La comunicazione , l’informazione è la principale fonte di conoscenza e quindi
di evoluzione sociale e culturale .
Informarsi è un dovere , ma essere informati è un diritto.
Martin Luther King ha detto :
“Non dobbiamo avere paura della cattiveria dei malvagi , ma del silenzio
degli onesti “
“ Ignorare il male equivale ad esserne
complici.”
“ Può darsi che non siate responsabili
per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per
cambiarla.”
“ L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla
giustizia, ovunque.”
IL
NUOVO ORDINE MONDIALE
Conseguenze perniciose
per la vita sociale , per i diritti e le libertà dei cittadini , colpiranno ancora e sempre di più milioni e
milioni e forse miliardi di persone ?
Questo potrebbe accadere se il “Progetto
“ del dominio del mondo , da parte di minoranze straricche e potenti , non verrà in tempo bloccato da una generale rivolta delle coscienze popolari contro
gli interessi speculativi ( finanziari e politici ) dei “
Poteri forti “ .
David Rockefeller
Think tank
Commissione
Trilaterale
Questi gruppi rappresentati da individui , quelli
occidentali con giacca e cravatta e
quelli orientali con tunica e copricapo
( Kandura e guthra ) ,
utilizzando i potenti mezzi della politica e del denaro , nonché con la
violenza delle armi , hanno già
assoggettato e lo faranno ancor più intere popolazioni nel mondo , attraverso
l’accaparramento di risorse energetiche ( gas e petrolio ) , attraverso la
produzione e l’uso di strumenti
tecnologici più avanzati, con cui controlleranno e orienteranno le abitudini , i bisogni e i
desideri delle persone . Questi potenti individui, attraverso la immissione nei
mercati , a condizioni di vendita apparentemente favorevoli , di prodotti di largo consumo , anche sofisticati
, renderanno sempre più milioni e
milioni di persone psichicamente dipendenti all’uso di tutti quei mezzi , di
quegli oggetti che stimoleranno maggiormente i desideri , le curiosità
individuali , sino a farli sembrare indispensabili per la vita di ogni giorno,
a indurli ad indebitarsi fortemente e
quindi a renderli maggiormente manovrabili, mentre loro trarranno i maggiori guadagni e proficue
speculazioni.
Ma soprattutto essi maggiormente accresceranno ,
attraverso il potere finanziario , anche il loro potere di manovrare le
politiche degli Stati . Utilizzeranno le politiche dei Governi
per realizzare le loro mire espansionistiche e il possesso delle risorse sui territori di
quei Paesi , che verranno man mano
sottomessi , e se il caso lo
richiedesse , come già detto , anche con
la forza e la violenza delle armi.
Infatti , essi , per raggiungere tali scopi ,
useranno sempre più in modo cinico e
spregiudicato sia il ricatto economico e l’asservimento nei confronti delle
persone in maggiore difficoltà , nonché
il ricorso alle guerre e ai conflitti sanguinosi , ignorando le orrende
tragedie che per tali fatti saranno
patite dalle popolazioni rimaste vittime e fenomeni allarmanti di emigrazioni
Soltanto un generale risveglio delle coscienze , una rivoluzione culturale
, etica e morale della società , delle comunità sociali , può generare una
tempestiva reazione di tutte masse popolari , cominciando con una seria e decisa opposizione alla invasione speculativa degli interessi di questi gruppi
potentati , modificando progressivamente e sensibilmente i propri comportamenti
e abitudini individuali nella vita sociale , riportando al centro
dell’esistenza umana i fondamentali valori etici e morali , del rispetto reciproco della vita e della
dignità della persona, del ripudio ad ogni uso di sostanze alienanti e che
alterano l’equilibrio psicofisico dell’individuo , rendendolo schiavo del loro
uso e oggetto di sfruttamento e fonte di arricchimenti illeciti , che
alimentano massicce speculazioni criminali
; riducendo o modificando la tipologia
dei consumi verso certi prodotti , specie riguardo a tanti beni posti
strumentalmente sui mercati da grosse aziende industriali .
E’ indispensabile modificare i comportamenti sociali , individuali nei
confronti della politica , attraverso più opportune scelte elettorali, da canalizzare su proposte
e programmi di ripristino di valori di vita sociale basati sui reali e
fondamentali bisogni umani , di progresso civile e pacifico , di convivenza
democratica . Soltanto così si può
evitare che il “ Progetto “ giunga al
suo fatale compimento ; che avverrà
purtroppo quando gli stessi potentati
riusciranno a diventare dominatori in assoluto sui popoli della terra , ridotti
ormai all’obbedienza , e quando troveranno fra loro la convenienza per un reciproco compromesso
sulla spartizione delle risorse del mondo .
Però , se questo accordo
e compromesso non si verificasse , allora
potrebbe accadere anche che , a cagione della loro satanica bramosia di
potere , essi , scatenando in modo irreversibile
conflitti cruenti , finirebbero con il
perdere il controllo dei loro tremendi strumenti di morte, determinando la distruzione di se stessi e di tutta la razza
umana.
I banchieri
, le società finanziarie , i gruppi affaristici
e i politici collusi , ci vogliono
ciechi , ci vogliono sordi , ci vogliono
muti e ciechi e sordi e muti diventeremo
e forse già stiamo diventando , noi cittadini , non vedendo lo strapotere
finanziario e speculativo , che essi esercitano ogni giorno , continuamente ,
progressivamente , su ogni attività umana
;
non udendo
le voci imploranti di moltitudini crescenti di esseri umani costretti in
condizioni di gravi sofferenze e di povertà assoluta ;
non
protestando di fronte alla protervia dei ricchi e potenti , alle ingiustizie da
loro perpetrate , usando furbescamente lo strumento politico e di apposite
leggi fatte per i loro interessi , per calpestare i
diritti sociali , per umiliare la dignità del lavoro;
allora , se
noi cittadini non apriremo in tempo gli occhi , le orecchie e la bocca , da
ciechi , sordi e muti , diventeremo irreparabilmente servi dei loro poteri, sempre più forti , di
coloro che si sentiranno maggiormente legittimati ad agire , a causa della
nostra cecità , della nostra sordità ,
del nostro mutismo , dei nostri servili silenzi e consensi .
Sì ,
perché a volte i consensi si trasformano
in servilismo . Anche se per la maggior
parte dei casi i consensi di molti cittadini verso questo o quel personaggio
politico , verso le sue affermazioni , verso i suoi progetti , nei confronti dei suoi comportamenti , sono
indotti inizialmente da un reale bisogno di fiducia , dalla esigenza di poter continuare ad avere la speranza che
finalmente questo o quel personaggio riesca a tradurre nella realtà tutte quelle promesse , tutti quei progetti
da altri e da sempre propagandati, ma
mai realizzati .
Ma il tempo
è stato sempre un irriducibile rivelatore della realtà e a volte fatalmente
anche di certe verità . Se le promesse sono costituite da belle e colorate
bolle di sapone , prima o poi esse scoppiano miseramente , lasciando il vuoto e
la delusione . Se dalle parole i fatti che seguono si dimostrano diversi rispetto ai programmi enunciati e negativi rispetto alle aspettative , le
reazioni di contrasto da parte di molti cittadini possono essere più o meno forti , anche se
purtroppo sono spesso tardive e quindi
inefficaci . Mentre il cambio di passo del personaggio politico
sul programma originario , si
rivela essere un progetto a favore degli interessi di un’altra parte
della cittadinanza , solitamente minoritaria , ma benestante e
privilegiata ; interessi che palesemente
sono completamente diversi , se non anche
proprio opposti a quelli di
carattere sociale.
Le
conseguenze negative di tali fenomeni di
carattere sociale e politico ricadono
sempre pesantemente e inevitabilmente su quelle fasce di popolazione ,
anch’esse minoritarie , ma che sono le
più bisognose di aiuto , di assistenza ,
di sostegno economico e sociale.
Le
situazioni vengono ad assumere gradi di criticità notevoli , drammatici e pericolosi , allorquando le condizioni di
precarietà e di sofferenza si allargano e penetrano , interessando anche fasce di popolazione fino a quel momento non colpite da contingenze economiche molto gravi , tali
da rendere molto fragili e insicure ,
difficili le condizioni di vita.
A quel momento sarà imprevedibile ciò che potrebbe accadere ,
anche se i casi ipotizzabili sono due ; in un caso , una rivoluzione popolare violenta contro il sistema , con conseguenze drammatiche e forse anche cruente con il rischio dell’avvento di un regime assoluto ed autoritario ; nell’altro ,
un asservimento sociale sempre maggiore verso il sistema , ormai consolidato
nei suoi poteri e padrone su ogni attività umana , destinata ad essere
definitivamente condizionata e a lavorare e produrre a favore degli interessi
delle classi sostenitrici del sistema stesso.
RISVEGLIAMO LE
NOSTRE COSCIENZE
Siamo sempre
in tempo per evitare che in un prossimo
futuro possano realizzarsi certe
drammatiche situazioni , che
difficilmente potranno essere risolte
senza danni e sofferenze ulteriori per
le persone più deboli e indifese e per il futuro delle nuove generazioni.
LA BOLLA
FINANZIARIA e il fallimento della
giustizia sociale
Vogliamo continuare a sostenere Governi che
favoriscono interessi speculativi finanziari , piuttosto che l'economia reale ?
Le banche ,
la speculazione finanziaria , gli interessi azionari , i titoli in borsa , le
società di rating , sono queste le forze motrici dell'economia mondiale ? Che
hanno in mano le sorti economiche di milioni e milioni di esseri umani ,di
famiglie , di imprese ? Sono soltanto gli interessi speculativi a dettare le
leggi della economia ? A stabilire il valore delle capacità intellettuali e
fisiche , di lavoro delle persone ? A determinare le sorti della loro vita
sociale , del loro futuro ? Se questa è la triste verità , se l'umanità non
reagirà in tempo , anzi continuerà a lasciare a loro gestire il proprio destino
, non è difficile pensare che potrà essere sufficiente , in un prossimo domani
, la puntura di uno spillo a far scoppiare , come già è capitato , una "
grande bolla speculativa " , con fallimenti a catena , con conseguenze
terribili sulla economia reale di tanti Paesi , sul mondo del lavoro , sullo
stato sociale di tante famiglie. Se le popolazioni prendono , in tempo ,
coscienza di questo grande pericolo , imponendosi sui governi , sulla loro
politica , allora potranno essere prese delle misure opportune , per
ristabilire le funzioni degli istituti bancari e finanziari , riportando buona
parte delle loro attività verso i finanziamenti produttivi , nel mondo del
lavoro , nell'economia reale dei mercati , fermo restando altri legittimi
interessi istituzionali ed anche di tipo speculativo finanziario , in un campo
distinto da quello prettamente commerciale.
