alcol sulla struttura e sul funzionamento cerebrale.

L'assunzione di alcol in forti quantità e per lunghi periodi può provocare il rimpicciolimento del cervello e una deficienze di fibre (materia bianca) che trasportano le informazioni tra le cellule nervose (materia grigia). La MRI e il DTI vengono utilizzate insieme per valutare il cervello dei pazienti nel momento in cui interrompono l'assunzione cronica di alcol e successivamente dopo lunghi periodi di sobrietà, per monitorare possibili ricadute.
La formazione ed il recupero della memoria sono fortemente influenzati da fattori quali l'attenzione e la motivazione. Studi condotti con MRI stanno aiutando i ricercatori a determinare in che modo la memoria e l'attenzione migliorino con l'astinenza a lungo termine di alcol, e quali cambaimenti si verificano quando un paziente riprende  a bere nuovamente. l'obiettivo di questi studi è quello di determinare quali effetti alcol-indotti sul cervello sono permanenti e quali possono essere annullati con l'astinenza.

La visualizzazione con la PET consente ora ai ricercatori di vedere i danni del cervello derivanti da una forte assunzione di alcol. Questa "istantanea" delle funzioni cerebrali consente di analizzare gli effetti dell'alcol sui vari sistemi di comunicazione delle cellule nervose, così come sul metabolismo delle cellule cerebrali e sul flusso sanguigno all'interno del cervello. Questi studi hanno rilevato dei deficit nelle persone affette da alcolismo, in modo particolare nei lobi frontali  che sono responsabili delle numerose funzioni associate all'apprendimento e alla memoria, così come nel cervelletto, che controlla il movimento e la coordinazione. La  PET è uno strumento promettente per monitorare gli effetti del trattamento dell'alcolismo e l'astinenza su parti danneggiate del cervello e può aiutare a sviluppare nuovi farmaci per correggere i deficit chimici riscontrati nel cervello delle persone alcoldipendenti.

Un altro strumento, l'elettroencefalografo (EEG), registra i segnali elettrici del cervello. Piccoli elettrodi vengono collocati sul cuoio capelluto per rilevare questa attività elettrica, che poi viene amplificata e raffigurata attraverso grafici come onde cerebrali, ossia oscillazioni neurali. Queste onde cerebrali mostrano l'attività del cervello in tempo reale.

Sintesi


I soggetti alcoldipendenti non sono tutti uguali. Si hanno diversi livelli di compromissione, e la malattia ha diverse origini  a seconda degli individui. Allo stato attuale, non è stata ancora  individuata  alcuna variabile responsabile da sola dei deficit cerebrali presenti nelle persone affette da alcoldipendenza. Riuscire a capire ciò che rende alcuni  alcoldipendenti vulnerabili ai danni cerebrali e altri no è ancora oggetto di studio.

La buona notizia è che la maggior parte dei soggetti alcol-dipendenti con deficit cognitivi mostrano almeno alcuni miglioramenti nella struttura e nel funzionamento cerebrale dopo un anno di astinenza, anche se per alcuni è necessario più tempo.
Per aiutare i pazienti ad interromperer l'assunzione di alcol e per guarire dai deficit cerebrali alcol correlati è necessario prendere in considerazone vari metodi trattamento adattandoli al singolo individuo.

Le avanzate tecnologie avranno un ruolo importante nello sviluppo di queste terapie. Tecniche di visualizzazione del cervello possono essere utilizzate per monitorare il corso e il successo dei trattamenti poichè la visualizzazione è in grado di rilevare i cambiamenti strutturali, funzionali e biochimici dei pazienti nel tempo. Sono in fase di sviluppo poi anche nuovi  promettenti farmaci per prevenire gli effetti dannosi dell'alcol e per promuovere la ricrescita di  cellule cerebrali in sostituzione di quelle danneggiate dall'alcol.


Indicazioni bibliografiche


*       Cannabis. Come perdere la testa e a volte la vita Risé Claudio,  San Paolo Edizioni

*       A nord del cuore. L'esperienza drammatica della droga come via di fuga da sé Simone Maura ;  L'Autore Libri Firenze


*       La droga: rischio sociale. Un libro per tutti Lai Guaita M. Pia ;  Carocci

*       Vincenzo Muccioli. In nome della vita Florio Regina;  Zois Giuseppe;  Ferrari Grafiche

*       Alcolismo  CLUEB

*       Diagnosi e valutazione nelle tossicodipendenze e nell'alcolismo. Addiction severity index. Con CD-ROM Consoli Augusto;  Bennardo Alberico ;  Centro Scientifico

*       Diagnosi e trattamento dell'alcolismo. Manuale per le professioni di aiuto Edwards Griffith;  Marshall E. Jane;  Cook Christopher C. ;  Cortina Raffaello

*       Alcool,  alcolici,  alcolismo Furlan Pier Maria;  Picci Rocco L. ;  Bollati Boringhieri





Musica , danza , divertimento , alcol , droga e anche sesso ......tutto un mondo inebriante , che affascina , attrae e trascina ,coinvolgendo mente e corpo , in una condizione di esaltazione di sensi e di emozioni ..... E' lo “sballo” , dicono i giovani ( ma anche tanti altri non più giovani ) , provare tutto ciò e trovarlo nei locali notturni , discoteche ed altri locali, .........e i genitori spesso lasciano fare , anche perchè si sono resi conto che ad ogni loro parola , di consiglio , di avvertimento , o di rimprovero , corrisponde sistematicamente una reazione o di chiusura o di aperta disobbedienza, difficilmente gestibile e che mettono in una condizione di inferiorità , facendo temere eventuali rischiose controreazioni ...............Tutto questo , quando fuori dal contesto familiare , gli interessi economici in tale campo sono in modo evidente prevalenti , per i grossi guadagni dal consumo di alcol e droghe , favoriti dalle purtroppo assai deboli campagne di informazione , che invece dovrebbero doverosamente essere realizzate in misura più decisa e in modo molto più incisivo dai competenti Organi istituzionali e pubblici , sulle dannose conseguenze per la salute e per altri seri motivi socio-comportamentali ed economici , specialmente riguardo alle nuove generazioni................Ma purtroppo , certi " valori " , già da troppi anni , sono stati rinchiusi nel cassetto , se non addirittura , gettati via come rifiuti , in nome di " false libertà " che in pratica , alla fine , si tramutano in abusi e in auto-lesionismi , in crisi depressive e purtroppo anche in morte


.Quando si ha una tanto giovane età , la coscienza è immatura , la vita viene vissuta come un sogno , in un continuo desiderio di nuove emozioni .....tutto questo lo sa benissimo chi ha perfettamente capito come sfruttare a proprio vantaggio la fragilità giovanile , per far soldi a palate , con la complicità di un contesto sociale moralmente sempre più involuto e volutamente incapace di liberarsi dai propri vizi ed interessi egoistici , ai limiti di un cinismo capace persino di trasformare in colpevoli quelli che non sono altro che le vittime del degrado sociale provocato da comportamenti generali , a volte anche a livelli istituzionali , di un abbandono di regole e principi morali e di civiltà.

Nessun commento:

Posta un commento