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martedì 29 agosto 2017

LA SICCITA'







 I  CAMBIAMENTI   CLIMATICI  -  LA  SICCITA’ 


Fa sempre più caldo e diminuiscono le piogge, 

così i cambiamenti climatici stanno 

trasformando l’Italia

Crescono le temperature, i fiumi si prosciugano e il Paese scopre il rischio desertificazione. Al termine di una primavera bollente, Coldiretti denuncia un miliardo di danni per l’agricoltura. Senza contare i problemi della salute: «Due anni fa l’ondata di calore ha provocato 2.700 morti premature»


di  Marco Sarti17 Giugno 2017 - 08:30

Aumenta la temperatura, diminuiscono le piogge, i fiumi si asciugano e la terra diventa arida. Non serve scomodare la scienza per scoprire gli effetti del cambiamento climatico, basta vedere cosa accade in Italia. Il mondo dell’agricoltura ha lanciato l’allarme. La primavera che si avvia alla conclusione è stata la seconda più calda di sempre. Quasi due gradi oltre la media. A giugno le temperature massime hanno raggiunto una media di 25,4 gradi. Siamo 2,2 gradi oltre la soglia di riferimento. L’estate deve ancora iniziare, ma sembra già di stare ad agosto. Intanto le precipitazioni diminuiscono drasticamente e il nostro Paese inaridisce. Secondo i dati Coldiretti - che denunciano un danno di quasi un miliardo di euro per l’agricoltura - la stagione che sta per concludersi ha visto dimezzarsi il numero delle piogge. Al Centro Italia oltre l’80 per cento in meno rispetto alla media. E così i bacini idrici si riducono, fiumi e torrenti si seccano. In diverse regioni si affaccia il rischio della desertificazione.
Scenari incredibili, ma purtroppo attesi. Se il cambiamento climatico è ormai una realtà riconosciuta, pochi sanno che l’impatto del fenomeno è particolarmente evidente nel bacino del Mediterraneo. Un’area dove vivono oltre 500 milioni di persone. Qualche giorno fa alla Camera dei deputati un incontro pubblico ha ricordato i rischi che corre l’Italia. Un appuntamento organizzato alla presenza di studiosi e scienziati per ragionare su un pericolo che ci riguarda da vicino. «Senza troppi catastrofismi, ma con realismo» ha spiegato la deputata dem Stella Bianchi. «Perché bisogna essere in grado di accettare scomode verità piuttosto che lasciarci ingannare da rassicuranti bugie». Il clima cambia, faremo bene ad abituarci. E se rispetto all’inizio del secolo scorso abbiamo già raggiunto un aumento di 1,3 gradi, per l’Italia diventa fondamentale rimanere al di sotto della soglia di 1,5 gradi. «La vera novità è l’accelerazione del fenomeno» racconta Riccardo Valentini, membro italiano dell’Ipcc (il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico in seno alle Nazioni Unite). «I numeri sono chiarissimi, ecco perché dobbiamo sbrigarci a dare delle risposte». Con lui c’è Antonio Navarra, direttore del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici. Ma quali sono le conseguenze dirette per il nostro Paese? L’aumento della temperatura media e la diminuzione delle precipitazioni sono fenomeni percepibili da ciascuno. E così la maggior frequenza di inverni anomali e la possibilità di eccezionali ondate di calore in estate. Senza dimenticare l’aumento di eventi estremi: dalle alluvioni a veri e propri cicloni.
Intanto cresce la salinità del Mar mediterraneo, le temperature in superficie si alzano. Un problema per l’ecosistema, ovviamente. Ma non solo: è stato calcolato che tra il 2021 e il 2050 il livello del mare potrebbe aumentare in media dai 7 ai 12 centimetri. I più grandi ghiacciai alpini si ritirano, mentre i più piccoli sono già estinti. Si riducono le riserve d’acqua, laghi e fiumi ne pagano le conseguenze. Basti pensare che in questi giorni il Po è sceso di 2,59 metri sotto lo zero idrometrico. «I rischi non riguardano sempre gli altri Paesi - racconta Maria Grazia Midulla, del WWF - In questi giorni abbiamo una gravissima siccità nel Nord Italia di cui non parla nessuno. In Emilia ho visto letti di torrenti che sembravano il deserto africano». Non è un’esagerazione. Ormai oltre metà del territorio italiano è a rischio desertificazione. Particolarmente sensibili sono aree della Basilicata, Marche, Molise, Sicilia, Sardegna, Puglia ed Emilia Romagna.