L’ I
T A L I A
L ‘ ITALIA
può ritenersi un Paese privilegiato .
L ‘
Italia è un Paese che dopo una dittatura
( circa venti anni ) e una guerra ( 1940/1945) , nella quale è rimasto
sconfitto , ha saputo darsi una “ Costituzione
“ , una Democrazia , una
Repubblica Parlamentare , un Ordinamento Giuridico fra i migliori al mondo , in
ragione di una rinnovata presa di coscienza popolare e politica e di una
ammirevole capacità e volontà di risorgere , resa possibile
, anche e soprattutto , in virtù di patrimoni culturali di altissimo pregio e provenienti
da fonti di più diverse civiltà ,
ricevute e acquisite nei secoli , e che hanno lasciato sul nostro territorio
tracce indelebili.
Una Costituzione e una Democrazia , il cui impianto si
fonda non solo su principi di elevato valore
morale e sociale , bensì anche su presupposti giuridici e politici che
garantiscono, “ autonomia del Poteri Istituzionali “
, ( Legislativo, Esecutivo ,
Giudiziario ) , “ equilibrio compensativo e di controllo “ , bicameralismo paritario
, fra gli Organi Legislativi (
Camera e Senato ) , nonché poteri di vigilanza e di
controllo da parte di altri preposti Organi dello Stato .
E ‘ pur vero che dal 1948 ad oggi , di acqua sotto i ponti ne è passata
molta , e che gli aspetti , le trasformazioni della vita sociale richiedono
nuove e diverse esigenze , più adatte ai ritmi
e alle tipologie delle attività
sia di carattere economico e sociale , come anche di carattere politico . Per questo , negli
anni , è stato ritenuto opportuno di
apportare diverse e talune modifiche per riformare alcune norme della seconda parte della Costituzione , ma con l’accortezza di non intaccare l’impianto di “garanzie costituzionali “ , che sono i
fondamenti del nostro Sistema Democratico.
Il
funzionamento degli Organi dello Stato , in specie riguardo a quelli
amministrativi-burocratici , effettivamente ha spesso registrato carenze ,
inadeguatezze , complessità , che hanno reso le vita sociale dei cittadini ed
imprese irta di ostacoli , difficile
, e che sono state impeditive rispetto alle iniziative di
rinnovamento strutturale e funzionale
delle aziende stesse e chiaramente
anche riguardo alle prospettive di crescita economica del Paese.
A ben considerare con
onestà le cose , tutto ciò non può e non
deve essere imputato a mancate riforme che avrebbero dovuto e dovrebbero ora essere fatte sull’impianto
costituzionale riguardo alla composizione e alle funzioni di organi
fondamentali quali quelli di Camera e Senato ,
bensì deve essere addebitato , in primis
, alle complesse , farraginose ,
incongrue e spesso incomprensibili
norme di legge , pertanto assai difficili da applicare, che scaturiscono maldestramente dalle
attività legislative, sia parlamentari
sia governative , da un mondo
politico-partitico volto preminentemente ad interessi di parte e non al bene
comune ; in secundis , al cattivo
funzionamento degli apparati
amministrativi-burocratici , anche essi rivelatisi complessi , a volte
conflittuali nelle competenze , nonché strutturalmente e funzionalmente inadeguati ai tempi e alle esigenze sociali .
Pertanto sono proprio ed esattamente
soltanto questi i fattori negativi , che facilmente hanno determinato e determinano continuamente
fenomeni di “corruzione “ a quasi tutti
i livelli istituzionali , attività
criminali diffuse, incisive e condizionanti anche sul funzionamento degli
apparati stessi , sentimenti di grande
sfiducia da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni dello Stato e
della politica. Conseguentemente ,
situazioni di persistente pericolo di “
impasse “ , di stagnazione , di crisi economica , di decrescita di credibilità verso il nostro Paese da parte di imprese estere e da parte di
altri Paesi nei quali il sistema democratico
si presenta più efficiente , più stabile , più sicuro.
Situazioni negative che non troveranno certamente
soluzione attraverso riforme costituzionali che presuntuosamente ( e forse anche in
malafede ) vengono ritenute capaci di riparare
quei guasti che invece sono
cagionati da una politica inefficiente , conflittuale , contraddittoria , non idonea al mantenimento di uno
Stato realmente democratico. Soluzioni
che , invece , possono essere trovate
soltanto da un mondo politico rinnovato
,responsabile e corretto nella gestione
del Bene comune , per gli interessi della collettività , rispettoso verso i
valori e principi cardini della nostra Carta Costituzionale.
Per evitare
certe lungaggini legislative , che purtroppo vengono registrate nel corso della
discussione di una legge ( imputabili erroneamente al fatto della esistenza del
bicameralismo paritario e cioè del passaggio necessario di una legge fra Camera
e Senato per la sua approvazione ) , piuttosto che cancellare il bicameralismo
perfetto , sarebbe stata sufficiente l'istituzione nel Regolamento parlamentare
di una norma che stabilisse il potere insindacabile da parte di Presidente
della Camera e Presidente del Senato di dichiarare inammissibili tutti quegli
emendamenti palesemente strumentali , ( es. semplici cambi di lettera, di modifiche
del costrutto formale di una frase , etc...) avanzati al solo scopo di
allungare esasperatamente i tempi di approvazione della legge stessa.
E’
palesemente in errore chi ritiene che il passaggio di una legge dalla
Camera al Senato e viceversa sia un rimpallo inutile fra due organi
paritari , persino dannoso ai fini della tempestività della sua
approvazione . Se un ritardo avviene , esso è dovuto alla necessità di una
revisione , al fine di un miglioramento della legge stessa . Ciò non toglie che
il cosiddetto “ ostruzionismo “ fine a se stesso sia uno strumento
assolutamente demagogico e che può essere contrastato
attraverso una più efficace disciplina e regolamentazione delle attività
parlamentari e non può giustificare affatto la necessità di riformare un
organo legislativo importante come quello del Senato , modificando le sue
funzioni e ridimensionando drasticamente quelle di controllo e di revisione
delle leggi.
Inoltre , al
fine di ridurre i costi della politica , sarebbe stato sufficiente ridurre il
numero sia dei Senatori sia dei Deputati alla Camera , lasciando la
eleggibilità dei componenti stessi nella disponibilità diretta degli elettori.
LA CRISI
E IL DISAGIO SOCIALE DEL NOSTRO PAESE
La situazione economica e sociale
del nostro Paese presenta criticità molto gravi .
In primo piano stanno le sempre più
gravi condizioni sociali nelle quali versano oltre diciassette milioni di
persone , che sono ormai in aumento di giorno in giorno e che soffrono
per mancanza di mezzi di sostentamento ; taluni con redditi irrisori ,
assolutamente insufficienti a garantire finanche i bisogni primari ,
altri addirittura senza alcun reddito , né casa dove abitare . Un
gran numero di queste persone è costretto a rinunciare persino alle cure
medico-farmacologiche , aggravando in tal modo le proprie condizioni di salute
, sino all’estremo limite di vita. La situazione in materia di lavoro ed
occupazione rivela anch’essa gravi criticità , specialmente nell’ambito dei
giovani , costretti a cercare occupazione in Paesi esteri oppure
rimanendo in Italia nel tentativo ormai inutile di trovare un lavoro
corrispondente agli studi acquisiti , ma diventato assai difficile pur essendo
disposti ad accontentarsi di lavori di livello inferiore e
pertanto essere sostenuti economicamente , individualmente o anche con
famiglia , dai propri genitori , dai propri nonni attraverso i proventi
della loro retribuzione o pensione , coabitando con gli stessi . La situazione
delle piccole e medie imprese , dei negozi al dettaglio , è anche essa assai
grave . La chiusura delle attività commerciali è giunta a livelli allarmanti ;
con fallimenti , licenziamenti a catena , mentre si rilevano in aumento
esercizi commerciali di ipermercati e grandi magazzini gestiti
direttamente da stranieri , perlopiù cinesi , e altresì da persone
appartenenti a gruppi criminali – mafiosi , capaci di fruire di grosse
quantità di denaro , spesso in contante , e di far lavorare in nero , sotto
pagati e in condizioni ambientali spregevoli , non solo stranieri immigrati ,
ma anche e purtroppo nostri giovani e non più giovani , costretti alle
loro dipendenze. Le classi sociali della cosiddetta fascia intermedia
registrano disagi in aumento , a causa di livelli reddituali bloccati per anni
, di difficoltà di ottenere prestiti di denaro , finanziamenti da parte di
banche , che pretendono garanzie non disponibili dai richiedenti ; istituti
bancari che peraltro accusano situazioni finanziarie poco trasparenti ,
in un mondo di intrecci affaristici e di speculazioni oltre ogni limite di
legalità , considerate le allarmanti infiltrazioni delle organizzazioni
criminali nelle attività pubbliche di enti statali e in quelle private ,
utilizzando corruzione , evasione , traffici illeciti di denaro e di altro
genere.
A tutto questo si aggiungono motivi
di carattere politico ; di governi del Paese non capaci di affrontare nel modo
giusto le problematiche che investono lo stato sociale , continuando a gestire
le risorse residuali della nazione , sia umane che ambientali , in maniera
scorretta sotto il profilo della loro utilizzazione ai fini della crescita
economica e della redistribuzione equa della ricchezza nazionale , per
rimuovere le gravi condizioni di povertà e fermare il diffuso disagio sociale ,
più volte manifestato e in particolare attraverso il risultato ( dei NO )
referendario sulla riforma costituzionale , e che è
stato rivolto anche per
richiamare l’attenzione del Governo sul problema di un fenomeno di immigrazione
gestito malamente , senza regole precise, con provvedimenti tampone e
frammentari , a volte generatori di contrasti sociali , per l’uso di criteri
assistenziali nei confronti degli
immigrati , rivelatasi però in danno di quei cittadini italiani più bisognosi
di aiuto e di sostegno.
Ciò a cui si sta assistendo in
questi giorni ,che seguono le dimissioni del presidente del Consiglio ,Matteo
Renzi , suscita molte preoccupazioni , soprattutto perché sembra
perpetuarsi il comportamento del mondo politico-partitico , con una parte di
esso protesa ad un conservatorismo di potere , e un’altra parte pronta a
prenderne il posto , anche se in condizioni di forte instabilità e di grave
carenza di idee e di progetti costruttivi .
