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lunedì 28 maggio 2018

LA MORTE DI UN GOVERNO POPULISTA


   

           LA  MORTE  DI  UN  GOVERNO  “ POPULISTA “

Domenica , 27 maggio 2018 , si è verificata la morte  per  “ aborto”  , non spontaneo , bensì provocato , del neo- “ governo del popolo “ , generato dall’unione fra M5S e Lega.

Un governo che  dal 4 marzo 2018 , era in gestazione  e  in via di completamento , con un già nominato presidente del consiglio nella persona  del prof.Giuseppe Conte , e indicati  dallo stesso Conte tutti i ministri , ivi compreso quello dell’economia nella persona del prof. Paolo Savona .

Paolo  Savona  ,  un economista di fama internazionale , non accettato  dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  in quanto  non gradito dallo establishment  europeo per le sue posizioni e idee critiche  riguardo la politica monetaria e finanziaria  esercitata con la moneta unica euro ,  appunto , dall’Europa e nella fattispecie dalla  Germania , la cui politica è stata  e continua ad essere nel mantenere la propria posizione dominante  rispetto agli altri Paesi europei .   

A  questo punto , c’è da chiedersi  realmente    Cui prodest  ? “ .  Il non aver fatto nascere il “ governo del popolo “ , delle cosiddette forze politiche “populiste” , è senz’altro giovato a troppi  . Soprattutto è giovato a quei cosiddetti “ poteri forti “ , rappresentati da gruppi finanziari ( il gruppo Bilderberg e & ) che temono l’avvento di qualche governo fra i Paesi europei , come è avvenuto in Italia,  le cui posizioni siano di critica e di contrasto nei confronti  di una politica finanziaria  europea  accentratrice , ritenuta di natura autarchica ,  e ostativa  rispetto ad un tipo di economia reale necessaria allo sviluppo sociale di una nazione . Situazioni  che possono determinare  grave crisi nell’intero  sistema  bancario a livello europeo , con instabilità e rischi sul mantenimento dell’euro nei rapporti  con il  sistema monetario mondiale e  conseguenti  rischi di perdita di enormi interessi economici  in danno di quanti detengono il potere di controllo e di gestione delle finanze dell’unione europea .    


 E’ giovato alle forze politiche di opposizione ( PD e altre ) , specie nei confronti del M5S , che ha ottenuto il 32 % dei consensi elettorali ,  ma che adesso , purtroppo ,  viene a trovarsi in una situazione di svantaggio , posto che nelle prossime e inevitabili elezioni ( ottobre 2018  ? ) , dopo la altrettanto inevitabile sfiducia parlamentare nei confronti del “governo del presidente “  , presieduto da Carlo Cottarelli ,  il partito della Lega di Salvini , già in evidente ascesa nei sondaggi , giungerà ad una posizione di netto vantaggio , tale da essere in grado di far nascere  ( con la stessa legge elettorale ) un governo di coalizione  di centro-destra ( Lega , FI e FdI ), questa volta  molto più forte , senza aver bisogno  dei  voti  del M5S , che  molto probabilmente , registrando una consistente perdita  e un travaso di voti verso la Lega , potrebbe trovarsi ad andare  all’opposizione , come forza politica  alternativa , di centro sinistra , inglobando già iscritti a partiti di sinistra ( L e U ) e  di un  PD  renziano , destinato a scindersi .

Chiaramente , allora , lo scenario  cambierà  sostanzialmente  a favore  di un nuovo “ sistema politico “ , appunto di centro destra ,  più deciso a tutelare interessi economici nazionali rispetto all’Europa e un mondo della produzione e del lavoro che negli anni si è sviluppato  e radicalizzato nel nord Italia .  Ciò  determinerà una linea politica ed economica  non disposta a spendere elevate risorse economiche e finanziarie  in forma assistenzialistica a favore  di  regioni di un meridione d’ Italia , già in condizioni di difficoltà , sia  economica , sia sociale  e che  pertanto dovrà continuare a sopravvivere di affari  e intrecci sempre più opachi e clientelari , e arrendersi a situazioni di arretratezza  e ad un inarrestabile fenomeno di emigrazione di giovani  verso il nord Italia e oltre.   



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