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domenica 14 agosto 2016

EDONISMO SOCIALE E RELIGIONE


     
 

IL DESTINO DELLE ANIME
Dopo la morte , ogni maschera dal volto di ciascun essere umano cadrà inesorabilmente al cospetto di Dio , unico per tutti ,  che giudicherà la sua anima ,  tenendo in egual conto ogni razza e ogni religione , però sulla base di tutto ciò che dall’essere umano stesso è stato commesso , nel bene e nel male , durante la sua vita terrena in piena coscienza , volontà , buona fede e libertà di decisione, e conseguentemente Egli stabilirà per essa la condizione di premio , oppure di penitenza oppure di pena eterna .
I credenti in Dio , di ciò sono coscienti , ma spesso lo dimenticano.
I non credenti ,   intendono ignorarlo .
Tutti , dovranno renderne conto.


        EDONISMO  SOCIALE   E  RELIGIONE 

La “ religione “  ( dal latino  re-eligere = scegliere ) , consiste nell’avere una fede verso una divinità . Di  religioni  nel mondo ne sono esistite e ne esistono molte , diverse l’una dall’altra , a seconda dei costumi , delle tradizioni , delle origini delle varie credenze dei popoli. Nella storia religiosa dell’umanità vi è stata , nel tempo , una evoluzione  , che ha visto il passaggio dal politeismo ( egizio, greco , latino )  al monoteismo (cristiano e maomettano )  , ma è avvenuta una evoluzione anche  dal punto di vista ideologico e spirituale , nel momento in cui si è verificata una comunione di valori spirituali , quali la fede in un solo dio , l’amore e la fratellanza fra i credenti nella stessa fede religiosa .
 Purtroppo appartengono alla  storia sia passata , sia  recente , aspetti negativi , determinati  dalle diversità di fedi religiose , che hanno generato  aperte conflittualità , guerre , atrocità , violenze , fra popolazioni , spesso fomentate da interessi materiali , che poco o nulla avevano di spiritualità. Ciò è accaduto nel mondo cristiano  , come in quello musulmano , nei quali la fede e  gli interessi di potere si sono drammaticamente mescolati.
Allora , ci si chiede : “ Qual è la vera e autentica , pura religione ? “
La  vera , autentica “ Religione “ sta  nella fede in una Divinità , unica e assoluta per tutti gli esseri umani,  sta nell’Amore , nella pace e fratellanza fra tutti gli esseri umani . Non vi può essere vera , autentica , pura religione , se in essa trovano posto anche  la conflittualità , la discriminazione religiosa o razziale , l’odio ,  la violenza .
Onde evitare che si ripetano atti e fatti conflittuali , di discriminazione , di odio e di violenza ,  è in modo assoluto  indispensabile che alla base di una religione , della stessa vita sociale di una comunità , il fine delle azioni e dei rapporti interpersonali debba  essere l’amore , fondamentalmente l’amore fra tutti gli esseri umani.
 Per quanto attiene all’ “ Edonismo “ esso deriva al francese hédonisme, che risale al greco hēdone, il piacere. Una dottrina filosofica che considera fine ultimo dell'uomo il conseguimento del “ piacere “  bene massimo, a cui si contrappone come male il dolore.
La filosofia dell'edonismo sostiene il principio secondo il quale “ è assurdo sacrificare il piacere a dottrine che assolutizzano il trascendente ( religioni) posponendo ad esso le esperienze godibili della vita” . Da questo punto di vista , il cosiddetto “edonismo sociale “  potrebbe essere solo  la ricerca del piacere , attraverso il godimento  di beni fisici, attraverso l’eros , i beni materiali , il denaro , la ricchezza , il potere .
Ma il vero “ piacere “  ha senso solo se esiste all’interno di un’azione o di un rapporto interpersonale che sia sottolineato dalla dimensione dell’amore. Infatti il bisogno fondamentale di ogni persona non è quello di godere ,  ma quello di amare ed essere amata. Il cuore umano è un abisso insondabile che ha bisogno di amore e solo l’amore può colmarlo.


