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martedì 1 dicembre 2015

LA DISONESTA'





                                                    LA  DISONESTA’

Chiaramente , per poter definire la “ disonestà “  abbiamo  bisogno , innanzitutto , della  definizione di “ Onestà “ .
 L'Onestà (dal  latino  honestas) indica la qualità umana di agire e comunicare in maniera sincera, leale e trasparente, in base a princìpi morali ritenuti universalmente validi. Questo comporta l'astenersi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla professione che si esercita ed all'ambiente in cui si vive.
L’Onestà  è la qualità morale di chi rispetta gli altri e agisce lealmente verso il prossimo .
Onestà  significa  anche progresso e benessere sociale .
Secondo tali principi  l'onestà si contrappone ai più comuni disvalori nei rapporti umani, quali l'ipocrisia, la menzogna ed il segreto, la corruzione , la concussione , la falsità , la truffa , l’infedeltà ; in altri termini ,  alla  “ disonestà “ .
 L'onestà ha infatti un'importante centralità nei rapporti sociali e costituisce uno dei valori fondanti dello stato di diritto ;  tant’è  che  la “ disonestà “  viene a costituire , viceversa , il  tarlo  che  corrode  profondamente e irrimediabilmente  i  pilastri  di  ogni  assetto  sociale  fondato  e  retto  da  norme  giuridiche  che  contemplino  principi  e  ideali  di  ordine democratico , di legalità e di giustizia .  
Una  persona  è  definita  onesta  quando  si attiene a principi di integrità morale, di giustizia, di rettitudine .
Se è coscienziosa , scrupolosa  nello svolgimento di un lavoro o  di  un  incarico , di  un servizio  pubblico .  Se  è  sincera e  corretta  nei rapporti  familiari , come  in  quelli  di  tipo professionale  e sociale .
Tutti  ci  lamentiamo  che  nella nostra società , sia  nell’ambito  del nostro Paese , come  in  campo  più  generale ,  la  vita  sociale  , quella  riferita  ai  rapporti  di  convivenza  civile  nonché  a  quelli  politici , continua  senza  interruzioni  a registrare , sotto l’aspetto etico-morale , crepe  e  storture  assai profonde  e  allarmanti .
Ci  lamentiamo   perché  vorremmo  vivere  meglio ,  senza  dover  subire  problemi  ,  a volte pesanti  e  gravi , di natura  economica , ambientale , lavorativa , professionale , nonché  familiare . Senza  considerare  però  che , spesso , ciò che vorremmo  dipende proprio  da noi stessi , dal  nostro comportamento ,  se  non  in  tutto , sicuramente in parte.  Infatti , noi pretendiamo  solitamente dagli  altri  quei comportamenti  che vorremmo non  siano in contrasto  con  noi  , ma senza  rivedere  ,  in modo  autocritico , i  nostri stessi comportamenti verso gli altri.
La  vita  sociale diventa  in  tal  modo  uno “ scarica-barile “  ;  un  processo vizioso , una  spirale , al  cui  fondo  affiora  solo   scontentezza , insoddisfazione , infelicità  nelle relazioni e  a  volte  rabbia , verso tutto e tutti .
E’ vero che  non  tutti  ci  comportiamo  allo stesso modo ; è vero che ci sono  persone che si comportano onestamente  e in modo corretto verso gli altri  e   che  reagiscono di  fronte  a  storture , a illegalità , a scorrettezze , ma  purtroppo  si  sentono  soli , come figli abbandonati  in una società che ha perduto i suoi valori  morali fondamentali , in un contesto  sociale  nel  quale  la  voce “ onestà “  non  risuona  più , soffocata  da  mille  altre  voci  altisonanti , di  interessi finanziari , di capitali , e  conseguentemente  di  cronaca  giudiziaria , di speculazioni , di  evasioni , di corruzione ;   ma  non  solo , anche  di  tradimenti , di crisi coniugali e  divorzi , di drammi familiari  e purtroppo di violenze .
