Informazioni personali

mercoledì 27 maggio 2020

Giustizia in crisi




                           GIUSTIZIA  IN  CRISI 



 In Italia , sono accaduti fatti ed episodi che denunciano un grave cortocircuito politico-mediatico-giudiziario e che ha messo in crisi la “Giustizia” , mettendo in serio pericolo la stessa Democrazia, nonostante che larga parte della magistratura svolga la propria funzione e il proprio lavoro con dedizione e professionalità. Infatti ,  il problema non riguarda l’intera magistratura, bensì riguarda le sue parti organizzate, il Consiglio Superiore della Magistratura  (CSM ) e la Associazione Nazionale dei Magistrati    (  ANM ) .



 All’interno si essi , già da diversi anni , si sono formati gruppi di potere ( partiti politici, organi di stampa, magistrati e incarichi dirigenziali  ) , che in connessione tra loro gestiscono  interessi particolari , diretti e immediati, generando in taluni casi , soprusi , collusioni, iniquità , corruzione, atti al di fuori dei principi di legalità e di giustizia , quindi al di fuori della stessa Costituzione. Pertanto , sono estremamente urgenti e indispensabili interventi , autorevoli , da parte del Capo dello Stato e degli Organi politici istituzionali allo scopo di procedere a riforme drastiche che riguardano , appunto , il CSM e la ANM , nella loro composizione e funzione , onde evitare che il Sistema giudiziario abbia a subire ancora contaminazioni e a produrre effetti nocivi in danno dei diritti democratici , costituzionali , di libertà e di giustizia nei confronti dei cittadini. 


