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venerdì 17 agosto 2018

IL CROLLO DEL PONTE DI GENOVA




La tragedia del crollo del ponte di Genova ( Ponte Morandi ), come di tante altre tragedie accadute in Italia , ha solo una matrice : incuria e speculazione . Se ingegneri e architetti molto prestigiosi dichiarano che tali strutture architettoniche ( i ponti ) sono costruite per durare anche e ben oltre 50 anni e per pesi e sollecitazioni di gran lunga superiori alle più elevate sollecitazioni ipotizzabili  nel futuro , allora il fatto che talune parti della struttura abbiano ceduto improvvisamente e senza aver dato presegnali evidenti , significa indubbiamente che la corrosione progressiva avveniva all'interno delle strutture stesse e che pertanto tale processo corrosivo poteva e doveva essere intercettato da strumenti tecnologicamente sofisticati , da sensori ad alto livello di sensibilità e che soprattutto , tali controlli avrebbero dovuto essere eseguiti  " quotidianamente " , essendo il ponte di Genova una opera  ardita , come quella del ponte di Brooklyn ( ponte che invece viene controllato in continuazione , a cantiere sempre aperto ).

 In definitiva , in Italia si parla  ogni volta e con troppa facilità e direi  con spregiudicatezza e senza vergogna , di "tragedie annunciate " , così offendendo tutte le centinaia di vittime , fra morti , feriti e famiglie distrutte , delle tragedie accadute per gravi colpe dell'uomo , e che purtroppo spesso restano senza individuazione dei veri e reali colpevoli oppure con colpevoli puniti in modo inadeguato rispetto ai danni provocati e con pene non eseguite .

 Per questo motivo il popolo italiano , i cittadini italiani , dovrebbero mettere sotto accusa , denunciando alle magistrature competenti , anche a livello internazionale , i soggetti , pubblici e privati , investiti di responsabilità,  e  richiedere  relativi adeguati risarcimenti , per danni materiali e morali , a carico delle imprese costruttrici , nonché di tutti quei governi , con  i rispettivi  personaggi politici e funzionari e dirigenti degli apparati tecnici  e amministrativi  dello Stato ,  che si sono avvicendati , nel tempo , nelle responsabilità istituzionali , sia sotto il profilo della gestione degli appalti , sia sotto il profilo dei controlli , che dovevano essere " responsabilmente esercitati  con cura e dovizia   " su tutte quelle opere pubbliche , appaltate ed eseguite da imprese private e sugli investimenti economici di manutenzione attribuiti per contratto alle imprese stesse ; opere che nel passato , come nel presente , hanno subito crolli , cedimenti strutturali , provocando morti ,feriti , danni enormi , per incuria , per mancati o insufficienti interventi di manutenzione o per esecuzione di lavori  mal fatti o con materiali scadenti. 



Lo strano crollo del ponte di Genova  e  le  responsabilità politiche.

Nel caso del crollo del ponte Morandi di Genova , appare molto strano che a causa del distacco di un solo  “strallo “ del ponte , tutta la struttura al completo , composta dall’ intero pezzo di campata , sostenuta dai restanti  tre stralli e dal pilone di base , tali strutture siano potute crollare di colpo e tutte insieme , in pochi secondi , senza che gli altri  tre stralli , ancora intatti , siano stati in grado di trattenere , anche in pendenza  ,  per un tempo certamente superiore a pochi secondi , quanto meno  una parte della campata stessa , ancora sostenuta dal pilone di base , molto robusto . Altrimenti , il crollo  sarebbe stato cagionato  da un contemporaneo  distacco anche dei restanti stralli , in quanto anch’essi in condizioni di avanzata usura e corrosione . Fattore di responsabilità per incuria e negligenza ancora più grave.


Apparentemente sembra esclusa  l’ ipotesi  di cedimento  del pilone di base ,  che  abbia determinato lo  strappo istantaneo  di  tutti e quattro gli stralli di quella parte del ponte , trascinando al suolo tutta la struttura , e che se fosse avvenuto , la causa  non potrebbe che essere stata quella di una esplosione deflagrante nel corpo del pilone , in assenza di movimenti tellurici  oppure  di fenomeni alluvionali di grande gravità , non presenti  in quel momento . 

Tutto ciò dovrà essere accertato dalla magistratura competente , anche sulla base di rilievi tecnici appropriati e di registrazioni  video , sicuramente contenute e custodite nelle apparecchiature e sistemi di controllo previsti  riguardo ad opere architettoniche pubbliche importanti , come appunto il ponte di Genova.  Comunque , sono molti i punti da chiarire !

Il fatto che nonostante le palesi e gravissime carenze e inadempienze commesse dalla Società autostrade in ordine alla manutenzione e controllo delle parti strutturali del ponte Morandi di Genova , ciò non possa determinare tout court  la rescissione del contratto di concessione  da parte del Governo rispetto alla data di scadenza  nelle condizioni contrattuali , a meno che , stranamente e nonostante le gravi inadempienze della Società ,  debba essere pagata una “penale “  a carico dello Stato , anziché  a carico della Società ,  fa  emergere , in tutta la sua chiara ed evidente “ complicità politica “ , che il contratto di concessione  sottoscritto  dal Governo protempore  è stato stipulato con la predetta Società , volutamente viziato  da una clausola  “ capestro “ , in danno  dei cittadini italiani . 

Per tali motivi ,  adesso , da parte del Governo il contratto con la predetta Società autostrade , “dovrebbe  essere revocato  o quanto meno riveduto e corretto “, secondo criteri  oggettivi  e conformi  ai più normali  principi  giuridici ed economici , che attengono alle responsabilità dei contraenti , in specie riguardo alle opere pubbliche  e alla sicurezza dei cittadini. 