Allora , è  la “ disonestà “   quella che ha il sopravvento  su  ogni cosa , su ogni attività , senza confini  e nel mondo .   Essa  assume  varie  vesti ,  soprattutto quelle  della ipocrisia  e della falsità , che sono  le  più  usate  , perché  le  più utili e più opportune  ,  sia in campo  laico , socio-politico , sia in campo religioso-clericale .
Disonesto è  colui che ruba , che truffa , che corrompe , ma  anche colui che viola il giuramento di fedeltà, come  è  disonesto   chi sta alla  guida  di  Governo  ed utilizza  gli strumenti del potere politico  per  procacciarsi  favori o interessi personali  oppure  prendendo accordi  con gruppi di poteri finanziari  stranieri  allo scopo  di favorire  gli interessi  di  questi ultimi , ma  a  scapito  del bene e degli interessi della collettività  del  proprio Paese.
A  volte , però , la disonestà ,  realizzata attraverso la menzogna  o  il  falso ,   può  assumere   in casi particolari  persino  una legittimità istituzionale  , allorquando  essa  viene  esercitata  per    ragioni  di Stato “.
E’ sicuramente   allarmante  quando  il fenomeno  di  disonestà  riguarda  in  modo diffuso e  grave  persone  appartenenti  e  responsabili  di  organi politico-istituzionali di un Paese ,  ma  è  altrettanto  preoccupante  quando  si  è  costretti a registrare  la  gravità del fenomeno  a  causa  di  diffusissimi  comportamenti  ed  atti disonesti  anche nell’ambito  professionale , lavorativo  e  privato  familiare , nei  più  diversi  ceti  sociali.   
Infatti ,  si  può  notare  che  in  questi  tempi  della  cosiddetta “ onestà”  si parla ben poco ;  mentre , dovrebbe essere “ reclamizzata “  continuamente  e diffusamente , come un prodotto benefico  per la salute  sociale  e dovrebbe costituire  materia  educativa  e disciplinare  negli istituti scolastici di ogni tipo e grado .
   Nelle riunioni  fra  persone , in genere , si  cerca  di  evitare  di  parlarne  in  modo esplicito , forse  per  non  creare  imbarazzo fra  i  presenti , come se  qualcuno degli astanti  potesse  sentirsi  sotto accusa !
Sta di fatto che coloro  che  alzano  e sventolano la  bandiera  con su scritto “ Onestà, onestà “ , sono a tutt’oggi  considerati  un  po’  fanatici .   O  sono  giovani , giustificabili  in quanto  ancora con poca esperienza di vita , oppure sono ritenuti  vecchi rimbecilliti  che hanno perduto la memoria  o che hanno perduto il senso della realtà .
Ma  quale  sarà  il  futuro ?    Qualcuno dice : “ Il futuro è solo nelle mani di dio “  .  Ma le cose non stanno propriamente così !
Coloro che  hanno  una determinata   fede religiosa  oppure che  credono  comunque  nell’esistenza dello spirito umano e dello spirito  universale , sanno , anche per esperienza di vita , che  la  Entità  Suprema Spirituale ( che si chiami  Dio ,  o  Allah  o in altri  diversi  modi ) lascia molte opportunità agli esseri umani  di scegliere fra il Bene ed il Male ,  fra  essere onesti  oppure disonesti , e quindi di  decidere sulla propria sorte .
Pertanto ,  la  questione  non  sta nel  credere  in  una  religione anziché in un’altra , o  nell'essere  agnostici anzichè credenti ,  allorquando si vuole   accettare  e  realizzare nella  propria vita  e nei rapporti con gli altri  il  principio , il valore  della “ Onestà “ ,  quale  base   fondamentale  per  una  sana  e  corretta  convivenza  fra  esseri  umani , di  qualsiasi razza siano  .
 Diversamente , è  inevitabile  che  con  il  predominio della disonestà  ,  in  particolare  quella della politica, dovrà  allargarsi  drammaticamente la forbice fra  coloro , sempre in aumento , che patiscono le sofferenze della povertà  e coloro che , appartenenti  ad un ceto  privilegiato  e minoritario ,  invece fruiscono  di  beni  ed  agi sempre più  elevati e sovrabbondanti .