In  effetti , l’edonismo sociale  dovrebbe  essere inteso e vissuto come il piacere di vivere e condividere con altri , non solo i piaceri materiali , ludici , ma anche quelli di natura spirituale , etica e morale , nel  segno di una comunanza caratterizzata da valori sociali  nei quali il  condiviso interesse e anche piacere e fine debba essere quello del  soddisfacimento del bene comune, attraverso l’altruismo , la solidarietà,  il rispetto reciproco, il rifiuto della violenza.
 Mentre , l’edonismo in se  è, in realtà, profondamente legato all’egoismo. Infatti se il bene morale di un’azione consiste nel piacere, allora quando capiteranno le inevitabili difficoltà nell’amicizia o nel rapporto di coppia, tutto svanirà e ogni legame sarà inesorabilmente spezzato perché alla sua base non c’è più il piacere. Ma un rapporto basato sul piacere non può durare a lungo e, di conseguenza, non può essere approfondito.

 Il filosofo greco, Aristotele, affermava che la vera amicizia non deve essere fondata sull’utile o sull’egoismo ma sulla virtù. Aristotele è vissuto prima di Cristo ma riesce a dare una lezione importante alla nostra società dove l’edonismo troppo spesso soffoca le sue radici cristiane.
 Al di là dell’edonismo filosofico, la storia della cultura occidentale è segnata da un edonismo pratico. L'edonismo pratico è vissuto concretamente da molti individui che ritengono cosa saggia consumare la vita il più piacevolmente possibile e dalle stesse masse popolari che trovarono sfogo alle repressioni subite nel vita lavorativa famigliare e sociale attraverso le “feste” (l' ideologia del party ) , le “ferie” , i “carnevali” e analoghi spazi di libertà edonistica collettiva.
Il termine “festa” deriva dal latino dies festus, indicante la gioia pubblica, la baldoria, la licenza di abbandonarsi ai piaceri derogando alle norme oppressive, all’obbligo del lavoro, alla depressione per motivi di crisi economica e disoccupazione . A ciò aiutano gli “spettacoli” e gli “sport” che  concorrono a mantenere viva la sopportabilità della struttura sociale e il mai negato desiderio di “vivere bene”.
Quella attuale, nei paesi occidentali, è certamente un’epoca di piacere organico, un piacere cioè che invade ogni angolo dell’esperienza umana, attenuandone gli aspetti dolorosi e arricchendone quelli ludici, che investe il tempo libero e tutte le sensazioni fondamentali della vita operativa. Un piacere aiutato in modo determinante dalle scienze e dalle tecnologie che offrono strumenti sempre nuovi per migliorare la vita e imprimerle un carattere il più possibile piacevole. Produzione edonista e pubblicità invasiva e subliminale sostengono il consumismo.
Il sesso , che simbolicamente è il richiamo assoluto del piacere immediato , non-differito, pervade moltissime manifestazioni della vita sociale (il cinema, il teatro, la fotografia, le pubblicità, il turismo, la letteratura, ecc.) ed è considerato un ingrediente “normale” di ogni proposta commerciale e di sviluppo esistenziale.
 

L'etica edonistica è essenzialmente negativa , negazionista : ha il torto fondamentale di misconoscere i valori più alti della vita umana che rappresentano la base insostituibile di una morale oggettiva.
La riduzione del bene etico al " piacere " è in opposizione con le esigenze costitutive dell'essere umano : la legge , la norma morale naturale di ogni uomo è quella di mettere prima dell'utile ( utilitarismo ) e del godimento immediato ( edonismo ) , la realizzazione del bene integrale della persona , che riguarda cioè tutte le sue dimensioni costitutive, non ultima quella religiosa , e che è la culla della felicità , espressione dell'ordine etico assoluto.