A questo punto
.Vi è da stare molto attenti a che
la corda ,.tirata eccessivamente , non si spezzi ; e cioè la pazienza di una
gran parte ( ben oltre venticinque milioni di persone – elettori ) del
Popolo italiano . Dato che i signori politici non hanno capito , o fanno finta
di non capire che il vero e reale segnale è stato dato attraverso il Referendum
. A questo punto diventa politicamente risibile da parte di tanti il cercare di
spiegare in un modo o nell'altro il risultato referendario con valutazioni del
tutto faziose , assai opinabili. Il mondo politico-partitico ( accozzaglia o
meno ) ,non può permettersi più di perseguire disegni di puro potere
affaristico e strumentale , di intrecciare accordi sottobanco , di continuare a
sfruttare risorse umane ed economiche per finalità faziose e di parte ,
perseverando nel trascurare i bisogni primari di gran parte della popolazione (
lavoro , povertà , dignità di vita ), e invece consentire che una minoranza
diventi sempre più ricca e privilegiata. Perchè , come già detto , la
corda può spezzarsi all'improvviso e la gente esasperata ( e sono in gran
numero ) non ci mette molto a scendere nelle piazze contro l'arroganza , la
supponenza di certi politici , venditori di fumo . A quel punto , la rabbia
potrebbe pure convogliarsi in scelte dure e spiacevoli. Ciò sarebbe assai grave
, per la stessa democrazia .
In conclusione , serve al
più presto che il Popolo italiano sia messo in condizione di guardare con
fiducia ad un Governo , a delle Istituzioni politiche realmente
rappresentative della volontà popolare , in quanto elette direttamente ,
e che incarnino realmente ed effettivamente le necessità , i bisogni di
una popolazione in grave difficoltà.
La filosofia di chi detiene ed
esercita il potere poliico-affaristico
si può ben riassumere nella frase che è pronunciata da Tancredi nel romanzo
Il Gattopardo. (Tomasi di Lampedusa )
«Se vogliamo che tutto rimanga come
è, bisogna che tutto cambi.»
Potere politico
, affari speculativi e interessi
finanziari di gruppi potentati , si intrecciano proficuamente dando luogo
a Sistemi egemonici di controllo e di
dominio sulla economia e sulla vita sociale dei cittadini , sino a comprimerne
i diritti democratici di giustizia ed equità sociale e a ridurre gli spazi di
libertà e di autonomia decisionale .
Per evitare che possano determinarsi
condizioni limite di sopportabilità da parte dei cittadini che si
riconoscessero oppressi dal Sistema , che sfocerebbero inevitabilmente in rabbia popolare e sommosse di piazza, il
rimedio precauzionale non può essere altro che quello di riuscire a sensibilizzare le
coscienze dei cittadini sulla necessità di manifestare pubblicamente e
tempestivamente , con cortei ben organizzati e autorizzati , nelle più numerose
sedi possibili , le aspettative , i bisogni , le richieste , le opinioni della
collettività sulle decisioni e su quei provvedimenti emessi dalla classe
politica , nei quali risultassero motivi
di violazione di diritti sociali, inducendo la stessa a porre le possibili opportune modifiche .
Note :
Disuguaglianza,
Oxfam: “In Europa 342 miliardari e 123 milioni di poveri”
La Organizzazione Oxfam (www.oxfamitalia.org) , nata nel 1942
in Gran Bretagna, è tra le più
importanti Confederazioni Internazionali nel mondo, specializzata in aiuti
umanitari e progetti di sviluppo volti a individuare soluzioni concrete e
permanenti alla povertà.
Secondo il
rapporto pubblicato dalla
Oxfam :
"il
sistema previdenziale italiano nel 2013 ha ridotto poco le disparità".
L'11% di chi ha un lavoro è a rischio, il nostro paese
è il 24esimo tra quelli dell'Unione.
In Europa
vi sono poco più di 340 miliardari e 123 milioni di persone a rischio povertà
o esclusione sociale.
Oxfam disegna così il volto dell’Europa
nel rapporto sulla disuguaglianza intitolato Un’Europa per tutti, non
per pochi. Sono : “342 i miliardari europei, con un patrimonio
di circa 1.340 miliardi di euro”,
. In
Italia, in particolare, il 20% degli italiani più ricchi detiene il
61,6% della ricchezza nazionale netta, mentre il 20% dei più poveri può contare
su appena lo 0,4% della ricchezza complessiva.
……………………………………………………..
Per quanto
riguarda la povertà, “tra il 2009 e il 2013 il numero di persone che viveva in
una condizione di grave deprivazione materiale, vale a dire senza
reddito sufficiente per pagarsi il riscaldamento o far fronte a spese
impreviste – sottolinea Oxfam – è aumentato di 7,5 milioni in 19 Paesi
dell’Unione Europea, inclusi Spagna, Irlanda, Italia e Grecia, arrivando a un
totale di 50 milioni”. Dal 2005 al 2014, prosegue il rapporto, la
percentuale di persone in stato di grave deprivazione materiale è aumentata dal
6,4% all’11,5%. Sono quasi 7 milioni e i più colpiti sono i bambini e i
ragazzi sotto i diciotto anni.
………………………………………………..
Per
l’Italia secondo lo studio sono fonte di “particolare preoccupazione l’alto
livello di corruzione e la scarsa etica della politica e del business,
che hanno implicazioni per molte altre aree e sono tra le peggiori tra i Paesi
avanzati. La disoccupazione è alta ed è associata ad elevate percentuali di
lavoratori part-time involontari e da persone con occupazioni precarie e
vulnerabili. La partecipazione delle donne alla forza-lavoro è
estremamente bassa ed è peggiorata da un divario salariale di genere che
è tra i più alti nei paesi avanzati. E’ scarsa la creazione di nuove imprese
che possano alimentare nuove opportunità di occupazione, nè è agevole ottenere
i finanziamenti per farlo”.
……………………………………………………..
. L’Italia è all’ultimo posto per l’entità e l’effetto
della tassazione sugli incentivi sia al lavoro , sia agli investimenti .
LA
POVERTA’ IN ITALIA
E’
vergognosamente inconcepibile , scandaloso , che in una Società “
civile “ , come l’Italia , in cui il 71 % in media fra
nord e sud delle famiglie sono proprietarie
di casa e dove sono in circolazione circa 37 milioni di autovetture , vi
siano ancora persone costrette a vivere in condizioni di “ povertà
assoluta “ ( circa 4,5 milioni ) .
La cosa più
scandalosa e assolutamente non più sopportabile , è il fatto che persista
pervicacemente il mantenimento di troppo elevati emolumenti economici e
nella specie dei vitalizi ancor più scandalosi , che continuano ad
essere attribuiti e regolarmente fruiti da parlamentari , come anche i
casi di troppo elevati emolumenti , fra stipendi e indennità varie ,
percepiti cumulativamente sia da parlamentari che da altre persone che
ricoprono cariche politico-istituzionali , mentre la povertà
in Italia aggredisce milioni di persone , che
sono ridotte allo stremo , le quali devono la loro sopravvivenza solo a quelle
altre persone , fortunatamente non poche , ma sempre insufficienti , che
danno loro , volontariamente , singolarmente , in modo personale
spontaneo , oppure in strutture onlus , una qualche assistenza
,soprattutto alimentare oltre che di natura psicologica e possibilmente di una
relativa, limitata e provvisoria sistemazione , come riparo dagli agenti
esterni.
E’ vergognosamente colpevole quel Governo che
non riesce , perché non vuole o perché non è capace , a reperire le risorse economiche necessarie , che
possono ricavarsi dalle fonti finanziarie più ricche e dai redditi più elevati di quella parte della collettività che è
più agiata , per consentire a chi è in
condizioni di povertà , o addirittura
di “povertà assoluta “ , di poter
fruire gratuitamente di una abitazione umanamente dignitosa , e di una assistenza socio-sanitaria , oltre che di una
minima basilare fonte di reddito individuale. Negli 8.101 comuni d’Italia è
enorme il numero delle abitazioni e degli immobili ad uso
commerciale e terziario non utilizzati, vuoti e sfitti. (Quasi cinque milioni in Italia,
possono essere nuovi beni comuni ).
. Da quando
è stato abolito il servizio di leva obbligatorio, centinaia di caserme dismesse
sono state abbandonate al degrado e all'incuria e che potrebbero essere utilizzate per fare
fronte all'emergenza abitativa, per i cittadini privi di una abitazione.
Oggi la
Chiesa in Italia possiede circa 100 mila immobili, tra i quali vi sono 9 mila
scuole, 26 mila tra chiese, oratori, conventi, campi sportivi e negozi e 5 mila
tra cliniche, ospedali e strutture sanitarie e di vario genere. Più difficile
capire quanti siano hotel, residence e strutture ricettive in genere, perché
per la maggior parte sono di proprietà di ordini di frati e suore, e non delle
diocesi.
Si tratta comunque di molte migliaia di imprese, perché tali sono, e Papa Francesco oggi prova a scongiurare l'avanzata della componente ecclesiale più orientata al business che alla carità di cui c'è sempre più bisogno.
Si tratta comunque di molte migliaia di imprese, perché tali sono, e Papa Francesco oggi prova a scongiurare l'avanzata della componente ecclesiale più orientata al business che alla carità di cui c'è sempre più bisogno.
Note sulla
“ povertà “ in Italia
Considerando
che nella popolazione italiana ( circa 60 milioni e 700.000 ) vi sono circa
4 milioni e centomila di
persone in povertà assoluta ,
(circa il 6,8 % ) e
altri 6 milioni ( circa il 10 % )
in povertà relativa .
Del
totale della popolazione italiana
Il 20% più ricco ( circa 12 milioni di persone ) detiene il 61,6% della ricchezza , e anche nella fascia più ricca, la distribuzione è nettamente squilibrata a favore del vertice. Infatti , Il 5% ( circa 3 milioni di persone ) più ricco della popolazione detiene il 32,1% della complessiva ricchezza nazionale .
Il 20% più ricco ( circa 12 milioni di persone ) detiene il 61,6% della ricchezza , e anche nella fascia più ricca, la distribuzione è nettamente squilibrata a favore del vertice. Infatti , Il 5% ( circa 3 milioni di persone ) più ricco della popolazione detiene il 32,1% della complessiva ricchezza nazionale .
Mentre il 20%
( 12 milioni di persone ) è appena al di sotto del 20,9% della ricchezza .