Per  questi motivi   , in  Italia , abbiamo  il  bisogno , l’ impellente  esigenza di  un  ritorno  alla                                 “ Moralità ” ,  al  principio  etico-morale  della  “ Onestà “
                                        LA  MORALITA’ , nel senso dell’ONESTA’  e  correttezza istituzionale .
   Ci  lamentiamo  perché , pur  dovendo pagare  tante  tasse  ,  i servizi  pubblici  funzionano  male  o  sono  gravemente  insufficienti   e  la  crescita economica e sociale nel  nostro Paese  è  troppo  lenta  rispetto a  quella  di  altri Paesi europei , nonostante la presenza di  attuali  condizioni congiunturali più favorevoli  rispetto agli  anni  passati ?  
La  risposta  più  immediata , naturalmente ,  è  quella  che  riguarda  la  politica  del Governo  e  degli  Organi legislativi  sulla  gestione delle risorse  pubbliche .
 Infatti ,  se  vi  sono  carenze  o  inefficienze ,  le  cause  sono  dovute   a  motivi  ben precisi e diversi :
  al  fatto  che  vi  sono  troppi  sprechi di denaro ; troppe opere pubbliche rimaste incompiute , eccessivi costi  e ritardi nelle  relative realizzazioni ; inadempienze  e   violazioni di norme in materia di appalti ;  molto  gravi le condizioni di disuguaglianza  e di sperequazione economica fra  ceti sociali  per  una  iniqua  redistribuzione  della  ricchezza  nazionale  e   un  iniquo  sistema  di  imposizione  fiscale ;  che  l’apparato burocratico  degli  enti  pubblici  è  troppo  complesso , inutilmente  ripetitivo , dispersivo  e  quindi  economicamente oneroso , difettoso nella organizzazione e controlli  gestionali  e quindi  nella resa ed efficienza lavorativa-burocratica ; che  l’apparato giudiziario risente di carenze strutturali , di personale , di complessità procedurali  e quindi di lentezze decisionali  e sovrabbondanza di pendenze  processuali ; che il sistema penitenziario  presenta  gravi  carenze  di  ordine strutturale , carceri insufficienti  e quindi  sovraffollate , carenze di personale di vigilanza penitenziaria ; che  gli  apparati  preposti all’ordine pubblico  risentono anch’essi  di carenze strutturali , di mezzi e di personale operativo ;  che  l’apparato  sanitario  presenta  gravi  squilibri  strutturali e funzionali  nell’ambito  delle  diverse  regioni  d’Italia ;  che  gli  istituti   scolastici  accusano  gravi  carenze sotto l’aspetto della manutenzione  e  sicurezza  strutturale  degli  immobili  ;  che  in  tutto il territorio nazionale  sono assai carenti  le  opere  di  salvaguardia  e  della messa in sicurezza  di luoghi abitativi  riguardo  al rischio  sotto l’aspetto  idrogeologico  e  degli eventi  tellurici .
Problemi  gravissimi   , tutti questi ,  ma  che  potrebbero  essere  risolti  positivamente , ed  anche  in tempi  ragionevolmente non lunghi ,   solo  che  vi  fosse  , da parte dei predetti  Organi di Governo e Legislativi ,  la reale  “volontà “  politica  di  risolverli , con  decisione e in modo responsabile  e con  elevato  senso  istituzionale  e  di  giustizia sociale.
Però ,  oltre  alla “volontà  e  capacità politica “  quali presupposti fondamentali , vi è un altro  e  ben  più  influente  fattore , che  è  al  di  fuori  dell’ambito  delle  competenze  organizzative  e  gestionali  di  carattere  politico - istituzionale  ;  tale  fattore  riguarda  la  “ Moralità nel senso della Onestà “  , non  solo riguardo a  chi riveste incarichi e responsabilità pubbliche , bensì anche  riguardo  ai comportamenti  dei privati cittadini  nell’ambito dei rapporti  sia privati , sia con i pubblici dipendenti .
  La  Moralità  , nel senso della onestà e correttezza,  è  il binario  insostituibile  sul  quale  deve  procedere  la  locomotiva  dell’amministrazione pubblica  riguardo  alla  gestione del “ bene  e  delle risorse pubbliche “ , affinchè  possa  esservi  vera  e  reale  evoluzione  e crescita  sociale  nel Paese .
Nessun  programma  governativo ,  di  qualsiasi  colore  politico  esso  sia  ,  può  sortire  buoni  risultati  o  comunque soddisfacenti  per  l’interesse  ed il bene  della collettività ,  se  chi  vi  mette mano  o  in  qualche  modo  ne  è  interessato , approfitta  della  propria  posizione pubblica  per  trarne  un  vantaggio personale  illecito , attraverso la corruzione , la concussione , l’abuso d’ufficio , etc..  
Così come  non  possono  ottenersi  condizioni  di  benessere  sociale  e  convivenza  civile , se  nello  stesso  ambito   della  cittadinanza  ,  il  fenomeno  dei  comportamenti  illegali ,  della  violazione  delle  leggi , viene  ad  assumere  livelli  allarmanti  per  la  sua  diffusione  e capillarità  nei  più diversi  ceti  sociali ,  per  la  crescente  mentalità  di  considerare  lo Stato  come un  Ente  estraneo  e  conflittuale  ,  e le sue leggi come ostacoli  al raggiungimento  di ciascun  interesse privato .
In  conclusione , una “ Società “  in  cui la  corruzione  ed  il  malaffare , nonché  i  traffici  della  criminalità  organizzata  , assumono  ad  ogni  livello  posizioni  di  rilievo  e  sempre più pericolose , è destinata  ad  essere  drasticamente  e  irrimediabilmente  emarginata  da  ogni  contesto  internazionale , e  conseguentemente  a  diventare  sempre meno  competitiva ; destinata   a registrare  aumenti  di  ceti sociali sempre più poveri ,  disuguaglianze  profonde  rispetto a minoranze sempre più ricche e benestanti ; e conseguentemente , gravi  insofferenze  popolari  e  disaffezione  e sfiducia  verso  le istituzioni  dello  Stato  e  della politica.