Il piacere e l'utile, non vengono rinnegati dall’etica cristiana  ;  essi , intesi nel loro senso più comprensivo , rappresentano un elemento concomitante e conseguente l'azione morale, ma non ne costituiscono il fine nè l'essenza ; se invece così fossero intesi , sarebbero la negazione della moralità stessa . L'edonismo infatti , con la sua sostanziale negazione dei valori di onestà, obbligazione, legge, virtù, rende impossibile ogni norma oggettivamente valida del bene e del male, risolvendosi così in negazione della stessa moralità. Lo stesso può dirsi dell'utilitarismo.
Con l'edonismo e l'utilitarismo, ideologie che dovrebbero sostenere il consumismo, l'etica viene ridotta a calcolo egoista o a semplice contrattazione ( etica contrattualista ) dove sparisce il bene comune e il bene integrale della persona e tutto è giudicato e accolto secondo l'immediato tornaconto e dove anche le più nobili azioni imposte dal dovere, o suggerite da una volontà di bene e di perfezione, perdono, in quanto tali, ogni loro significato e valore. 

In questo processo sociale , assistiamo al fenomeno della “ Globalizzazione “ , divenuto ai tempi attuali , un vero e proprio fenomeno epocale , sia dal punto di vista dei rapporti di tipo commerciale , economico e  finanziario , sia dal punto di vista emigratorio di intere popolazioni , da un Paese , da una regione , da uno Stato all’altro, a causa di conseguenze drammatiche e tragiche , determinate da guerre e conflitti armati ,  ma anche da condizioni insostenibili umanamente per fame e malattie, carestie , povertà assolute di milioni di persone.
La nuova Globalizzazione in economia significa :
- mercato globale ;
- confronto globale, su tutto: dalle merci agli usi, al lavoro, alla cultura, ai modelli di Stato.
- competizione globale che coinvolge gli Stati, le imprese, il lavoro: un'impresa deve competere con le    corrispondenti del proprio settore in tutto il mondo;
- geo-economia cioè economia senza confini;
- interdipendenza accentuata tra i sistemi economici;
- elevata disponibilità di prodotti a prezzi competitivi, provenienti da tutto il mondo;
- il consumatore al centro del sistema aziendale;

La nuova Globalizzazione ,  in politica significa:

1 - sostenere l'edonismo di massa
2 - sostenere il consumismo di massa
2-   sostenere un neoliberismo economico e finanziario
3 - sostenere uno sviluppo economico permanente , una crescita continua del PIL che dia sempre più  ricchezze da distribuire e godere.
Ma , riguardo alla crescita economica e alla ricchezza , ciò che avviene assume aspetti allarmanti dal punto di vista sociale , poiché si assiste ad un progressivo , crescente dominio e di quantità di ricchezze nelle mani di minoranze , di gruppi finanziari e di persone , in caste o famiglie , che detengono enormi capitali e controllano la gestione di enormi fonti di ricchezza e risorse energetiche.
 
C’è qualcuno ( Nuovo Ordine Mondiale )  che sta progettando un sistema rigido e inattaccabile per governare lo sviluppo del mondo. Organismi internazionali dall’indiscutibile autorità (Organizzazione Mondiale della Sanità, Banca Mondiale, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, UNICEF e altri) hanno messo a punto un nuovo paradigma che misura il valore delle persone in anni di aspettativa di vita, invalidità, morbilità al fine di valutare le priorità e mettere in atto, oppure no, i piani di aiuto in tutto il mondo. Applicando questi "nuovi criteri" si scopre che tutto diventa una questione di costo-rischio-beneficio. Perciò, chi è povero e malato riceverà meno aiuti; chi è ricco e sano avrà una maggiore aspettativa di vita e riceverà maggiori cure.
"La globalizzazione non è questione di mercato. E' questione di potere e controllo. E' il rimodellamento del mondo in uno senza confini regolato da una dittatura delle banche centrali più potenti del mondo, delle banche commerciali e delle aziende multinazionali. E' un tentativo di cancellare un secolo di progresso sociale e di modificare la ripartizione del reddito da ingiusto a inumano."

