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mercoledì 17 ottobre 2018

LA MENTE


LA  MENTE  -  Il pensiero , libertà o prigione  ?

Quante volte noi ci sentiamo “imprigionati “  nella gabbia  dei nostri pensieri ? Pensieri che ci perseguitano , dei quali vorremmo liberarci , ma di cui non possiamo , non ne siamo capaci .

La nostra mente è sì una fonte inesauribile  di idee , di speranze , ma spesso di illusioni di libertà , e soprattutto di una presunta autonomia che , però ,  in effetti è difficoltosa ,  quasi  inesistente .

 Perché essa , la nostra mente , purtroppo costringe la “volontà “ di essere liberi  verso percorsi già delineati , già “strutturati”  e già costruiti , le cui tracce  indelebili , ben conservate nella mente , rivelano inesorabilmente che i nostri pensieri , per quanto liberi , sono sempre costretti  , prima o poi , a tenerne conto , ad  affrontarle e spesso a seguirle.

 La nostra mente trascina il peso di tutto quel bagaglio di esperienze cognitive , emotive , psicologiche e fisiche , che  configurano e si identificano con la nostra “coscienza “  e che  caratterizzano la nostra esistenza , la nostra vita quotidiana , i nostri rapporti con gli altri , e con le stesse cose fisiche , secondo scenari  che spesso generano  ansie  e sofferenze . 

In una sorta di conflitto , nel quale  , fortunatamente , la forza della volontà , della speranza  nel divenire , a volte ha il sopravvento , traendo energie straordinarie  dalla capacità della fantasia , della immaginazione , del sogno , che sono  l’unica  via d’uscita  verso  la “libertà “.



Tutti noi siamo continuamente e sempre costretti a vivere delle emozioni nel momento presente , nelle nostre gioie e dolori dei ricordi e nei rimpianti del passato , e anche a vivere del futuro , con le nostre ansie e le nostre speranze nel domani .
Riuscire a vivere di una vera e reale " pace " , è come vivere in assenza di emozioni e ciò non è un fenomeno umano , nè di vita .

In pratica , è come stare in una situazione di “stasi “ , solo identificabile alla morte.

Se voler “ essere in pace “, non significa soltanto esserlo con la propria “coscienza “ , bensì  significa “ fuggire “ dalle emozioni , allontanarsi da tutto  e da chiunque possa procurare motivo di turbamenti emotivi ,  evitare di trovarsi con persone o in situazioni  sgradevoli , chiudendosi e respingendo i disagi provenienti dal mondo esterno , estraniandosi ed evitando il confronto , dialettico , fisico , che a volte può diventare anche aspro e contradditorio , con gli altri ,  allora il voler “ vivere in pace “  significherebbe  il voler vivere una vita  “ innaturale “ , astratta , senza né forma , né colore , piatta e fredda , ridotta ad una “ contemplazione “ di se stessa in un tempo immutabile e quindi irreale.

Vuol dire , rinunciare al coraggio di vivere.

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