1 commento:

  1. Gatewit
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    Corruzione in politica, veneti guardatevi allo specchio
    I casi Galan prima e Formigioni oggi parlando in un 'Italia ricca, che dà troppo facilmente addosso alla classe dirigente, senza fare autocritica
    Noi italiani siamo bravi, noi italiani siamo proprio bravi. Quando emigriamo nelle università estere siamo più brillanti degli altri. In fondo siamo creativi ed industriosi, siamo il secondo paese europeo per produzione manifatturiera. Quando quasi increduli ci ripetiamo questo mantra ottimistico inevitabilmente un interrogativo ci assale: allora perché andiamo più piano degli altri? Perché il Paese sembra essersi inceppato?
    La risposta è molto semplice: siamo disonesti. La disonestà non è una mera questione etica, è l’ostacolo e il freno dello sviluppo del nostro sistema. Siamo disonesti noi e disonesta è la nostra classe dirigente. Quando urliamo contro i politici di fatto rifiutiamo di guardarci allo specchio, mettiamo in atto un meccanismo di autoassoluzione. Perché 200 miliardi all’anno di evasione, 140 miliardi all’anno di economia mafiosa e 60 miliardi di corruzione significa dover tagliare la sanità e la scuola, non avere la possibilità di mettere in atto politiche economiche espansive.
    Ecco perché il caso Formigoni parla anche di noi. Condannato in primo grado a 6 anni di reclusione, secondo i pm avrebbe messo in piedi un’articolata architettura di potere dalla quale avrebbe ricevuto 8 milioni di tangenti. Appalti pilotati, lavori distribuiti preferibilmente alle aziende “affini” significa far lievitare i costi. Per quelli che rubano paghiamo tutti. Questa è la triste storia che accomuna la locomotiva d’Italia, la Lombardia al Veneto. Due presidenti, Formigoni e Galan, due sistemi di potere opachi, due condanne per corruzione. Giganti economici e nani politici – nani ladri, peraltro.
    Rileggere “Veneto anno zero” di Renzo Mazzaro sarebbe indispensabile, bisognerebbe presentarlo nelle scuole. Il sistema di corruzione costruito sull’affare del Mose profuma di repubblica delle banane. Per anni il Consorzio Venezia Nuova ha distribuito appalti senza bandi di gara. Quando Bolkenstein minacciò un procedimento di infrazione, l’Italia contrattò e riuscì ad ottenere che solo il 51% degli appalti dovessero passare per i bandi di gara. Come dire, almeno metà lasciatecela dare ai nostri amici. Alla fine solo il 5% passò per regolari procedure. Galan prese un milione all’anno per 10 anni. Finì in galera anche l’assessore delle infrastrutture Renato Chisso (quando venne arrestato nel 2013, bisogna ricordarlo, era assessore anche della prima amministrazione Zaia). Secondo i pm la corruzione del Mose è costata un miliardo di euro.
    I lombardi e i veneti si sono strappati le vesti? Sono scesi in piazza? No, questa classe dirigente è stata confermata in pompa magna alle elezioni successive. I nani politici non cadono dal cielo, li eleggiamo noi.
    http://www.vvox.it/…/corruzione-in-politica-veneti-guardat…/

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