E poi ci sono i problemi per la salute. Spesso poco studiati, ma non per questo meno preoccupanti. Nel luglio del 2015 si è registrata in Italia un’eccezionale ondata di calore. Un evento durato solo poche settimane che secondo i dati di Legambiente - presentati alla Camera dal vicepresidente Edoardo Zanchini - ha provocato almeno 2.700 morti premature. Un numero incredibile, eppure destinato a salire. Nei prossimi anni, infatti, il cambiamento climatico in atto moltiplicherà la frequenza di questi eventi. Non solo. Come denuncia un documento presentato dalla deputata Bianchi, senza una radicale inversione di tendenza è destinato a crescere anche il rischio di malattie trasmissibili clima-sensibili. Quelle trasmesse da insetti vettori, ad esempio. Tossinfezioni alimentari e malattie trasmesse con l’acqua. Senza dimenticare l’impatto sulla salute umane dal peggioramento della qualità dell’aria. Nessun isterismo, insomma. Ma per affrontare l’argomento è necessaria la giusta consapevolezza. «Tutti questi sono tutti ottimi motivi per guidare e accelerare nell’attuazione dell’accordo di Parigi» insiste la deputata Pd. «Non abbiamo più un minuto da perdere».

                                    NOTE  DI  METEOROLOGIA 


La meteorologia è il ramo delle scienze dell'atmosfera che studia i fenomeni fisici che avvengono nell'atmosfera terrestre (troposfera) e responsabili del tempo .

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                                    Cirri e cumuli –

Ciò che differenzia le nubi dalla pioggia è la dimensione delle goccioline d'acqua di cui sono composte. Nelle nubi si hanno gocce di diametro fino a 100micron
(1 micron=0.001mm), mentre le gocce di pioggia vanno dai 200micron del drizzle fino a 2-3 mm. Ovviamente è la condensazione del vapore acqueo che produce tali goccioline, ma ci sono fenomeni interessanti e complicati da scoprire.
Partiamo dalle nubi. Quando la condensazione produce una goccia, è necessario che quest'ultima abbia un diametro superiore ad un certo valore di soglia, altrimenti rievapora. Esiste quindi una sorta di barriera energetica da superare per giungere alla formazione di una goccia che rimanga tale in modo permanente. In presenza di acqua pura in forma gassosa, l'esistenza di questa soglia critica impedisce la formazione delle gocce: infatti, sono richiesti valori di sovra-saturazione non raggiunti normalmente in atmosfera (ovvero valori di umidità relativa di molto superiori al 100%). Sotto a questi valori, una goccia che si forma, evapora immediatamente.
Affinché avvenga il processo di condensazione con conseguente formazione di gocce di nube permanenti è necessaria la presenza di impurità, dette nuclei di condensazione. Questi altro non sono che sali (es. sali marini), solfati o polveri di diametro variabile dai 0.001micron ad oltre 1mm. I nuclei di condensazione sono responsabili di due processi
1. Effetto soluto
2. Effetto curvatura
L'effetto soluto consiste nello scioglimento dei nuclei di condensazione in acqua. La soluzione che si forma ha una tensione di saturazione inferiore a quella dell'acqua pura e quindi viene favorita la condensazione. In pratica non sono più necessari valori irrealistici di umidità relativa, ma valori prossimi (inferiori) al 100% sono sufficienti per formare le prime piccole gocce di nube. Grazie alla presenza del soluto, le gocce che si formano non rievaporano.
L'effetto curvatura è legato alla presenza di superficie concave dei nuclei di condensazione sui quali si deposita l'acqua: una superficie concava diminuisce la tensione di saturazione favorendo quindi a sua volta la condensazione.
A questi punto abbiamo la cosiddetta haze droplet. Quando poi, a causa di un ulteriore incremento dell'umidità relativa la goccia d'acqua supera una certa dimensione si genera un processo di accrescimento spontaneo che la portano ad avere la dimensione della goccia di nube. Si parla in tal caso di activated droplets.
Siamo così giunti alle nubi, nelle quali esiste un equilibrio dinamico: le goccioline d'acqua cadono a causa della forza di gravità, ma uscendo dalla nube entrano in un ambiente non saturo e quindi evaporano rapidamente senza raggiungere il suolo (talvolta si vedono queste scie di caduta, dette virga). Affinché dalle nubi si generi la precipitazione sono necessarie gocce più grosse, generate da appropriati processi di accrescimento.
                  Come si formano le nubi e la pioggia - Parte II