Il restante 60% ( 36
milioni di persone ) si deve accontentare del 17,4%
della ricchezza nazionale, e dei
quali il 20% ( 12 milioni di persone ) più povere , ha
appena lo 0,4 % della ricchezza.
MISURE CONTRO LA POVERTA’ IN ITALIA
Gli ultimi
dati Istat sono un nuovo monito sulla crescita della povertà in Italia. Nello
stesso giorno della loro pubblicazione, la Camera ha approvato il disegno di
legge delega che prevede l’istituzione del reddito di inclusione.
Recentemente l’Istat ha comunicato che nel nostro paese sono oltre 8,3 milioni le persone in condizioni di povertà relativa (ossia quando una famiglia di due componenti spende meno della singola persona media), mentre sono 4,5 milioni quelle in povertà assoluta
Il reddito di inclusione è una misura strutturale di lotta alla povertà, il disegno di legge delega, che dopo varie modifiche è stato approvato proprio il 14 luglio 2016 dalla Camera dei deputati.
Il disegno di legge, centrato attorno al cosiddetto reddito di inclusione, è caratterizzato da tre aspetti importanti, finora trascurati nel sistema di lotta alla povertà in Italia: universalità, efficienza e complementarietà a un reinserimento nel mercato del lavoro e nel contesto sociale di appartenenza. Il reddito sarà universale rivolgendosi, uniformemente su tutto il territorio nazionale, a tutti coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà assoluta; l’assegnazione avverrà a livello di nucleo familiare e sarà basata sull’indicatore della situazione economica equivalente (Isee). In attesa dei decreti attuativi, il governo sostiene che l’ammontare elargito arriverà fino a 320 euro al mese.
Una delle critiche maggiori al Ddl è la limitatezza della platea a cui si rivolge. Con lo stanziamento di soli 1,6 miliardi per i primi due anni, la misura non raggiungerà tutti coloro che versano in condizioni di povertà; secondo l’Alleanza contro la povertà il provvedimento potrà raggiungere al massimo il 30 per cento degli indigenti, ovvero circa 1,3 milioni di persone. In particolare, il reddito darà la priorità ai nuclei familiari con figli minori, con disabilità grave, con donne in stato di gravidanza accertata o con persone con più di 55 anni di età in stato di disoccupazione. Il Ddl rimane poi vago sullo stanziamento a regime, menzionando che partirà da un miliardo e verrà esteso in base alle risorse contingenti. La proposta originale dell’Alleanza contro la povertà, invece, prevedeva uno stanziamento graduale del reddito d’inclusione ma con un costo a regime di circa 7,1 miliardi annui. Le risorse arriveranno dal Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, istituito con l’ultima legge di stabilità, e coperto dalla fiscalità generale, in quanto le economie derivanti dal riordino delle prestazioni di natura assistenziale, sebbene destinate al fondo, sono considerate eventuali. L’Italia si colloca agli ultimi posti in tutta l’Unione Europea per quanto riguarda l’efficacia delle misure di contrasto alla povertà. Nel 2014 i trasferimenti sociali e gli interventi di sostegno nel loro complesso hanno diminuito la percentuale di popolazione a rischio di povertà del 5,3 per cento contro la media europea dell’8,9 per cento; solo Grecia e Romania hanno fatto peggio di noi. Un intervento strutturale e organico nel contrasto alla povertà, ispirato a principi universalistici, e un riordino del sistema assistenziale, ora frammentato e inefficiente, potrebbero finalmente migliorare queste statistiche in un momento in cui la coesione sociale è sempre più a rischio.
Recentemente l’Istat ha comunicato che nel nostro paese sono oltre 8,3 milioni le persone in condizioni di povertà relativa (ossia quando una famiglia di due componenti spende meno della singola persona media), mentre sono 4,5 milioni quelle in povertà assoluta
Il reddito di inclusione è una misura strutturale di lotta alla povertà, il disegno di legge delega, che dopo varie modifiche è stato approvato proprio il 14 luglio 2016 dalla Camera dei deputati.
Il disegno di legge, centrato attorno al cosiddetto reddito di inclusione, è caratterizzato da tre aspetti importanti, finora trascurati nel sistema di lotta alla povertà in Italia: universalità, efficienza e complementarietà a un reinserimento nel mercato del lavoro e nel contesto sociale di appartenenza. Il reddito sarà universale rivolgendosi, uniformemente su tutto il territorio nazionale, a tutti coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà assoluta; l’assegnazione avverrà a livello di nucleo familiare e sarà basata sull’indicatore della situazione economica equivalente (Isee). In attesa dei decreti attuativi, il governo sostiene che l’ammontare elargito arriverà fino a 320 euro al mese.
Una delle critiche maggiori al Ddl è la limitatezza della platea a cui si rivolge. Con lo stanziamento di soli 1,6 miliardi per i primi due anni, la misura non raggiungerà tutti coloro che versano in condizioni di povertà; secondo l’Alleanza contro la povertà il provvedimento potrà raggiungere al massimo il 30 per cento degli indigenti, ovvero circa 1,3 milioni di persone. In particolare, il reddito darà la priorità ai nuclei familiari con figli minori, con disabilità grave, con donne in stato di gravidanza accertata o con persone con più di 55 anni di età in stato di disoccupazione. Il Ddl rimane poi vago sullo stanziamento a regime, menzionando che partirà da un miliardo e verrà esteso in base alle risorse contingenti. La proposta originale dell’Alleanza contro la povertà, invece, prevedeva uno stanziamento graduale del reddito d’inclusione ma con un costo a regime di circa 7,1 miliardi annui. Le risorse arriveranno dal Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, istituito con l’ultima legge di stabilità, e coperto dalla fiscalità generale, in quanto le economie derivanti dal riordino delle prestazioni di natura assistenziale, sebbene destinate al fondo, sono considerate eventuali. L’Italia si colloca agli ultimi posti in tutta l’Unione Europea per quanto riguarda l’efficacia delle misure di contrasto alla povertà. Nel 2014 i trasferimenti sociali e gli interventi di sostegno nel loro complesso hanno diminuito la percentuale di popolazione a rischio di povertà del 5,3 per cento contro la media europea dell’8,9 per cento; solo Grecia e Romania hanno fatto peggio di noi. Un intervento strutturale e organico nel contrasto alla povertà, ispirato a principi universalistici, e un riordino del sistema assistenziale, ora frammentato e inefficiente, potrebbero finalmente migliorare queste statistiche in un momento in cui la coesione sociale è sempre più a rischio.
Note
da Rapporto Svimez
2015
Sulla situazione economica del Mezzogiorno d’Italia
.Pil negativo per il settimo anno
consecutivo, con una crescita che dal 2001 al 2013 è stata meno della metà di
quella della Grecia. Divario record al 53,7% del Pil pro capite rispetto al
resto del Paese. Investimenti che continuano a cadere. Industria al tracollo,
con un valore aggiunto precipitato del 38,7% dal 2008 al 2014. Donne e giovani
fuori dal mercato del lavoro. Nascite al minimo storico da 150 anni, che
preannunciano uno «tsunami demografico». E un rischio su tutti: «Il
depauperamento di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe
impedire al Mezzogiorno di agganciare la possibile nuova crescita e trasformare
la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente».
Performance di gran lunga peggiore
della Grecia
Dal 2001 al 2014 il tasso di crescita cumulato della Grecia è stato pari a -1,7%. La performance più negativa dell’intera eurozona, ma mai quanto il Meridione d’Italia: -9,4%, contro il +1,5% del Centro-Nord.
Dal 2001 al 2014 il tasso di crescita cumulato della Grecia è stato pari a -1,7%. La performance più negativa dell’intera eurozona, ma mai quanto il Meridione d’Italia: -9,4%, contro il +1,5% del Centro-Nord.
Il malessere del mondo produttivo
Colpiscono le cifre sull’industria, per quel già citato crollo degli investimenti del 59,3% dal 2008 al 2014, oltre il triplo del calo pesante registrato al Centro-Nord (-17,1%), e per la flessione del 35% del valore aggiunto, a fronte del -17,2% nel resto d’Italia. Nello stesso periodo calano anche le costruzioni (-47,4% gli investimenti, -38,7% il valore aggiunto) e i servizi (-33% gli investimenti, -6,6% il valore aggiunto). Non va meglio per l’agricoltura: investimenti -38%. Negative anche le esportazioni: nel 2014 sono calate del 4,8% contro la crescita del 3% al Centro-Nord. E si sono dimezzate al Sud le agevolazioni alle imprese sul totale nazionale: erano il 63,5% nel 2008, sono diventate il 33,2% nel 2013. Il pericolo, per Svimez, è quello già denunciato nel Rapporto 2014: una «desertificazione industriale».
Colpiscono le cifre sull’industria, per quel già citato crollo degli investimenti del 59,3% dal 2008 al 2014, oltre il triplo del calo pesante registrato al Centro-Nord (-17,1%), e per la flessione del 35% del valore aggiunto, a fronte del -17,2% nel resto d’Italia. Nello stesso periodo calano anche le costruzioni (-47,4% gli investimenti, -38,7% il valore aggiunto) e i servizi (-33% gli investimenti, -6,6% il valore aggiunto). Non va meglio per l’agricoltura: investimenti -38%. Negative anche le esportazioni: nel 2014 sono calate del 4,8% contro la crescita del 3% al Centro-Nord. E si sono dimezzate al Sud le agevolazioni alle imprese sul totale nazionale: erano il 63,5% nel 2008, sono diventate il 33,2% nel 2013. Il pericolo, per Svimez, è quello già denunciato nel Rapporto 2014: una «desertificazione industriale».
Il lavoro che non c’è: nel 2014
occupati sotto i 6 milioni
Inevitabili i riflessi sull’occupazione. Negli anni della crisi nel Mezzogiorno è caduta del 9%, oltre sei volte più che al Centro-Nord. Delle 811mila persone che hanno perso il lavoro tra il 2008 e il 2014, ben 576mila sono residenti al Sud. Che concentra il 26% appena degli occupati d’Italia ma il 70% delle perdite determinate dalla recessione. Nel solo 2014 il Meridione ha perso 45mila posti, arrivando a 5,8 milioni di occupati, sotto la soglia psicologica dei 6 milioni e raggiungendo il livello più basso almeno dal 1977, l’anno da cui sono disponibili le serie storiche dell’Istat. Una prova - spiega la Svimez - «del processo di crescita mai decollato» e del «livello di smottamento del mercato del lavoro meridionale».