Notizie 24 Ore     25 maggio 2020
Ecco la banda dei giudici corrotti: i dettagli dell’inchiesta che sta sconvolgendo la magistratura
I dettagli che stanno venendo fuori sono quasi agghiaccianti, si parla di sentenze vendute, elezioni annullate, depistaggi. C’è una vera e propria rete di toghe sporche al lavoro da Milano alla Sicilia
 L’articolo uscito oggi sull’Espresso a firma di Paolo Biondani tira fuori qualcosa di davvero assurdo.
Molti magari se lo aspettavano pure, ma di sicuro i dettagli che vengono fuori vanno al di là anche dell’immaginazione.
Su l’Espresso leggiamo i dettagli:
Un’inchiesta delicatissima, coordinata dalle Procure di Roma, Messina e Milano, continua a provocare arresti, da più di un anno, tra magistrati di alto rango. Non si tratta di casi isolati, con la singola toga sporca che svende una sentenza. L’accusa, riconfermata nelle diverse retate di questi mesi, è molto più grave: si indaga su un sistema di contropotere giudiziario, con tutti i crismi dell’associazione per delinquere, che si è organizzato da anni per avvicinare, condizionare e tentare di corrompere un numero indeterminato di magistrati. Qualsiasi giudice, di qualunque grado.
Al centro dello scandalo ci sono i massimi organi della giustizia amministrativa: il Consiglio di Stato e la sua struttura gemella siciliana. Sono giudici di secondo e ultimo grado: decidono tutte le cause dei privati contro la pubblica amministrazione con verdetti definitivi (la Cassazione può intervenire solo in casi straordinari). Molti però non sono magistrati: vengono scelti dal potere politico. Eppure arbitrano cause di enorme valore, come i mega-appalti pubblici. Interferiscono sempre più spesso nelle nomine dei vertici di tutta la magistratura, che la Costituzione affida invece al Csm. Possono perfino annullare le elezioni. L’indagine della procura di Roma ha già provocato decine di arresti, svelando storie allucinanti di giudici amministrativi con i soldi all’estero, buste gonfie di contanti, magistrati anche penali asserviti stabilmente ai corruttori, giri di prostituzione minorile e sentenze svendute in serie, «a pacchetti di dieci». Con tangenti pagate anche per annullare il voto popolare. Un attacco alla democrazia attraverso la corruzione.
L’antefatto è del 2012: un candidato del centrodestra in Sicilia, Giuseppe Gennuso, perde le elezioni per 90 preferenze e contesta il risultato, avvelenato da una misteriosa vicenda di schede sparite. In primo grado il Tar boccia tutti i ricorsi. Quindi il politico siciliano, secondo l’accusa, versa almeno 30 mila euro a un mediatore, un ex giudice, che li consegna al presidente del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, Raffaele Maria De Lipsis. Che nel gennaio 2014 annulla l’elezione e ordina di ripetere il voto in nove sezioni dei comuni di Pachino e Rosolini: quelle dove è più forte Gennuso. Che nell’ottobre 2014 conquista così il suo seggio, anche se ha precedenti per lesioni, furto con destrezza ed è indiziato di beneficiare di voti comprati. Il politico respinge ogni accusa. Che oggi risulta però confermata dalle confessioni di due potenti avvocati siciliani, Piero Amara e Giuseppe Calafiore, arrestati nel febbraio 2018 come grandi corruttori di magistrati.
L’esistenza di una rete strutturata per comprare giudici era emersa già con le prime perquisizioni. Nel luglio 2016, in casa di un funzionario della presidenza del consiglio, Renato Mazzocchi, vengono sequestrati 250 mila euro in contanti e una copia appuntata di una sentenza della Cassazione favorevole a Berlusconi sul caso Mediolanum. Altre indagini portano a scoprire, come riassume il giudice che ordina gli arresti, «un elenco di processi, pendenti davanti a diverse autorità giudiziarie», con nomi di magistrati affiancati da cifre. Uno di questi è Nicola Russo, presidente di sezione del Consiglio di Stato, nonché giudice tributario. Quando viene arrestato, nella sua abitazione spuntano atti di processi amministrativi altrui, chiusi in una busta con il nome proprio di Mazzocchi. Negli stessi mesi Russo viene sospeso dalla magistratura dopo una condanna in primo grado per prostituzione minorile. Oggi è al secondo arresto con l’accusa di essersi fatto corrompere non solo dagli avvocati Amara e Calafiore, ma anche da imprenditori come Stefano Ricucci e Liberato Lo Conte. Negli interrogatori Russo conferma di aver interferito in diversi processi di altri giudici, su richiesta non solo di Mazzocchi, ma anche di «magistrati di Roma» e «ufficiali della Finanza». Ma si rifiuta di fare i nomi. Per i giudici che lo arrestano, la sua è una manovra ricattatoria: l’ex giudice cerca di «controllare questa rete riservata» di magistrati e ufficiali «in debito con lui per i favori ricevuti».
Anche De Lipsis, per anni il più potente giudice amministrativo siciliano, ora è agli arresti per due accuse di corruzione. Ma è sospettato di aver svenduto altre sentenze. La Guardia di Finanza ha scoperto che la famiglia del giudice ha accumulato, in dieci anni, sette milioni di euro: più del triplo dei redditi ufficiali. Scoppiato lo scandalo, si è dimesso. Ma anche lui ha continuato a fare pressioni su altri giudici, che ora confermano le sue «raccomandazioni» a favore di aziende private come Liberty Lines (traghetti) e due società immobiliari di famiglia dell’avvocato Calafiore, che progettavano speculazioni edilizie nel centro storico di Siracusa (71 villette e un ipermercato) bocciate dalla Soprintendenza.
L’inchiesta riguarda molti verdetti d’oro. Russo è accusato anche di aver alterato le maxi-gare nazionali della Consip riassegnando un appalto da 338 milioni alla società Exitone di Ezio Bigotti e altri ricchi contratti pubblici all’impresa Ciclat. Per le stesse sentenze è sotto inchiesta un altro ex presidente di sezione del Consiglio di Stato, Riccardo Virgilio: secondo l’accusa, aveva 751 mila euro su un conto svizzero. Per ripulirli, il giudice li ha girati a una società di Malta degli avvocati Amara e Calafiore.
Tra gli oltre trenta indagati, ma per accuse ancora da verificare, spicca un altro presidente di sezione, Sergio Santoro, ora candidato a diventare il numero due del Consiglio di Stato.
A fare da tramite tra imprenditori, avvocati e toghe sporche, secondo l’accusa, è anche un altro ex magistrato amministrativo, Luigi Caruso. Fino al 2012 era un big della Corte dei conti, poi è rimasto nel ramo: secondo l’ordinanza d’arresto, consegnava pacchi di soldi alle toghe sporche ancora attive. Lavoro ben retribuito: tra il 2011 e il 2017 l’ex giudice ha versato in banca 239 mila euro in contanti e altri 258 mila in assegni.