.Alle medie latitudini, le nubi normalmente si estendono anche al di sopra del livello dello zero termico. Si ha quindi a che fare con cold cloud (nubi fredde) in cui possono essere presenti, oltre alla gocce d'acqua, anche cristalli di ghiaccio.
La teoria attualmente accettata che spiega la formazione della precipitazione nelle nubi fredde è la teoria di Bergeron, basata sulla differente tensione di saturazione del vapore rispetto all'acqua e al ghiaccio.
In pratica, supponiamo di avere una nube di sole gocce d'acqua. Queste sono in equilibrio con il vapore (condizione di saturazione). Se introduco in questo ambiente un cristallo di ghiaccio, allora avrò che il vapore, in equilibrio con l'acqua, si trova invece in condizioni di sovra-saturazione rispetto al ghiaccio. Ciò è dovuto al fatto che la tensione di saturazione del vapore rispetto al ghiaccio è inferiore a quella del vapore rispetto all'acqua.
L'equilibrio è quindi rotto dall'ingresso del cristallo di ghiaccio e nel tentativo di ristabilirlo, il vapore inizia a depositarsi sul cristallo stesso accrescendolo. Ma la sottrazione di vapore dall'ambiente destabilizza l'equilibrio vapore-acqua poiché porta a condizioni non più sature (del vapore rispetto all'acqua). Così le gocce d'acqua iniziano ad evaporare per rincorrere la precedente situazione di equilibrio.
Al netto, si ha un processo di evaporazione del liquido e deposizione del vapore sul cristallo di ghiaccio, il quale, raggiunta una dimensione sufficientemente grande, inizia a cadere. Nella sua caduta, il cristallo si può ulteriormente accrescere attraverso collisioni con altri cristalli (e si ha aggregation) o con gocce d'acqua sopraffuse (riming). Si ha così la precipitazione, il cui tipo (pioggia o neve) dipenderà dalla temperatura degli strati sottostanti.
Ma da dove arriva il cristallo? Se la nube è sufficientemente spessa, allora nella sua parte sommitale avremo anche cristalli di ghiaccio. Altrimenti, il cristallo può giungere cadendo da nubi sovrastanti, tipo cirri.
A latitudini più basse, se la nube non supera il livello dello zero termico (warm cloud), il processo che porta alla formazione della pioggia è detto coalescenza. Questo fenomeno, secondario nelle nubi fredde, si basa sulla presenza di gocce d'acqua di nube di differenti dimensioni, situazione tipica di nubi convettive ai tropici. Gocce di dimensioni diverse hanno velocità di caduta diversa. Si producono quindi frequenti collisioni e successive unioni fra gocce, che generano gocce sufficientemente grandi per precipitare fino al suolo. L'efficienza delle collisioni dipende dai diametri delle gocce che si urtano.
                            Lo strato  di  ozono
 Lo strato di ozono fa parte dell'atmosfera della Terra.
Come molte cose, in natura,  è la buona salute di questo strato, che gli consente di garantire la  stessa protezione dalla radiazione solare  fornita in passato,   e  che dipende  da un bilancio di sostanze chimiche.
 Purtroppo, il bilancio dello strato di ozono è stato  alterato  da  alcune sostanze chimiche  prodotte  dal'uomo,  dette CFCs* che sottraggono all'atmosfera il gas ozono responsabile della  costituzione di questo strato.
Dove si trova lo strato di ozono?    Lo strato di ozono si trova all'interno dell'atmosfera terrestre.
L'atmosfera è una miscela di gas che  circonda la Terra ed è trattenuta intorno ad essa dalla forza di gravità.
L'atmosfera protegge la vita sulla  Terra . Senza  di essa, l'escursione termica  giornaliera (cioè  la  differenza  tra  la temperatura  massima e quella minima in uno stesso giorno) sarebbe dell'ordine delle centinaia di gradi, anziché  circa 10°C.
 Oltre a mantenere una temperatura adatta alla vita, l'atmosfera protegge la Terra dalle  radiazioni che  provengono dal Sole  e  fornisce  agli esseri viventi i gas di cui hanno bisogno per respirare e nutrirsi.
. A che serve lo strato di ozono : Lo strato di ozono è  una parte importante dell'atmosfera. Esso protegge  gli esseri viventi dalle  radiazioni che il Sole emette. Assorbendo in particolare la radiazione ultravioletta di tipo B (UVB) . Lo strato di ozono protegge gli uomini, gli animali, le piante e anche certi materiali dai danni del sole. Gli UVB possono danneggiare uomini e animali provocando tumori della pelle e cataratta agli occhi, che causa la cecità. Oltre alla salute degli abitanti del pianeta, gli UVB possono danneggiare la vita vegetale, con ricadute sia sul mondo animale che sul riscaldamento globale del pianeta.
Ad  esempio gli oceani assorbono una  gran  quantità di anidride  carbonica  (CO2), rilasciando nell'ambiente  ossigeno, grazie  al plankton che vive  negli strati superficiali degli oceani e  si alimenta  con  la  luce  del sole. Un aumento della quantità di radiazione UVB sulla superficie  del mare  potrebbe  causare  la  morte di questo  plankton e  ridurre  così la  capacità dell'oceano di assorbire  CO2.
 Allora, una  maggior quantità di CO2 resterebbe  in  atmosfera, con  gravi conseguenze per il riscaldamento globale, che è provocato anche dall'anidride carbonica.
  I clorofluorocarburi (CFC) furono inventati negli anni '20. Sono composti del carbonio contenenti  cloro e fluoro. Sono sostanze chimiche  inventate  dall'uomo, perciò dette  di sintesi o sintetiche. Dalla loro introduzione, i  CFC sono stati usati come: · Refrigeranti nei frigoriferi e negli impianti di condizionamento dell'aria  · Propellenti negli spray · Agenti schiumogeni nella produzione di imballaggi · Detergenti usati nell'industria elettronica  · Prodotti chimici per estinguere incendi  .  I CFC sono particolarmente  indicati per questi  usi  poiché  sono ininfiammabili, atossici, hanno un'alta stabilità  chimica  e le  loro caratteristiche  chimiche  sono particolarmente  adatte  alle  applicazioni citate.
 Sono inoltre relativamente economici rispetto ai prodotti alternativi e questa è  sempre  una  buona  ragione  perché  un particolare  prodotto chimico divenga popolare  nell'industria. I CFC sono relativamente sicuri finché  restano  nella  troposfera  e  negli oceani. E' solo quando passano nella stratosfera che cominciano a rappresentare una minaccia per lo strato di ozono.


