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martedì 4 luglio 2017

AUTORICICLAGGIO E LE MAFIE

              
                               Autoriciclaggio  e  le  Mafie
Le  varie “ mafie “  non  potranno  mai  essere  debellate  sino a quando le loro risorse economiche e finanziarie troveranno coperture e complicità da parte di istituti finanziari o società finanziarie , nel “ riciclaggio “ del denaro  “sporco “ ;  sino a quando lo Stato , attraverso i suoi Organi Politici ( Parlamento e Governo ) , continuerà  a  non  emettere  e rendere  operative  determinate  leggi , che siano veramente efficaci  al fine di colpire in modo definitivo e radicale  al cuore  ogni tipo di mafia .   Cioè , non solo individuando le vie e le coperture  che consentono il deposito e l’accumulo di ingenti somme di denaro “ sporco “ , ma fondamentalmente  utilizzando sino in fondo  gli  strumenti  giuridici  del  Sequestro  e  della  Confisca  di  tutti  i  loro  beni economici  e finanziari .
Per tali motivi , è estremamente importante  l’emissione  di una chiara  legge sullo “ Autoriciclaggio “ che  contempli  pene severe  nei confronti  di  chi  commette tale reato.


I  mafiosi  e  le  loro  famiglie , accumulano  ingenti somme di denaro attraverso  il traffico e  i mercati della droga ,  attraverso  la prostituzione , attraverso  il traffico dì  armi , attraverso lo smaltimento dei rifiuti , attraverso il gioco d’azzardo , e anche attraverso  la  compravendita  di organi umani , oltre  alla porno-pedofilia  e ad  altre attività illecite .  I mafiosi , con le proprie famiglie ,  normalmente  non conducono  una vita lussuosa  e mondana  ed evitano rigorosamente  di  apparire  in pubblico  sfoggiando  le proprie ricchezze , appunto per  non  essere  oggetto  di  inevitabili  indagini  da parte  del fisco.  I  mafiosi , come individui , essendo già  iscritti  nei  registri penali , già indagati  , già imputati , o anche già condannati , ma latitanti , spesso si tengono nascosti , persino in tuguri ,  ma  ben  protetti da muri di omertà e di complicità .
Le loro ricchezze , i loro soldi , i loro possedimenti  in beni mobili ed immobili ,  sono opportunamente intestati  a persone diverse , i cosiddetti prestanome , in luoghi sconosciuti e presso  banche sconosciute , sicuramente  in posti  ed istituti dei cosiddetti paradisi fiscali , dove  il giro  di  interessi  lucrativi  e speculativi  è  di  enorme  portata e  che  coinvolge  , attraverso il riciclaggio di denaro “ sporco “ , anche  grosse  attività  lecite , commerciali ,agricole, industriali , di tipo azionario , di servizi turistici , etc….

Gli strumenti ed i mezzi  più  sofisticati , tecnologicamente più avanzati in campo telematico , attraverso  reti informative  via Web  , anche e soprattutto a livello internazionale ,  nell’ambito  del sistema di indagini  fiscali operate dagli Organi statali competenti , consentirebbero ( ove ve ne fosse  la  volontà e l’impegno ) di realizzare  traguardi  molto importanti nella lotta contro le evasioni fiscali e contro ogni attività  criminale  di  lucro e speculazioni illecite , ma  naturalmente  laddove e allorquando  ogni attività istituzionale , giudiziaria e fiscale ,  sia  adeguatamente supportata  da  leggi chiare e determinate a colpire  inesorabilmente  i soggetti  criminali e i beni dagli stessi accumulati. 
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Autoriciclaggio, la solita “svista”: ora scompare la confisca dei beni
La confisca di beni e profitti per il reato scompare dal decreto di Palazzo Chigi
di Luciano Cerasa | 2 luglio 2017
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Che sia la solita legge scritta con i piedi o, peggio, il frutto di una precisa volontà politica, il governo ha sfornato l’ennesimo mostro giuridico di questa legislatura. A beneficiarne saranno i boss delle organizzazioni criminali che verranno riconosciuti d’ora in poi colpevoli o che patteggeranno per il reato di autoriciclaggio.
È una fattispecie introdotta nella nostra legislazione dal 2015 che punisce le persone, ma sanziona anche gli enti giuridici come società di capitale o Spa, responsabili di aver riciclato i proventi di attività illecite da loro stessi messe in atto: dal traffico di droga al racket della prostituzione, all’estorsione e alla rapina. A essere perseguibile è anche chi commette una frode fiscale e poi investe il frutto dell’evasione in titoli intestati a prestanome o in società di comodo e off-shore.
Secondo la legge vigente è prevista la confisca obbligatoria (diretta o per “equivalente”) dei beni acquisiti con il denaro sporco e anche dei profitti prodotti. O almeno fino al prossimo 4 luglio, quando entrerà in vigore il decreto legislativo 25 maggio 2017 n. 90 che recepisce la direttiva europea sull’antiriciclaggio. Nel testo emanato dal governo e pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 19 giugno scorso, l’autoriciclaggio sparisce dai reati per i quali è prevista la confisca, che rimane però paradossalmente per il riciclaggio “semplice”. Qualcuno però nel frattempo si è accorto della svista (o della “manina”) che aveva indirizzato il dispositivo e la segnala aPalazzo Chigi che prova a correre ai ripari quando la frittata di commi e cavilli è già stata fatta e pubblicata. Purtroppo, come si dice in Veneto, il risultato è che l’è peso el tacon del buso.
Il 28 giugno è uscito infatti in Gazzetta ufficiale (serie generale n. 149) un comunicato di rettifica e correzione che “reintegra” il testo del decreto legislativo inserendo le paroline mancanti. Solo che questo strumento può essere utilizzato soltanto in caso di errori formali, materiali o di stampa, ininfluenti sul contenuto normativo degli atti pubblicati, o per una difformità tra il testo di un atto normativo promulgato o emanato dal presidente della Repubblica e quello effettivamente approvato dal Parlamento o dal Consiglio dei ministri. Qui, invece, si inseriscono fattispecie di reato che il testo originario non contempla. Con quali conseguenze giuridiche?
“C’è il rischio che il giudice nel processo, ritenendo la rettifica priva di presupposti e di fondamento, applichi il testo del decreto promulgato quindi senza autoriciclaggio – spiega Daniele Piva, professore di Diritto penale commerciale presso la Facoltà di Economia dell’Università Sapienza di Roma – molti avvocati difensori vi si appelleranno; occorrerebbe un decreto legge ad hoc da far approvare entro martedì o sarà il caos”.
“Siamo di fronte a un fatto molto grave, un errore così grossolano può essere la mera svista di un governo di incompetenti oppure l’ennesimo favore a furbi, evasori e criminali pericolosi – attacca il deputato dei Cinquestelle che ha denunciato la vicenda, Vittorio Ferraresi – in tutti e due i casi creerà dei problemi giurisprudenziali e di impunità enormi per il tempo che passerà fino alla giusta correzione”.


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