lunedì 11 maggio 2020

TUTELA DEL LAVORO


INTERVENTI FONDAMENTALI A TUTELA DEL LAVORO  

Nei casi di gravi calamità naturali ( terremoti, alluvioni, pandemie, etc..) , le quali provochino situazioni di grave danno economico e sociale nei confronti di lavoratori, di piccole e medie imprese , costretti ad interrompere , per tali eventi, le proprie attività lavorative e commerciali ,  i suddetti soggetti hanno il diritto di essere esonerati , durante il periodo di inattività e sino alla ripresa di normalizzazione delle attività medesime,  dal pagamento degli oneri fiscali , tributari , per servizi e affitti , nonché dei mutui e prestiti  , ivi compresi i previsti interessi finanziari , erogati ai suddetti soggetti da parte di istituti bancari o finanziari . Tali oneri devono essere presi in carico dallo Stato e computabili successivamente nel sistema di fiscalità generale , secondo criteri di equità e proporzionalità rispetto alla ricchezza e ai redditi percepiti dai contribuenti .Inoltre , devono essere liquidati con urgenza alle imprese tutti i crediti non pagati dall’Amministrazione statale. 

In tali contesti  e in ordine ai danni provocati dalle suddette calamità , deve essere vietato oppure quanto meno  reso inefficace , quindi improduttivo di effetti reali,  qualsiasi intervento che sia rivolto alla esecuzione di pignoramenti o di forzoso impossessamento di beni che si trovino in proprietà dei soggetti rimasti danneggiati dalle calamità stesse .


A SEGUITO DELLA PANDEMIA DA COVID19

IL DOVERE DEL GOVERNO PER EVITARE IL PROSSIMO E QUASI CERTAMENTE IRRIMEDIABILE DEFINITIVO COLLASSO DEL MONDO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE DEL PAESE , E’ QUELLO DI PROVVEDERE ED INTERVENIRE CON ESTREMA URGENZA , TENENDO CONTO CHE SITUAZIONI ECCEZIONALI RICHIEDONO MISURE ECCEZIONALI .

ESIGENZE URGENTI DI SOSTEGNO ECONOMICO PER GRAVI SITUAZIONI CRITICHE DI LAVORO RICHIEDONO :

INTERVENTI ECCEZIONALI DI EROGAZIONE DI RISORSE ECONOMICHE ATTRAVERSO STRUMENTI E MEZZI ECCEZIONALI CHE ASSICURINO IL RICEVIMENTO URGENTE E DIRETTO DEL SOSTEGNO ECONOMICO AL RICHIEDENTE, SENZA PASSARE DALLE NORMALI E CONSUETE PROCEDURE BUROCRATICHE , PREVISTE DALLE NORME AMMINISTRATIVE IN VIGORE

 ED INOLTRE , INTERVENTI ECONOMICI ED OPERATIVI , CHE CONSENTANO , NELLA FASE DI RIPRESA DELLE ATTIVITA' LAVORATIVE , I PIU’ ESTESI E RIPETUTI MONITORAGGI E RILEVAMENTI SISTEMATICI SULLA CITTADINANZA IN ORDINE A POSSIBILI ULTERIORI CONTAGI DA CORONAVIRUS , PROVVEDENDO CON CONSEGUENTI MIRATE E TEMPESTIVE MISURE SOCIO-SANITARIE NEI CONFRONTI DEI SOGGETTI INTERESSATI, PER EVITARNE LA DIFFUSIONE.

mercoledì 6 maggio 2020

UNIAMOCI !



 Concittadini , UNIAMOCI !

Uniamoci , in nome della nostra Costituzione , per poter uscire dalla crisi che attualmente ci attanaglia economicamente e socialmente , dobbiamo fare ricorso a tutte le  nostre risorse , intellettuali e fisiche ,  alle nostre energie , per riprendere le attività produttive di crescita e di sviluppo economico e sociale , individuale , familiare , imprenditoriale .