                                   LA  SICCITA’
Il termine siccità indica la prolungata mancanza d'acqua, in genere per insufficienti precipitazioni atmosferiche; si intende anche l'aridità del terreno che ne consegue. Dal punto di vista umano, la siccità non è semplicemente un fenomeno fisico, ma piuttosto un evento che segna la rottura dell'equilibrio tra la naturale disponibilità d'acqua e il consumo che ne fanno le attività umane e che può causare gravi danni sia all'ecosistema naturale sia alle attività agricole delle zone colpite. Un periodo di siccità può durare anche diversi anni, benché anche un breve ma intenso episodio possa essere altrettando devastante. In molte regioni del pianeta, la siccità è un evento periodico e, con adeguate strategie, parzialmente contrastabile.
Cause
In generale, le precipitazioni atmosferiche dipendono dalla quantità di vapore acqueo presente nell'atmosfera e dalla contemporanea risalita delle masse d'aria che lo contengono. Se qualcosa attenua questi due fenomeni, si genera una situazione di siccità; possibili fattori possono essere:
– un periodo anomalo di prevalenza di sistemi di alta pressione;
– venti in prevalenza continentali, che portano masse d'aria secche anziché quelle più umide degli oceani;
– El Niño o altri cicli termici oceanici;
– la deforestazione;
– infine, anche il riscaldamento globale potrebbe avere un sostanziale impatto dannoso sull'agricoltura, soprattutto nelle nazioni in via di sviluppo.
Conseguenze
I periodi di siccità possono condurre a rilevanti conseguenze ambientali, economiche e sociali:
– morte del bestiame;
– riduzione dell'estensione dei campi coltivati;
– incendi;
– diminuzione della quantità di acqua destinata alle industrie;
– desertificazione;
– tempeste di sabbia, laddove la siccità colpisca regioni già desertiche e colpite dall'erosione;
– fenomeni di disidratazione nella popolazione;
– carestie, dovute alla mancanza di acqua utilizzata per l'irrigazione dei campi coltivati;
– tensioni sociali;
– migrazioni di massa, sia interne ad una regione sia riguardanti nazioni diverse;
– guerre, volte ad assicurarsi beni di prima necessità, come cibo e acqua.
Tali conseguenze ovviamente dipendono dalla vulnerabilità della zona colpita dalla siccità: laddove per esempio sia presente un'agricoltura di sussistenza, sarà più probabile assistere ad uno spostamento della popolazione a causa della mancanza di risorse alimentari; le conseguenze della siccità dipendono dunque fortemente dalle condizioni socio-politiche della regione in cui si manifesta.
Strategie di lotta contro la siccità
Possibili strategie sono:
– desalinizzazione dell'acqua marina per usi agricoli o domestici;
– monitoraggio costante dei livelli di precipitazioni atmosferiche, per individuare eventuali periodi in cui la quantità di acqua richiesta supera quella disponibile;
– un'attento piano di rotazione delle colture può aiutare a minimizzare l'erosione del terreno e può favorire la coltivazione di piante più resistenti alla siccità;
– raccolta e stoccaggio dell'acqua piovana;
– purificazione e depurazione dell'acqua già utizzata per consentire un suo riutilizzo;
– costruzione di acquedotti per portare acqua nelle zone più soggette a periodi di siccità;
– restrizioni nell'uso dell'acqua, specialmente per quanto riguarda l'irrigazione delle piante, il lavaggio delle automobili o l'uso delle piscine. 