Riportiamo alcune opinioni  sulla Globalizzazione , da parte di prestigiose personalità , sia religiose , sia laiche : 

"Le prospettive di integrazione dei nostri paesi nell'economia globale sono estremamente deboli. Nel frattempo, le industrie che abbiamo saranno condizionate dai prodotti importati che spingono le nostre aziende fuori commercio. Stiamo assistendo a un processo di deindustrializzazione dei nostri paesi." 
- Benjamin Mkapa, presidente della Tanzania, parlando alla nona sessione dell'UNCTAD, nel 1996
"La globalizzazione sta distruggendo milioni di vite. Per noi l'unica alternativa è combattere per la nostra sopravvivenza."
  - Sarath Fernando, Movimento nazionale per la terra e la riforma agricola dello Sri Lanka
"I giganti delle comunicazioni - i grandi mostri dell'industria della televisione, i satelliti per le telecomunicazioni, riviste e giornali - sembrano determinati a presentare un mondo virtuale, creato a immagine di quello che il processo di globalizzazione richiede."
  - Subcomandante Marcos, portavoce del movimento Zapatista
"Il rapido avanzare verso la globalizzazione dei sistemi economici e finanziari mostra la necessità urgente di stabilire di chi è la responsabilità di garantire il bene comune mondiale e l'esercizio dei diritti economici e sociali. Il libero mercato da sè non può fare questo, perché in effetti ci sono molti bisogni umani che non hanno posto nel mercato."
- ( Giovanni Paolo II nel messaggio per la Giornata della Pace, 1° gennaio 1999 )
  ( Da un discorso del Papa Giovanni Paolo II il  Giovedì, 17 maggio 2001 )  I processi economici odierni, in effetti, si stanno sempre più orientando verso un sistema che, dalla maggior parte degli osservatori, viene definito con il termine di ‘globalizzazione’. Non vi è dubbio che si tratti di un fenomeno che consente grandi possibilità di crescita e di produzione di ricchezza. Ma è pure da molti ammesso che esso non assicura di per sé l'equa distribuzione dei beni tra i cittadini dei vari Paesi. In realtà, la ricchezza prodotta rimane spesso concentrata in poche mani, con la conseguenza dell'ulteriore perdita di sovranità degli Stati nazionali, già abbastanza deboli nelle aree in via di sviluppo, e dello sbocco in un sistema mondiale governato da pochi centri in mano di privati. Il libero mercato è, certo, un tratto inequivocabile della nostra epoca. Esistono, tuttavia, bisogni umani imprescindibili, che non possono essere lasciati in balia di questa prospettiva con il rischio di essere fagocitati.
La dottrina della Chiesa insegna che la crescita economica dev'essere integrata da altri valori, così da diventare crescita qualitativa; quindi equa, stabile, rispettosa delle individualità culturali e sociali, come pure ecologicamente sostenibile. Essa non può essere separata da un investimento fatto anche sulle persone, sulle capacità creative ed innovative dell'individuo, basilare risorsa di qualsiasi società.
La globalizzazione, a ben guardare, è un fenomeno intrinsecamente ambivalente, a metà strada tra un bene potenziale per l'umanità ed un danno sociale di non lievi conseguenze. Per orientarne in senso positivo lo sviluppo sarà necessario impegnarsi a fondo per una ‘globalizzazione della solidarietà’, da costruire attraverso una nuova cultura, nuove regole, nuove istituzioni a livello nazionale ed internazionale. Occorrerà, in particolare, che si intensifichi la collaborazione tra politica ed economia, per varare progetti specifici a tutela di chi potrebbe rimanere vittima di processi di globalizzazione a scala planetaria. Penso, ad esempio, a strumenti che possano alleviare il pesante fardello del debito estero dei Paesi in via di sviluppo, o a legislazioni che proteggano l'infanzia dallo sfruttamento che si ha nel prematuro avviamento dei bambini al lavoro.
Papa G. Paolo II invia un messaggio etico ai grandi del mondo riuniti a Genova  nel Vertice Internazionale 2001 detto "G8"
« Coloro che amministrano il bene comune ,i governanti, si adoperino affinchè nel mondo si stabiliscano, regnino, la giustizia, la solidarietà e la pace attraverso un atteggiamento nuovo nei confronti dei paesi poveri.

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