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giovedì 13 ottobre 2016

I DIRITTI USURPATI



                                                       
                                            I   DIRITTI   USURPATI
Rosario Margio  :   www.lamiavoce37.blogspot.com

Le esigenze di approvvigionamento di più e qualificate risorse da sempre hanno indotto gli Stati a mire espansionistiche che nella maggior parte dei casi sono state soddisfatte attraverso conflitti armati , il cui esito ha determinato anche forti modificazioni e nuovi  confini territoriali  nel contesto mondiale. 

Oggi , dato che gli strumenti di morte sono divenuti così potenti da far ritenere non più percorribile , né utile , la via  dello scontro armato diretto fra grandi nazioni ( la qual cosa provocherebbe certamente  una pericolosa totale escalation letale , irreversibile e incontrollabile ) ,   pertanto  le sempre maggiori esigenze di approvvigionamento di risorse , in un crescente  aumento della popolazione mondiale ,  creano le condizioni per spostare i teatri di guerra  proprio sui territori in cui sono presenti le fonti di energia più importanti ( Medio-oriente e Africa ) , a tutto svantaggio delle popolazioni locali , che diventano vittime sacrificali di un “fatale “ destino , che li costringe alla fuga o alla morte .

 Di tali tragedie l’umanità è perfettamente consapevole , ma essa si  comporta  come se  nulla  possa essere  fatto per evitarle , anche perché la vita sociale  ed il progresso tecnologico  hanno assunto aspetti evolutivi che non consentono   “ ripensamenti “  da parte di chi detiene il “ potere “ , né  intenzioni di rinunce  ai beni acquisiti  da parte delle popolazioni che ne hanno godimento.

 I  “ poteri forti “  hanno il controllo del “sistema “ , anche se appare chiaro che di tali poteri non vi sia una sola  vera “ regia “ ,  anzi  più verosimilmente vi siano più centri di potere , in parti diverse del mondo e in competizione fra loro , ma il cui comune obiettivo è quello dell’accaparramento di risorse , di ricchezze e quindi di potere politico e finanziario sulle popolazioni , sugli Stati , che necessariamente sono destinati ad uniformarsi  ai criteri speculativi del sistema stesso ed i governi indotti a comprimere le istanze di rivendicazione dei diritti sociali e democratici , avanzate da  movimenti , definiti populisti , che intendano contrapporsi .

A questo punto , sorge la domanda  se possano continuare ad esservi le condizioni che effettivamente vedranno  realizzarsi il “ progetto “  di  vita  futura  delle popolazioni , pianificato in modo e in misura tale che siano solo gruppi minoritari  a detenere le maggiori e spropositate ricchezze ed agi , e dove le masse popolari debbano  accontentarsi di ciò che a loro rimane ,  oppure  se  potrà  sorgere dalle masse popolari  una  voglia  di  reagire ,  un  rifiuto verso un tale sistema disumanizzante , che riduce l’essere umano a mero strumento per fini speculativi finanziari e di potere. 

La risposta è assai difficile .  Allo stato delle cose , coloro che sono realmente poveri , che soffrono per la fame e per gli stenti , sono pur a milioni , ma in zone della terra  nelle quali non è rimasta traccia , né di civiltà , né di umanità ( tranne alcuni esempi di ammirevole assistenza umanitaria ).  Popolazioni aggredite da eventi bellici e da violenze , ma per il resto la povertà incombe su talune fasce di popolazione , peraltro ancora minoritarie  nei confronti dei più , di quelle classi sociali  la cui vita sociale , anche se con difficoltà , riesce a mantenersi sostenibile.

La storia ha da sempre insegnato  che le rivendicazioni ideologiche e  sociali  possono trasformarsi  in  rivoluzioni contro il “ sistema “  solo attraverso  una  rivolta delle masse , spinte da una “ rabbia viscerale “ , contro l’oppressore  di diritti e di bisogni fondamentali. Ancora oggi , nei Paesi occidentali  queste condizioni non appaiono esservi , anche se , fortunatamente ,  stanno facendosi strada movimenti popolari nel tentativo di riprendere il diritto ad una sovranità ,  usurpata . Piuttosto , è  molto diverso ciò che avviene nel mondo dei Paesi orientali e africani .  In questi ultimi , le spinte rivoluzionarie sono molto più forti .Esse si manifestano sia  contro gli oppressori occidentali  e contro chi li sostiene , ed altresì , contro tutta  una civiltà occidentale  ritenuta  depravata , corrotta , trasgressiva  di principi  morali e religiosi . Un genere di rivoluzione assai pericoloso , e immanente in quanto è invasivo , in contesti territoriali  molto vasti e diversificati anche in occidente ,  e che fa  da sponda  ad interessi espansionistici  di  potenti Paesi  Arabi – orientali , islamici,  musulmani   , che li appoggiano , li armano .



                      I  SETTE  PECCATI  DELLA  NUOVA  BARBARIE 
                                 (  Preludio  all’ Apocalisse sociale  ? )  

1 )  Cinismo , spregiudicatezza ,  dei  potenti che governano i Paesi del mondo .
2 ) Super produzione e  uso indiscriminato e illimitato di mezzi e strumenti di morte .
3 ) Eccidi e stragi orrende di intere popolazioni .
4 ) Sovvertimento di valori morali e spirituali , interessi materiali e tecnologici sempre più invasivi e disumanizzanti .
5 ) Dominio preponderante e diffuso del potere finanziario .

6)  Drammatico divaricamento fra progressivo accumulo di ricchezze da parte di minoranze  e più estese e crescenti condizioni di povertà di molti.
 7 ) Sconvolgimento dell’eco-sistema naturale da processi industriali speculativi.


               

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