Dobbiamo tutti insieme , noi cittadini ,  collaborare e ciascuno , con la propria parte , per venire incontro a chi vuole ed è capace , con il proprio lavoro , di far emergere la qualità dei prodotti italiani ; dobbiamo tutti  sostenere l’opera meritoria di quanti svolgono funzioni importantissime e delicate nell’ambito delle Istituzioni dello Stato , nel campo Sanitario , dell’Ordine Pubblico , della Protezione Civile , della Assistenza Sociale e Volontariato, della Difesa , della Giustizia,  della Istruzione , della Cultura, dell’Ambiente .

Uniamoci nel volere avere un Governo capace di realizzare una politica sana , costruttiva , efficace , giusta ; un Governo che sappia difendere e proteggere  l'Italia , il nostro Paese , i cittadini onesti e laboriosi , attraverso una gestione corretta e produttiva delle risorse nazionali , incentivando iniziative di lavoro privato e opere di pubblica utilità, attraverso un sistema fiscale che sia equo, che sia finalizzato a realizzare una effettiva redistribuzione della ricchezza nazionale , a sostegno dei ceti più deboli, a sostegno dei giovani , degli anziani , dei disabili, attraverso una  forte e decisa attività di contrasto contro i politici e amministratori corrotti , i mafiosi , criminali e speculatori che esercitano atti vessatori sui più deboli e indifesi , i disonesti che lucrano sui bisogni e sui beni delle persone con falsificazioni di atti e manipolazioni di prodotti dannosi per la salute e per la vita sociale , i denigratori e discriminatori  di razze e di ceti sociali.


Nella storia d'Italia i "linciaggi " contro personaggi scomodi al sistema corrotto sono stati parecchi e purtroppo avendo raggiunto lo scopo .......continuano ad esservi !




INGIUSTIZIA  SOCIALE
L’Italia è al primo posto  tra i Paesi europei  riguardo allo squilibrato  rapporto tra stipendi dei parlamentari e la paga media dei cittadini : Una situazione da ritenere profondamente ingiusta .
Infatti il nostro Paese non si distingue soltanto per avere gli stipendi parlamentari più alti d’Europa, ma anche per avere il peggior rapporto tra la paga media degli eletti e la paga media dei cittadini. 125.220 euro lo stipendio base di un parlamentare, 4,23 volte i 29.599 euro dello stipendio medio italiano, senza dubbio il rapporto più distanziato d’Europa.
Una ingiustizia sociale , che diviene scandalosa  se consideriamo che ( Secondo Istat ) nel 2020 , oltre 5 milioni di poveri assoluti  -  di persone (l'8,4% del totale) distribuite in 1,8 milioni di famiglie,  e circa 9 milioni e trecento mila di individui in povertà relativa , oltre a 18 milioni che sono ritenute a probabile rischio di povertà ,  mentre , nella popolazione  il 10 per cento più ricco arriva a superare il 50 per cento della ricchezza totale.
Tutti questi dati di disuguaglianza sociale sono destinati a crescere in modo drammatico a causa delle conseguenze derivate dalla pandemia Covid19 , con allarmanti aumenti della disoccupazione e delle persone in condizioni di povertà , anche assoluta.
Politici ,parlamentari e governi che , anno su anno , hanno ridotto alla nudità un Paese , il nostro , prima ricco di risorse , spogliandolo e lasciandolo senza alcuna difesa da ogni improvviso attacco e anche come bersaglio di critiche e derisioni che il popolo non merita, divenuto oggetto di speculazioni che mortificano la dignità e l'onestà di milioni di persone e che spengono le speranze di tanti giovani che si vedono sbandati , si sentono imprigionati in una morsa di paure , di incertezze , davanti ad un futuro senza luce .