                 Manipolazioni del clima e pioggia artificiale  

 La Cina lavora ad un grande progetto, che comprende anche la produzione di piogge dalle nuvole in aree aride.


PIANO NAZIONALE DI CONTROLLO DEL METEO - Gli scienziati del meteo di Pechino puntano tutto sul piegare la natura ai propri voleri tramite l'arma dell'aviazione e dell'artiglieria. La strategia sarebbe la stessa utilizzata spesso in estate: quella di immettere nell'atmosfera sostanze capaci di implementare la condensazione dell'acqua presente nell'aria, rendendola sufficientemente pesante da permetterne la precipitazione. Esiste un vero e proprio piano nazionale da parte del «Centro di cambiamento del tempo dell'Amministrazione meteorologica» di Pechino. La pioggia artificiale è un progetto non certo nuovo sul quale si lavora da decenni: gli esperimenti, pur numerosi, sono stati condotti ma scala locale. Questa volta la Cina vuole applicarlo su quasi tutto il suo territorio, stanziando somme di denaro notevoli: 1,1 miliardi di yuan (circa 130 milioni di euro) per costruire un primo sistema di intervento nel Nordest, al quale seguiranno altri sei nelle altrettante regioni climatiche nelle quali è stato suddiviso il Paese.

CONTRO LA SICCITA' - Luglio e agosto di quest'anno sono stati mesi roventi, i più caldi dal 1951. Per aiutare i contadini del centrosud, in particolare della parte sud-occidentale del paese, è stato impiegato il sistema di semina delle nuvole, tramite sostanze capaci di coagulare le molecole d'acqua trasformandole in gocce di pioggia sufficientemente pesanti da cadere al suolo: non un sistema per creare la pioggia, ma per accrescere le condizioni atmosferiche favorevoli alla pioggia. Per farlo sono stati usati i cannoni che hanno sparato a luglio 15.987 colpi di artiglieria e 727 razzi. Sono entrati in azione anche aerei per bombardare le nuvole con lo ioduro d'argento. Costo dell'operazioni 25 milioni di euro, con conseguenze positive: nelle province dello Hunan e dello Zhejiang, fra le più colpite dal caldo eccezionale, la temperatura dopo l'intervento è scesa. Secondo il centro meteo di Pechino, dal 2002 al 2011 sarebbero stati indotti 500 miliardi di tonnellate di pioggia su 5 miliardi di km quadrati di territorio.

RISULTATI E DUBBI - Una volta che il progetto risulterà pienamente sviluppato, la Cina punta ad avere 60 miliardi di tonnellate di pioggia in più all'anno, oltre che poter scongiurare la grandine du 540 mila km quadrati di terre coltivate. Ma restano controindicazioni fortissime: lo ioduro d'argento è una sostanza tossica, che può avere ricadute pesanti in atmosfera, se rilasciato in dosi massicce. Gli scienziati cinesi studiano metodi alternativi, ma intanto minimizzano: un proiettile della pioggia contiene solo un grammo di ioduro d'argento e un razzo tra 8 e 15. Non è solo la Cina a puntare forte sul tentativo di controllare i fenomeni meteorologici, non sempre con i risultati spesso sperati: anche i russi hanno usato il sistema, per "scaricare" le nuvole prima delle grandi parate sulla Piazza Rossa e far sfilare i reparti all'asciutto. In Israele addirittura dal 1960 si fa piovere artificialmente per motivi agricoli.


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