Inevitabili i riflessi sull’occupazione. Negli anni della crisi nel Mezzogiorno è caduta del 9%, oltre sei volte più che al Centro-Nord. Delle 811mila persone che hanno perso il lavoro tra il 2008 e il 2014, ben 576mila sono residenti al Sud. Che concentra il 26% appena degli occupati d’Italia ma il 70% delle perdite determinate dalla recessione. Nel solo 2014 il Meridione ha perso 45mila posti, arrivando a 5,8 milioni di occupati, sotto la soglia psicologica dei 6 milioni e raggiungendo il livello più basso almeno dal 1977, l’anno da cui sono disponibili le serie storiche dell’Istat. Una prova - spiega la Svimez - «del processo di crescita mai decollato» e del «livello di smottamento del mercato del lavoro meridionale».
Allarme donne e giovani
C’è un allarme specifico che riguarda le donne (lavora soltanto il 20,8% contro una media Ue del 51%) e i giovani: tra il 2008 e il 2014 il Sud ha perso 622mila posti tra gli under 34 (-31,9%) mentre ne ha guadagnati 239mila tra gli over 55. Per gli under 24 nel 2014 il tasso di disoccupazione ha sfiorato il 56%, contro il 35,5% del Centro-Nord. Parla da solo il dato sui neet (quelli che non studiano e non lavorano): nel 2014 in Italia sono aumentati del 25% rispetto al 2008, arrivando a 3,5 milioni. Quasi due milioni sono meridionali.
C’è un allarme specifico che riguarda le donne (lavora soltanto il 20,8% contro una media Ue del 51%) e i giovani: tra il 2008 e il 2014 il Sud ha perso 622mila posti tra gli under 34 (-31,9%) mentre ne ha guadagnati 239mila tra gli over 55. Per gli under 24 nel 2014 il tasso di disoccupazione ha sfiorato il 56%, contro il 35,5% del Centro-Nord. Parla da solo il dato sui neet (quelli che non studiano e non lavorano): nel 2014 in Italia sono aumentati del 25% rispetto al 2008, arrivando a 3,5 milioni. Quasi due milioni sono meridionali.
In arrivo «tsunami» demografico
A tutto ciò si aggiunge il calo delle nascite, che non accenna a fermarsi (persino gli stranieri iniziano a fare meno figli), e la migrazione verso il Centro-Nord che dal 2001 al 2014 ha interessato oltre 1,6 milioni di persone. «Un intreccio perverso», lo definisce la Svimez. «Il Sud sarà interessato nei prossimi anni - avverte il rapporto - da uno stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, a fronte di una crescita di 4,6 milioni nel Centro-Nord».
A tutto ciò si aggiunge il calo delle nascite, che non accenna a fermarsi (persino gli stranieri iniziano a fare meno figli), e la migrazione verso il Centro-Nord che dal 2001 al 2014 ha interessato oltre 1,6 milioni di persone. «Un intreccio perverso», lo definisce la Svimez. «Il Sud sarà interessato nei prossimi anni - avverte il rapporto - da uno stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, a fronte di una crescita di 4,6 milioni nel Centro-Nord».
Una persona su tre a rischio povertà
Il risultato è la povertà: dal 2011 al 2014 le famiglie assolutamente povere sono aumentate in Italia del 37,8% al Sud e del 34,4% al Centro-Nord. Ma nel 2013 una persona su tre nel Mezzogiorno era a rischio povertà, contro una su dieci al Centro-Nord. Sicilia e Campania le regioni dove il pericolo è più elevato. Quasi il 62% dei meridionali guadagna meno di 12mila euro annui, contro il 28,5% del Centro-Nord. Ennesima faccia di un Paese «sempre più diviso e diseguale».
Il risultato è la povertà: dal 2011 al 2014 le famiglie assolutamente povere sono aumentate in Italia del 37,8% al Sud e del 34,4% al Centro-Nord. Ma nel 2013 una persona su tre nel Mezzogiorno era a rischio povertà, contro una su dieci al Centro-Nord. Sicilia e Campania le regioni dove il pericolo è più elevato. Quasi il 62% dei meridionali guadagna meno di 12mila euro annui, contro il 28,5% del Centro-Nord. Ennesima faccia di un Paese «sempre più diviso e diseguale».
LA CRISI DELLE
PICCOLE E MEDIE
IMPRESE
Nel 2013 in Italia hanno
chiuso in media 54 imprese ogni giorno, due ogni ora. Lo scorso anno su tutto
il territorio nazionale si sono registrati 14.269 fallimenti, in crescita del
14% rispetto al 2012 e del 54% rispetto al 2009. Di fatto in cinque anni sono
sparite dalla mappa nazionale 59.570 imprese, in un trend di costante aumento
dall'inizio della crisi a oggi, con il suo picco nell'ultimo trimestre 2013: un
nuovo record di 4.257 fallimenti (+14% rispetto al quarto trimestre 2012, +39% ( Ilaria Vesentini - Il Sole 24
Ore -)
A scattare la drammatica
fotografia è Cribis D&S, la società del gruppo bolognese Crif specializzata
nella business information nella sua periodica «Analisi dei fallimenti in
Italia». «Nonostante alcuni timidi segnali di miglioramento negli indicatori
dell'economia italiana – commenta l'ad di Cribis D&B, Marco Preti, il conto
dei fallimenti mostra una situazione ancora molto preoccupante e il picco del
quarto trimestre 2013, dopo cinque anni caratterizzati da un trend in costante
peggioramento . ( Ilaria Vesentini - Il Sole 24 Ore –)
Continua ad avanzare la
desertificazione di attività commerciali e pubblici esercizi nei centri urbani.
Secondo le stime dell'Osservatorio Confesercenti, anche nel 2015 il bilancio
tra aperture e chiusure di negozi, bar e ristoranti sarà in rosso, con un saldo negativo di oltre 29 mila imprese. Un crollo meno grave
di quello registrato nel 2014 (-34mila) ma comunque peggiore delle attese. Il
calo delle chiusure, il primo in cinque anni, è infatti quasi annullato dalla
frenata delle aperture: in totale quest'anno si stima che inizieranno
l'attività circa 37mila nuove imprese, contro le oltre 42mila che hanno aperto
lo scorso anno e le 45mila nel 2013. Il 2015 è il quinto anno consecutivo di contrazione per il commercio in
sede fissa, la ristorazione ed il servizio bar. In totale, dal 2011 ad oggi,
questi tre settori hanno registrato circa 207mila aperture e 346mila chiusure,
per un saldo negativo di poco meno di 140mila imprese. In media, negli ultimi 5
anni, ogni giorno
hanno aperto 114 imprese e 190 hanno chiuso, per un saldo giornaliero negativo di 76
attività.
L’ Equità fiscale
Per conseguire
un obiettivo di equità nel
sistema fiscale , il metodo dei semplici " tagli "
ai redditi più alti , è quello meno opportuno da operare ( anche perchè facilmente
opponibile sotto il profilo giuridico ) . Invece , per poter garantire un reddito minimo ( sufficiente per i bisogni di vita
primari , indispensabili ) a tutti coloro che ne sono privi , il sistema
migliore è quello della riforma generale
del sistema fiscale , attraverso un ‘adeguata revisione delle aliquote fiscali , che contempli un
innalzamento delle aliquote stesse , in misura proporzionale , a partire
dai redditi più alti ( es. da 80.000 euro lordi annui ) e riguardo alle
rendite finanziarie più elevate . Solo così facendo , e attraverso una seria ed
efficace lotta alla evasione fiscale , possono
ricavarsi risorse finanziarie sufficienti per ristabilire una più equa
redistribuzione della ricchezza nazionale . Inoltre , sarebbe molto efficace
consentire anche importanti e
consistenti misure di detrazioni fiscali ,
per i redditi medio-bassi , riguardo alle spese per beni e servizi essenziali (
la qual cosa servirebbe soprattutto alle entrate nelle casse dello Stato , determinando
sicuramente un forte incremento in ordine al rilascio delle ricevute fiscali).
SITUAZIONE
SOCIO - ECONOMICA IN ITALIA
NEL QUADRO
INTERNAZIONALE
Il prezzo
del petrolio continua a scendere , mentre
in Italia il costo
dei carburanti rimane
pressochè invariato ( la qualcosa
corrisponde in pratica a un
aumento di tasse );
Se l’andamento delle borse è
molto instabile e tendente al ribasso , in parte è
dovuto al calo del prezzo del
petrolio ( dovuto a una produzione
eccessiva di greggio rispetto
all’effettivo consumo globale ) , in
parte ad
un rallentamento della crescita
di produttività economica
, specie di Paesi in via di
sviluppo , come Brasile , Russia e Cina ;
Le banche
risentono delle sofferenze per i crediti
non soddisfatti ( c.d. derivati ) e pertanto
sono poco propense ad erogare ulteriori prestiti alle imprese e alle
famiglie , nonostante gli interventi finanziari della B.C.E. ( Draghi ) , che
cercano di agevolare la circolazione del denaro , al
fine di evitare fenomeni di deflazione
nei mercati finanziari ed economici ;
In Italia
, la
crescita economica è troppo
lenta e molte
attività produttive e
d’impresa sono in
grave crisi ( in
aumento i casi di chiusura attività , di fallimento , di cessata attività per
delocalizzazione verso l’estero ), a
causa della debole
domanda ( specialmente interna
) di
acquisto di beni e servizi e
per il
peso eccessivo delle imposte e
tasse, nonché a causa della concorrenza
di quelle attività ( in specie
cinesi ) ,che hanno invaso il mercato con prodotti a basso costo e di assai dubbia qualità ( molto diffusi ,
anche se spesso denunciati e vietati per
legge) ;
Cresce continuamente e gravemente
il divario economico - finanziario fra
le fasce sociali
più deboli e
quelle più benestanti
e aumenta in
modo allarmante il numero delle
persone assolutamente prive di reddito e quindi in condizione di reale povertà.
Gravemente persistenti
sono le situazioni
di privilegi di
natura economica e normativa riguardanti
classi sociali particolari ,
politiche , istituzionali , etc.., anche
se più volte denunciati
pubblicamente , da organi di
stampa e da cittadini stessi ;
Il sistema
fiscale presenta gravi
iniquità , gravando troppo il
peso delle aliquote fiscali
,troppo alte sui redditi medio bassi
, e non
equamente proporzionate rispetto
alle aliquote relative gli
alti redditi e alle elevate rendite finanziarie , giochi
d’azzardo , beni di lusso , grossi capitali ,etc..