INTERVENTI FONDAMENTALI A TUTELA DEL LAVORO 

Nei casi di gravi calamità naturali ( terremoti, alluvioni, pandemie, etc..) , le quali provochino situazioni di grave danno economico e sociale nei confronti di lavoratori, di piccole e medie imprese , costretti ad interrompere , per tali eventi, le proprie attività lavorative e commerciali ,  i suddetti soggetti hanno il diritto di essere esonerati , durante il periodo di inattività e sino alla ripresa di normalizzazione delle attività medesime,  dal pagamento degli oneri fiscali , tributari , per servizi e affitti , nonché dei mutui e prestiti  , ivi compresi i previsti interessi finanziari , erogati ai suddetti soggetti da parte di istituti bancari o finanziari . Tali oneri devono essere presi in carico dallo Stato e computabili successivamente nel sistema di fiscalità generale , secondo criteri di equità e proporzionalità rispetto alla ricchezza e ai redditi percepiti dai contribuenti .Inoltre , devono essere liquidati con urgenza alle imprese tutti i crediti non pagati dall’Amministrazione statale. 

In tali contesti  e in ordine ai danni provocati dalle suddette calamità , deve essere vietato oppure quanto meno  reso inefficace , quindi improduttivo di effetti reali,  qualsiasi intervento che sia rivolto alla esecuzione di pignoramenti o di forzoso impossessamento di beni che si trovino in proprietà dei soggetti rimasti danneggiati dalle calamità stesse .

IL DOVERE DEL GOVERNO

IL DOVERE DEL GOVERNO PER EVITARE IL PROSSIMO E QUASI CERTAMENTE IRRIMEDIABILE  DEFINITIVO COLLASSO DEL MONDO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE DEL PAESE , E’ QUELLO DI PROVVEDERE ED INTERVENIRE CON ESTREMA URGENZA , TENENDO CONTO CHE SITUAZIONI  ECCEZIONALI  RICHIEDONO MISURE ECCEZIONALI .

 ESIGENZE URGENTI  DI SOSTEGNO ECONOMICO PER GRAVI SITUAZIONI CRITICHE DI LAVORO  RICHIEDONO :
INTERVENTI ECCEZIONALI DI EROGAZIONE DI RISORSE ECONOMICHE  ATTRAVERSO STRUMENTI E MEZZI ECCEZIONALI  CHE ASSICURINO IL RICEVIMENTO URGENTE E DIRETTO  DEL SOSTEGNO ECONOMICO AL RICHIEDENTE, SENZA PASSARE DALLE NORMALI E CONSUETE PROCEDURE BUROCRATICHE , PREVISTE DALLE NORME AMMINISTRATIVE IN VIGORE.
PROVVEDIMENTI URGENTI VOLTI AL BLOCCO TEMPORANEO  DELLE RICHIESTE FISCALI DI IMPOSTE E TASSE , DI SPESE DI LOCAZIONE , DI MUTUI , E ALTRI ONERI PER SERVIZI , NEI CONFRONTI DI IMPRESE CHE SIANO STATE COSTRETTE AL FERMO DELLE ATTIVITA’ LAVORATIVE A CAUSA DELLA PANDEMIA COVID19.

 
LA BUROCRAZIA IN ITALIA

Perché la burocrazia in Italia è così complessa ,con troppe norme, troppi uffici, troppi controlli ?
Ciò è dovuto al reciproco e carente rapporto di fiducia tra le istituzioni e i cittadini. In sintesi , al fatto che le istituzioni assumono posizioni troppo rigide nei confronti della società civile e che in essa vi è una spiccata tendenza ad aggirare le norme , a trasgredire le leggi , per interessi individuali , partitici e di clan . Le istituzioni , nella finalità di ottenere più controlli e trasparenza , aumentano la complessità delle norme e dei passaggi burocratici , accrescendo, paradossalmente, ancor più la tendenza all'aggiramento e alla trasgressione delle stesse, generando un circolo vizioso che sembra non avere limiti ; un fenomeno che ostacola la realizzazione di importanti iniziative per lo sviluppo ed il progresso economico e sociale del Paese.

Ogni prospettiva di crescita e di sviluppo socio-economico non potrà mai realizzarsi in misura soddisfacente in Italia sino a quando continueranno ad essere  fattori pesantemente e diffusamente presenti  : la corruzione , gli appalti truccati , le truffe , le falsificazioni di atti ed altri atti illeciti e  influenze e complicità politico- criminali, nell’ambito dei rapporti tra cittadini e la pubblica amministrazione .