Dieci i ponti crollati in 5 anni: in calo
la manutenzione e gli investimenti
Solo dal 2013 ad oggi è lunga la scia degli incidenti, quasi sempre mortali: le strutture sono vecchie, il calcestruzzo è corroso e i fondi stanziati sono esigui rispetto ai ricavi

Una lunga scia di crolli e di morti. È quella che caratterizza la storia recente dei ponti stradali e autostradali italiani. Solo negli ultimi 5 anni, cioé dal 2013, i casi di ponti crollati in Italia sono stati ben 10. Qual è la causa di questi continui crolli? La mancanza di investimenti nella sostituzione di strutture ormai obsolete e di una manutenzione adeguata. Il Ponte Morandi, che fin da subito presentava diversi aspetti problematici, aveva ben 51 anni. In questa e molte altre realtà c’è poi il problema dei materiali: il cemento armato, o meglio, il calcestruzzo armato. Un materiale inventato nell’800 e di cui non si conosce l’effettiva durata. Sono trascorsi troppi pochi decenni per stabilire se sia un materiale valido o “eterno“, come si riteneva in passato: a quanto pare, non è così. Molti ponti «moderni» sono costruiti in calcestruzzo armato, una miscela di cemento, acqua, sabbia e ghiaia che viene appunto «armata» con sbarre di ferro e acciaio. Ma questi materiali sono oggetto di usura e sono facilmente indeboliti dall’azione dell’acqua nei punti più deboli. Senza contare un’aggravante da non sottovalutare: in Italia vige una lunga tradizione di lavori «al risparmio» in termini di tempo e denaro. E a differenza di Paesi come la Svizzera dove una struttura che ha un certo numero di decenni viene abbattuta e ricostruita prima che crolli, in Italia prevale la logica della «conservazione», anche se si tratta di infrastrutture e non di monumenti storici.
I soldi spesi nella sicurezza
C’è poi il problema degli investimenti e della manutenzione. Come già evidenziava un’inchiesta del Corriere della Sera («Perché le autostrade italiane sono le più care d’Europa» di Milena Gabanelli e Ferruccio Pinotti, 11 giugno 2018) nonostante gli enormi ricavi delle società di gestione delle concessioni autostradali (7 miliardi di euro: l’83% dei ricavi arriva dai pedaggi), il valore degli investimenti complessivi è sceso del 23,9% e anche la spesa per le manutenzioni è calata del 7,5% (dati 2016 su 2015, ultimi disponibili). Il nodo è che il sistema è caratterizzato da un duopolio che opera senza gare europee e al di fuori della concorrenza prevista dalle direttive comunitarie.
 Quasi il 70% della gestione dei circa 7.000 km di autostrade se lo spartiscono da anni due gruppi: si tratta del Gruppo Atlantia (Benetton), che controlla Autostrade per l’Italia e che gestisce oltre 3.000 chilometri, e del Gruppo Gavio, che gestisce oltre 1.200 chilometri.
 Insieme coprono i tre quarti circa del mercato. Gli altri 1.650 chilometri sono gestiti da società controllate da enti pubblici locali e da alcuni concessionari minori. Il Ponte Morandi fa parte di uno dei tratti gestiti da Autostrade per l’Italia (Atlantia, gruppo Benetton), che infatti ha accusato una pesante perdita in Borsa. La società ha dichiarato: «Sulla struttura erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto ed era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione. I lavori e lo stato del viadotto erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova. Le cause del crollo saranno oggetto di approfondita analisi non appena sarà possibile accedere in sicurezza ai luoghi». Ma al di là del singolo episodio restano, i problemi strutturali.
I precedenti crolli
6 agosto 2018. A seguito dell’esplosione di un’autocisterna di Gpl, crolla il viadotto-ponte dell’autostrada del raccordo di Casalecchio A1-A14. Un morto e 145 feriti.
9 marzo 2017. Il crollo del cavalcavia sull’A14 fra Loreto e Ancona provoca due morti e due feriti, coinvolgendo le automobili sottostanti.
18 aprile 2017. Crolla un viadotto della tangenziale di Fossano, in provincia di Cuneo. La struttura era stata realizzata negli anni Novanta e inaugurata nel 2000. Solo per un caso non ci sono state vittime: sopra non stava passando nessuno.
23 gennaio 2017. Crolla un ponte in Calabria, il Fiumara Allaro, fortunatamente non c’è nessuna vittima.
28 ottobre 2016. Crolla il cavalcavia di Annone, in provincia di Lecco, che passa sopra la “Valassina”, la SS 36 che collega Milano all’alta Brianza. Il ponte cede a causa del passaggio di un tir da oltre 108 tonnellate che trasporta bobine di acciaio: schiaccia l’Audi di Claudio Bertini, 68 anni, che perde la vita.
10 aprile 2015. A causa di una frana provocata dal maltempo, crolla un pilone del viadotto Himera sull’Autostrada A19 Palermo-Catania. Non vi furono feriti.
25 dicembre 2014. Cede il viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento. Era stato inaugurato il 23 dicembre. Questo incidente non ha coinvolto automezzi e non ha causato danni alle persone.
7 luglio 2014 . Crolla un tratto del viadotto Petrulla, sulla strada statale 626 tra Ravanusa e Licata, in provincia di Agrigento. Quattro persone, tra le quali una donna incinta, rimangono lievemente ferite.
18 novembre 2013. In Sardegna si abbatte una forte alluvione che provoca il crollo di un ponte sulla strada provinciale Oliena-Dorgali. Un agente di polizia muore e tre suoi colleghi restano feriti.
22 ottobre 2013. A causa di un nubifragio, nella notte tra il crolla il ponte a Carasco, in Liguria, sul torrente Strula. Le vittime sono due.



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