La disoccupazione , anche se da poco tempo lievemente
diminuita nel nord Italia , è comunque ancora a livelli troppo alti nelle Regioni del
Meridione , Sicilia , Sardegna ( specie
riguardo ai giovani ) , dove si continua
a registrare un forte aumento
del fenomeno dell’emigrazione verso il nord Italia e verso i Paesi
europei ;
Gravemente elevato
è il tasso di
evasione fiscale , essendo poco efficienti i mezzi di contrasto , nonché
la misura del debito
pubblico nazionale rispetto agli
altri Paesi europei ,
essendo ancora troppo debole la crescita
del PIL rispetto alla spesa pubblica ;
Allarmante è
anche il fenomeno della illegalità ( corruzione , evasione fiscale ,
criminalità organizzata ) ;
Insufficienti
, carenti sono i piani di investimento economico-finanziario da parte degli Organi pubblici , politici e Istituzionali ,
riguardanti la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio , riguardanti le risorse umane
e strumentali per l’innovazione tecnologica e lo sviluppo
culturale , per la ricerca scientifica , riguardo alle vie e ai mezzi
di comunicazione ( specialmente
nel meridione ) , alle strutture scolastiche , sanitarie e penitenziarie , etc…
"
L' ORDINE SOCIALE " E
LA DEMOCRAZIA
All’art.
1 la COSTITUZIONE ITALIANA
sancisce : “ L’ Italia è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro. La Sovranità appartiene al
Popolo , che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. “
Il principio
della Sovranità popolare si inserisce tra i principi fondamentali della
Costituzione Italiana .
La sovranità
è fonte di legittimazione del potere degli Organi costituzionali .
Ciascun Organo cosituzionale è tale e può esercitare la propria funzione perché trova legittimazione e fonte prima nel Popolo. Non esiste, quindi, organo che sia estraneo alla Sovranità popolare .
Attraverso tale principio si è voluto dare la possibilità a tutti i cittadini di partecipare direttamente o indirettamente alle decisioni del Governo e tale possibilità di democrazia diretta viene esercitata dai cittadini mediante il diritto di “ voto “ .
La nostra Carta Costituzionale prevede principi esemplari per una convivenza civile e democratica e sancisce norme di legge che sostengono perfettamente questi principi , sia riguardo alle attribuzioni , che all’articolazione e finalità degli Organi istituzionali, politici , legislativi e giurisdizionali dello Stato.
Ciascun Organo cosituzionale è tale e può esercitare la propria funzione perché trova legittimazione e fonte prima nel Popolo. Non esiste, quindi, organo che sia estraneo alla Sovranità popolare .
Attraverso tale principio si è voluto dare la possibilità a tutti i cittadini di partecipare direttamente o indirettamente alle decisioni del Governo e tale possibilità di democrazia diretta viene esercitata dai cittadini mediante il diritto di “ voto “ .
La nostra Carta Costituzionale prevede principi esemplari per una convivenza civile e democratica e sancisce norme di legge che sostengono perfettamente questi principi , sia riguardo alle attribuzioni , che all’articolazione e finalità degli Organi istituzionali, politici , legislativi e giurisdizionali dello Stato.
Per
qualsiasi essere umano , sia dal punto di vista individuale che facente parte di una comunità civile , il diritto alla “
vita “ e il diritto alla “ libertà “
sono inviolabili e
l’unica forma di società che può garantire ai cittadini questi
diritti è quella governata da un Sistema Democratico ;
un Sistema che per ben funzionare
, necessariamente deve essere “ ordinato “ ,
cioè regolato da norme precise ed efficaci
e condotto da persone rette e
capaci di realizzare , attraverso i rispettivi Organi Istituzionali , i
principi di Legalità , di Equità e Giustizia Sociale .
Tali principi , affinchè possano essere realizzati ,
implicano necessariamente atti legislativi e amministrativi di reale competenza
ed efficacia , sia sotto il profilo politico che giuridico e sociale , nonché
comportamenti di serietà , di onestà morale e intellettuale dei soggetti preposti all’esercizio e alle funzioni degli
Organi istituzionale dello Stato.
Pertanto , Onestà , Legalità e
Giustizia
costituiscono i pilastri fondamentali , sui quali , per
mantenersi , non può non reggersi
un vero Sistema democratico attraverso i suoi Organi di
Governo e gli Organi Istituzionali dello Stato.
Un Sistema
democratico che deve garantire al suo
interno i necessari Organi di controllo
, pur nel rispetto della indipendenza e
autonomia di ciascuno degli Organi ,
cui sono attribuiti i tre poteri previsti dalla Costituzione : Legislativo
, quello Esecutivo e quello Giudiziario.
Organi
di controllo che fungano
da contrappesi nell’esercizio dei poteri istituzionali e che costituiscono perciò una vera e reale garanzia dell’assetto democratico per il Paese . Per tali motivi è molto
importante evitare che possano
crearsi pericolose modifiche nell’ambito
dell’Ordinamento giuridico –costituzionale
, tese a eccessive semplificazioni organizzative e funzionali del Sistema politico –legislativo , che facciano venir meno tali fondamentali
garanzie.
Una vera Democrazia può sostenersi
soltanto attraverso il rispetto di precise regole , che prevedono da parte
degli Organi competenti i necessari e molteplici controlli , anche incrociati ,
specialmente in materia fiscale e di legalità.
Quindi , uno
Stato Democratico , ai fini della sua stabilità e integrità , ha la necessità
di essere governato da un Sistema politico che sia in grado di assicurare alla
comunità condizioni socio-economiche indispensabili per una convivenza civile,
libera, pacifica e dignitosa e
soprattutto condizioni di equità e giustizia sociale, evitando che si
determinino situazioni di gravi disparità fra le classi sociali , fenomeni di
grave disoccupazione e di povertà e in
contrapposto di privilegi e speculazioni in favore dei ceti e caste più abbienti.
Soltanto
attraverso le suddette condizioni
un Governo può assicurare al Paese
il mantenimento di un
“ ORDINE SOCIALE
DEMOCRATICO “
.
PER LA REALIZZAZIONE
DELL' ORDINE SOCIALE DEVONO
A LORO VOLTA
ESSERE REALIZZATI QUATTRO
PRINCIPI FONDAMENTALI
:
- LA
" LIBERTA' SOCIALE
-
LA " GIUSTIZIA SOCIALE "
- LA " SICUREZZA SOCIALE "
-
IL " BENESSERE SOCIALE "
LA " LIBERTA'
SOCIALE "
LA LIBERTA' SOCIALE
CONSISTE IN TUTTE
QUELLE ATTIVITA' UMANE
VOLTE AD ESERCITARE
IL DIRITTO ALLA
LIBERTA' INDIVIDUALE NEI
MODI E
NEI LIMITI CONSENTITI
DALLE LEGGI PREVISTE
DALLA COSTITUZIONE ,
NEL RISPETTO DEL DIRITTO
DELLA LIBERTA' ALTRUI
, AI FINI
DEL PERSEGUIMENTO DEL
BENE COMUNE ;
LA " GIUSTIZIA
SOCIALE "
LA
GIUSTIZIA SOCIALE CONSISTE
IN TUTTE QUELLE
ATTIVITA' ISTITUZIONALI CHE
REALIZZANO EFFETTIVAMENTE LA " PARITA' SOCIALE " FRA
TUTTI I COMPONENTI
DELLA SOCIETA' , SOTTO
IL PROFILO DEL
SESSO , DELLA RAZZA , DELLA RELIGIONE , E DI TUTTI
DI FRONTE ALLA
LEGGE ; NONCHE'
NELL' APPLICARE MISURE
DI EQUITA' E
DI LEGALITA' , TALI
DA RENDERE REALE
ED EFFETTIVA PER
TUTTI I COMPONENTI LA
SOCIETA' STESSA LA
POSSIBILITA' DI CONDURRE
UNA VITA
ECONOMICAMENTE E SOCIALMENTE
DIGNITOSA ;
LA
" SICUREZZA SOCIALE
"
LA
SICUREZZA SOCIALE CONSISTE
IN TUTTE QUELLE
INIZIATIVE E ATTIVITA'
ISTITUZIONALI DI NATURA
ORGANIZZATIVA E STRUTTURALE
CHE GARANTISCANO IN
MODO EFFICACE ED
EFFICIENTE , LA TUTELA DELLA SALUTE
E DELLA INTEGRITA'
FISICA NEI CONFRONTI
DI TUTTI I
COMPONENTI DELLA SOCIETA'
, PREDISPONENDO TUTTI I
MEZZI UTILI E
NECESSARI AL FINE
DI PREVENIRE , NONCHE' DI
CONTRASTARE QUANTI PREVEDIBILI
PERICOLI POSSANO INCOMBERE
E NUOCERE ALLA
VITA E ALLA
INCOLUMITA'' DELLA COMUNITA' ;
IL "
BENESSERE SOCIALE "
IL
BENESSERE SOCIALE E'
IL FINE ULTIMO
CUI DEVE TENDERE LA
POLITICA DI UN
GOVERNO ; ESSO CONSISTE
IN TUTTE QUELLE
INIZIATIVE SOCIO-ECONOMICHE IN
MATERIA DI OPERE
PUBBLICHE E IN
CAMPO DI INTERVENTI ANCHE DI
NATURA PRIVATA , VOLTE A
REALIZZARE , PUR
NELLE DIFFICOLTA' SOCIO-ECONOMICHE CONTINGENTI , CONDIZIONI DI
VITA SOCIALE QUANTO
PIU' EQUE E
GIUSTE , PRINCIPALMENTE EVITANDO
CHE POSSANO CREARSI
SITUAZIONI DI GRAVE
CRITICITA' ,( CRESCENTI CONDIZIONI DI POVERTA’ , DISOCCUPAZIONE ) E QUINDI
CONTESTAZIONI SOCIALI A
CAUSA DI ATTI PRODUCENTI GRAVI
INIQUITA' SOCIALI ,
POSTI IN ESSERE COLPEVOLMENTE DA
PARTE DI ORGANI
POLITICI E COMPONENTI
ISTITUZIONALI NELLA GESTIONE
DELLA COSA PUBBLICA.
DATO CHE FENOMENI QUALI
LA "
CORRUZIONE " ,
LA "
EVASIONE FISCALE " , LA "
CRIMINALITA' ORGANIZZATA " COSTITUISCONO
SEMPRE PIU' GRAVEMENTE
FATTORI ALTAMENTE DISTRUTTIVI
DELLE CONDIZIONI DI
SICUREZZA SOCIO-ECONOMICA DEL
NOSTRO PAESE , METTENDO
A SERIO RISCHIO
ANCHE GLI EQUILIBRI
DELLO STESSO SISTEMA
DEMOCRATICO , E'
GIUNTO IL MOMENTO
IRRINUNCIABILE DI INTERVENIRE
CON LA MASSIMA
URGENZA E DUREZZA
E DETERMINAZIONE PER
DIFENDERSI DALL'
AGGRESSIONE DI QUESTI
MALI ; A TAL
FINE E' ASSOLUTAMENTE
NECESSARIO CHE PARLAMENTO
E GOVERNO PRENDANO
RESPONSABILMENTE E SENZA
INDUGI GLI OPPORTUNI
ED EFFICACI PROVVEDIMENTI
LEGISLATIVI ED OPERATIVI
PER AFFRONTARE E
DEBELLARE TALI FENOMENI ,
ATTRAVERSO UN RAFFORZAMENTO QUALITATIVO
E QUANTITATIVO DEI
MEZZI E DEL
PERSONALE APPARTENENTE AGLI
ORGANI ISTITUZIONALI (
GIUDIZIARI , FINANZIARI E
FORZE DELL'ORDINE ) PREPOSTI
ALLA LOTTA CONTRO
LA CRIMINALITA' .
PER FAR QUESTO
, LA POLITICA
DEL GOVERNO ,
NELLA PERSONA DEL
SUO CAPO , COME ANCHE
RIGUARDO AI RAPPRESENTANTI DELLE
FORZE PARLAMENTARI , A
FRONTE DELLA PERICOLOSITA' SULLA
SICUREZZA PUBBLICA ,
NONCHE' DEI GRAVISSIMI
DANNI ARRECATI ALLA
ECONOMIA E ALLE
FINANZE DEL PAESE ,
NON
POSSONO PIU' AVANZARE
SCUSE DI IMPOSSIBILITA' AD
INTERVENIRE NEL MODO
PIU' CORRETTO E
PROFICUO , A
CAUSA DI CARENZE
DI RISORSE ECONOMICHE
, DOVUTE AL LA CRISI
CONTINGENTE , O A
CAUSA DI PRESUNTE
NECESSITA' DI INTERVENTI
SU ALTRE QUESTIONI E
RIFORME LEGISLATIVE (
PALESEMENTE NON PRIORITARIE
E CERTAMENTE NON
PIU' URGENTI RISPETTO AI
SUDDETTI PROBLEMI ) ,
ALTRIMENTI , STANTE LE LORO
RISPETTIVE RESPONSABILITA' POLITICHE
E ISTITUZIONALI , SAREBBERO RITENUTI
INDIRETTAMENTE " COMPLICI
" DEI FAUTORI
DI QUESTI MALI
E PORTEREBBERO SULLA
LORO COSCIENZA LE
CONSEGUENZE PER I
GRAVISSIMI DANNI PROVOCATI
SU TUTTE QUELLE
PERSONE CHE VENGONO
GIORNALMENTE COLPITE NELLA
PROPRIA INCOLUMITA' E
NEI PROPRI BENI .
LA LOTTA
ALLA CORRUZIONE , ALLA
EVASIONE FISCALE , ALLA
CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
CORRUZIONE E
MALAFFARE
Ci
lamentiamo perché , pur dovendo pagare tante
tasse , i servizi
pubblici funzionano male
o sono gravemente
insufficienti e la
crescita economica e sociale nel
nostro Paese è troppo
lenta rispetto a quella
di altri Paesi europei ,
nonostante la presenza di attuali condizioni congiunturali più favorevoli rispetto agli
anni passati ?
La risposta più
immediata , naturalmente , è quella
che riguarda la
politica del Governo e
degli Organi legislativi sulla
gestione delle risorse pubbliche
.
Infatti , se
vi sono carenze
o inefficienze , le
cause sono dovute
a motivi ben precisi e diversi :
al
fatto che vi
sono troppi sprechi di denaro ; troppe opere pubbliche rimaste incompiute ,
eccessivi costi e ritardi nelle relative realizzazioni ; inadempienze e
violazioni di norme in materia di appalti ; molto
gravi le condizioni di disuguaglianza
e di sperequazione economica fra ceti
sociali per una
iniqua redistribuzione della
ricchezza nazionale e un iniquo
sistema di imposizione
fiscale ; che l’apparato burocratico degli
enti pubblici è
troppo complesso ,
inutilmente ripetitivo , dispersivo e
quindi economicamente oneroso ,
difettoso nella organizzazione e controlli
gestionali e quindi nella resa ed efficienza
lavorativa-burocratica ; che l’apparato
giudiziario risente di carenze strutturali , di personale , di complessità
procedurali e quindi di lentezze
decisionali e sovrabbondanza di
pendenze processuali ; che il sistema
penitenziario presenta gravi
carenze di ordine strutturale , carceri
insufficienti e quindi sovraffollate , carenze di personale di vigilanza
penitenziaria ; che gli apparati
preposti all’ordine pubblico risentono anch’essi di carenze strutturali , di mezzi e di
personale operativo ; che l’apparato
sanitario presenta gravi
squilibri strutturali e funzionali nell’ambito
delle diverse regioni
d’Italia ; che gli
istituti scolastici accusano
gravi carenze sotto l’aspetto
della manutenzione e sicurezza
strutturale degli immobili
; che in
tutto il territorio nazionale
sono assai carenti le opere di salvaguardia
e della messa in sicurezza di luoghi abitativi riguardo
al rischio sotto l’aspetto idrogeologico
e degli eventi tellurici .
Problemi gravissimi , tutti questi , ma
che potrebbero essere
risolti positivamente ( vds. “ Proposte “ elencate
sotto ) , ed anche in tempi
ragionevolmente non lunghi , solo che
vi fosse , da parte dei predetti Organi di Governo e Legislativi , la reale
“volontà “ politica di
risolverli , con decisione e in
modo responsabile e con elevato
senso istituzionale e
di giustizia sociale.
Però , oltre alla “volontà
e capacità politica “ quali presupposti fondamentali , vi è un
altro e
ben più influente
fattore , che è al
di fuori dell’ambito
delle competenze organizzative
e gestionali di
carattere politico -
istituzionale ; tale
fattore riguarda la “
Moralità nel senso della Onestà “ ,
non solo riguardo a chi riveste incarichi e responsabilità
pubbliche , bensì anche riguardo ai comportamenti dei privati cittadini nell’ambito dei rapporti sia privati , sia con i pubblici dipendenti .
La
Moralità , nel senso della onestà
e correttezza, è il binario
insostituibile sul quale
deve procedere la
locomotiva dell’amministrazione
pubblica riguardo alla
gestione del “ bene e delle risorse pubbliche “ , affinché possa
esservi vera e
reale evoluzione e crescita
sociale nel Paese .
Nessun programma governativo ,
di qualsiasi colore
politico esso sia
, può sortire
buoni risultati o
comunque soddisfacenti per l’interesse
ed il bene della collettività
, se
chi vi mette mano
o in qualche
modo ne è
interessato , approfitta
della propria posizione pubblica per
trarne un vantaggio personale illecito , attraverso la corruzione , la
concussione , l’abuso d’ufficio , etc..
Così come non possono
ottenersi condizioni di
benessere sociale e
convivenza civile , se nello
stesso ambito della
cittadinanza , il
fenomeno dei comportamenti
illegali , della violazione
delle leggi , viene ad
assumere livelli allarmanti per
la sua diffusione
e capillarità nei più diversi
ceti sociali , per
la crescente mentalità
di considerare lo Stato
come un Ente estraneo
e conflittuale , e le
sue leggi come ostacoli al
raggiungimento di ciascun interesse privato .
In conclusione , una “ Società
“ in
cui la corruzione ed
il malaffare , nonché i
traffici della criminalità
organizzata , assumono ad
ogni livello posizioni
di rilievo e
sempre più pericolose , è destinata
ad essere drasticamente
e irrimediabilmente emarginata
da ogni contesto
internazionale , e
conseguentemente a diventare
sempre meno competitiva ;
destinata a registrare aumenti
di ceti sociali sempre più poveri
, disuguaglianze profonde
rispetto a minoranze sempre più ricche e benestanti ; e conseguentemente
, gravi insofferenze popolari
e disaffezione e sfiducia
verso le istituzioni dello
Stato e della politica.
Proposte
che potrebbero essere avanzate
al fine di poter rimediare ai danni
ed evitare le
conseguenze negative prodotte
da fattori di
inefficienza e carenze
riguardo alla gestione
da parte degli
Organi politico-istituzionali
delle risorse e dei beni
pubblici e dei
servizi di interesse pubblico , nonché riguardo al
sistema fiscale :
1 ) Realizzazione della “ Banda larga “ in tutto il territorio nazionale;
2 ) Trasparenza e pubblicità , con obbligo
da parte dell’Ente pubblico di
consentire a qualsiasi cittadino
utente ogni possibilità di libero accesso , attraverso
apposito sito internet , degli atti , provvedimenti e
documenti economico- finanziari
e normativi emessi
e prodotti dagli Enti
Pubblici , a qualsiasi livello istituzionale , nonché la possibilità di prendere conoscenza
dei tempi e dei costi di
esecuzione di tutti gli
incarichi e progetti di opere
pubbliche e di servizi di pubblico interesse relativi
all’ente pubblico interessato
3 )
Semplificazione delle norme
burocratiche procedurali
riguardo agli uffici e delle
pratiche nei servizi delle Pubbliche
Amministrazioni , accorpamento di uffici
ed incarichi e servizi
pubblici , con istituzione di
appositi centri amministrativi , aventi
sportelli “ polifunzionali “
, attraverso i
quali poter richiedere
informazioni , produrre e ricevere atti
e documenti , in modo contestuale
, anche riguardo a pratiche
amministrative di diversa natura e specie .
4 ) Responsabilizzazione del
personale dipendente della Pubblica Amministrazione , in primis riguardo ai
dirigenti , in ordine agli incarichi di
ufficio nei servizi amministrativi e
burocratici , attraverso sanzioni disciplinari
e penalizzazioni di tipo economico , in caso di accertate violazioni
delle norme comportamentali ed esecutive attinenti ai doveri d’ufficio ;
5 ) Adeguamento quantitativo e professionale dell’Apparato
della Salute Pubblica , con rinforzo degli Organici di personale medico e
paramedico , attraverso una più efficiente organizzazione dei servizi
sanitari e collocazione di più
numerosi siti ospedalieri ,
specie di Pronto Soccorso , in zone di più facile accesso e riordino delle spese
e dei costi
sanitari per strutture , e prodotti
farmaceutici , attraverso protocolli
unificati a livello nazionale
e interventi ministeriali di controllo gestionale ;
6 ) Adeguamento quantitativo e professionale dell’Apparato
giudiziario , con rinforzo degli
organici del personale , magistrati ed operatori amministrativi e
penitenziari , ampliamento e
ammodernamento delle strutture
giudiziarie e penitenziarie , semplificazione
delle norme procedurali in materia di processi civili e
penali ;
7) Adeguamento quantitativo e
professionale , con rinforzi degli
Organici di personale , con
ammodernamento di mezzi e di strutture , riguardo all’Apparato della Sicurezza Nazionale e dell’ Ordine Pubblico ;
8 )
Adeguamento quantitativo e messa in sicurezza delle strutture
immobiliari e strumentali
degli istituti scolastici ,
nel loro complesso in tutto il territorio nazionale e adeguamento professionale
degli organici del corpo insegnanti , in funzione delle nuove realtà costituite
dalla immissione di soggetti immigrati;
9 ) Interventi di monitoraggio in ordine alla complessiva situazione e
condizione idrogeologica in tutto il territorio nazionale , con particolare
attenzione e urgente attivazione di manutenzione
e messa in sicurezza in quelle zone
più a rischio di smottamenti franosi e di esondazioni di fiumi e torrenti , di
fenomeni tellurici ;
10 ) Riforma del sistema fiscale , con rimodulazione
delle aliquote fiscali finalizzata a
ridurre drasticamente le disuguaglianze , le differenze quantitative degli importi di reddito fra i
ceti meno abbienti e quelli
a più alto reddito , in modo da realizzare una redistribuzione
della ricchezza in misura più equa fra i contribuenti e consentire la
corresponsione di un reddito minimo garantito a tutti quei cittadini privi di reddito , disoccupati , inoccupati ,
inabili.
11 ) Realizzazione di più efficaci
misure e mezzi di contrasto alla evasione e alla elusione fiscale , nonché ai
traffici illeciti di denaro , di droga , di armi , di prostituzione , alla
corruzione , attuando rapidi e decisi interventi esecutivi di confisca di beni
e incameramento nelle casse dello Stato di somme di denaro ricavate ,
a seguito di condanne per attività illegali .
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Il
presidente di Adusbef Elio Lannutti
interviene al convegno “Condannati all’impunità” presso la Corte Suprema di
Cassazione e si scaglia contro banche e finanza: “Dopo il governo Berlusconi,
di cui sono sempre stato un oppositore, abbiamo assistito ad una serie di
golpe, il cui autore è l’ex presidente della Repubblica: ha fatto senatore a
vita un rappresentante delle mafio-massonerie internazionali, poi gli ha
assegnato l’incarico di governo e ha applicato quelli che erano i programmi
della Troika. Ora vorrebbero imbavagliare la rete, perché la formazione
dell’opinione pubblica non passa più attraverso la vergognosa censura della
Rai. L’abbiamo vista con il referendum costituzionale, quello di JP Renzi”. E
sul Monte dei Paschi di Siena accusa: “Quello di David Rossi è stato un omicidio
di Stato per salvare le banche, per le quali lo stesso Stato trova 20 miliardi
in cinque minuti mentre i terremotati giacciono sotto neve e macerie”. Poi
l’appello: “Ci dobbiamo ribellare alla dittatura di una finanza criminale che
ci vuole schiavi. L’hanno già fatto i giovani votando No il 4 Dicembre,
dobbiamo proseguire”
Vogliamo continuare a sostenere Governi che
favoriscono interessi speculativi finanziari , piuttosto che l'economia reale ?
I
DIRITTI USURPATI
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/14/dario-fo-regala-al-fatto-monologo-sulla-tirannide-ha-500-anni-sembra-scritto-oggi/371424/ ( Dario Fo ,
monologo sulla tirannide )
Le esigenze
di approvvigionamento di più e qualificate risorse da sempre hanno indotto gli
Stati a mire espansionistiche che nella maggior parte dei casi sono state
soddisfatte attraverso conflitti armati , il cui esito ha determinato anche
forti modificazioni e nuovi confini territoriali nel contesto
mondiale.
Oggi , dato
che gli strumenti di morte sono divenuti così potenti da far ritenere non più
percorribile , né utile , la via dello scontro armato diretto fra grandi
nazioni ( la qual cosa provocherebbe certamente una pericolosa totale
escalation letale , irreversibile e incontrollabile ) , pertanto
le sempre maggiori esigenze di approvvigionamento di risorse , in un
crescente aumento della popolazione mondiale , creano le condizioni
per spostare i teatri di guerra proprio sui territori in cui sono
presenti le fonti di energia più importanti ( Medio-oriente e Africa ) , a
tutto svantaggio delle popolazioni locali , che diventano vittime sacrificali
di un “fatale “ destino , che li costringe alla fuga o alla morte .
Di
tali tragedie l’umanità è perfettamente consapevole , ma essa si
comporta come se nulla possa essere fatto per evitarle
, anche perché la vita sociale ed il progresso tecnologico hanno
assunto aspetti evolutivi che non consentono “ ripensamenti “
da parte di chi detiene il “ potere “ , né intenzioni di rinunce ai
beni acquisiti da parte delle popolazioni che ne hanno godimento.
I
“ poteri forti “ hanno il controllo del “sistema “ , anche se appare
chiaro che di tali poteri non vi sia una sola vera “ regia “ ,
anzi più verosimilmente vi siano più centri di potere , in parti diverse
del mondo e in competizione fra loro , ma il cui comune obiettivo è quello
dell’accaparramento di risorse , di ricchezze e quindi di potere politico e
finanziario sulle popolazioni , sugli Stati , che necessariamente sono
destinati ad uniformarsi ai criteri speculativi del sistema stesso ed i
governi indotti a comprimere le istanze di rivendicazione dei diritti sociali e
democratici , avanzate da movimenti , definiti populisti , che intendano
contrapporsi .
A questo
punto , sorge la domanda se possano continuare ad esservi le condizioni
che effettivamente vedranno realizzarsi il “ progetto “ di
vita futura delle popolazioni , pianificato in modo e in misura
tale che siano solo gruppi minoritari a detenere le maggiori e spropositate
ricchezze ed agi , e dove le masse popolari debbano accontentarsi di ciò
che a loro rimane , oppure se potrà sorgere dalle masse
popolari una voglia di reagire , un rifiuto
verso un tale sistema disumanizzante , che riduce l’essere umano a mero
strumento per fini speculativi finanziari e di potere.
La risposta
è assai difficile . Allo stato delle cose , coloro che sono realmente
poveri , che soffrono per la fame e per gli stenti , sono pur a milioni , ma in
zone della terra nelle quali non è rimasta traccia , né di civiltà , né
di umanità ( tranne alcuni esempi di ammirevole assistenza umanitaria ).
Popolazioni aggredite da eventi bellici e da violenze , ma per il resto la
povertà incombe su talune fasce di popolazione , peraltro ancora
minoritarie nei confronti dei più , di quelle classi sociali la cui
vita sociale , anche se con difficoltà , riesce a mantenersi sostenibile.
La storia ha
da sempre insegnato che le rivendicazioni ideologiche e
sociali possono trasformarsi in rivoluzioni contro il “
sistema “ solo attraverso una rivolta delle masse , spinte da
una “ rabbia viscerale “ , contro l’oppressore di diritti e di bisogni
fondamentali. Ancora oggi , nei Paesi occidentali queste condizioni non
appaiono esservi , anche se , fortunatamente , stanno facendosi strada
movimenti popolari nel tentativo di riprendere il diritto ad una sovranità
, usurpata . Piuttosto , è molto diverso ciò che avviene nel mondo
dei Paesi orientali e africani . In questi ultimi , le spinte
rivoluzionarie sono molto più forti .Esse si manifestano sia contro gli
oppressori occidentali e contro chi li sostiene , ed altresì , contro
tutta una civiltà occidentale ritenuta depravata , corrotta ,
trasgressiva di principi morali e religiosi . Un genere di
rivoluzione assai pericoloso , e immanente in quanto è invasivo , in contesti
territoriali molto vasti e diversificati anche in occidente , e che
fa da sponda ad interessi espansionistici di potenti
Paesi Arabi – orientali , islamici, musulmani , che li
appoggiano , li armano .
Note su alcuni
" poteri forti " ,
finanziari , sociali, religiosi , professionali :
esistono Organizzazioni (
Consigli, Comitati , Associazioni, etc...) le cui attività e decisioni sono spesso riservate
e che influiscono in modo determinante in ordine alle condizioni
socio-economiche ed anche politiche di molti Paesi.
- Consiglio dei Trentatré
- Comitato dei Trecento
- CFR
- Teschio e Tibie
- Tavola Rotonda
- Bilderberger
- Commissione Trilaterale
- Il Club di Roma
- ONU
- Comitato dei Trecento
- CFR
- Teschio e Tibie
- Tavola Rotonda
- Bilderberger
- Commissione Trilaterale
- Il Club di Roma
- ONU
Gruppi
Finanziari - AGENZIE di
RATING (
es.. Moody's Investon Service, Standard
& Poor's , Muros Ratings , Japan
Credit Rating Agency , Ltd ......etc......)
· LE COMPAGNIE
PETROLIFERE MULTINAZIONALI (
Le Sette Sorelle ) :
· Sette sorelle Le principali compagnie petrolifere multinazionali:
· le statunitensi Exxon, Mobil, Texaco, Standard oil of California (Socal),
Gulf oil, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell e la britannica British petroleum, che fino
alla crisi petrolifera hanno svolto un ruolo dominante nel mercato del
petrolio.
· Il gruppo di compagnie si è modificato in seguito alla fusione tra la Socal e la Gulf oil, che ha dato vita nel 1984 alla Chevron
Corporation, a sua volta fusa nel 2001 con la Texaco, e alla fusione (1999) della Exxon con la Mobil.
· Il ruolo delle S. come produttori si è andato riducendo con il tempo a
causa della perdita di concessioni mediorientali in seguito alla
nazionalizzazione delle industrie petrolifere da parte dei governi locali.
I O R ( Istituto Opere Religiose
) e
O P U S D E I
LOGGE MASSONICHE
Associazioni , Corporazioni e Organizzazioni Sindacali di categorie di lavoratori e
professionali
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